Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1895

42. La Divina Providenza.acapo.Anno III, n. XII, novembre 1895, pp. 306-307

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La Divina Providenza
Anno III, n. XII, novembre 1895, pp. 306-307. Presentato al processo.
Il sacerdote Andrea Pogolotto, in Giaveno di Torino, fu provato da Dio sotto il crogiuolo del dolore e fu trovato avere il cuore di quella buona lega di amor di Dio e del prossimo onde un servo del Signore è chiamato a compiere le opere di carità e di salute. Il nostro don Andrea è il fondatore della Piccola Casa di san Giuseppe per il ricovero e l’educazione dei fanciulli derelitti dagli anni 3 agli anni 8.
Quella Piccola Casa conta circa venti anni di prove e di stenti, ed ora fornisce il pane del corpo e dell’anima a circa cento innocenti meschinelli. Il degno sacerdote è pure antico amico e sostenitore delle opere della Piccola Casa della divina Provvidenza in Como ed a Milano. In occasione del Congresso eucaristico ci venne visitando e ci fece festa grande. Ma ci rimproverò un fallo. Si atteggiò a cera brusca sopra il nostro periodico La Providenza; il levò dal tavolino e poi gettollo con scherzoso sdegno dicendo: « Perché Providenza e non piuttosto Divina Providenza, mentre ogni pietra di questa casa ed ogni ora di esistenza di questa istituzione è un effetto della divina Providenza? La santa Providenza del Signore che è tanto denigrata ai giorni nostri, eppure che si mostramunifica, perché non esaltarla d’innanzi a Dio ed agli uomini? ».
Il direttore oppose parergli presunzione denominare da sì alto titolo il povero periodico, organo della nostra Piccola Casa. Ma don Andrea soggiunse: « Non siamo già noi tutti figli e servi della divina Providenza? [307] Il periodico che descrive i tratti di questa Providenza santa si deve denominare Divina Providenza e non altrimenti ». Fu risposto: « Amen. Così sia ». Ed ecco il perché dell’addiettivo al titolo del nostro modesto periodico.
Sì certamente noi tutti della Piccola Casa ripetiamo dalla pietà della divina Providenza il principio e i progressi delle nostre minime istituzioni, e facciamo appello ai cooperatori ed - 193 -amici della nostra Piccola Casa perché si uniscano con noi a benedire questa divina Providenza, mercé della quale molti di noi siamo raccolti per fare un po’ di bene all’anima nostra e per giovare al benessere spirituale e temporale del nostro povero prossimo. La divina Providenza accresca in noi la fede, e per mezzo dei nostri cooperatori ci fornisca i mezzi onde venire in soccorso ad un maggior numero di derelitti.
La stagione autunnale progredisce, la vernale che è così tormentosa per i poveri non tarda a venire. Ogni giorno giungono plichi di lettere: si raccolgono con trepidazione, si leggono. Sono altrettante domande di ricovero, domande che incalzano le une più che le altre. Che strazio non poterle tutte esaudire! Se ne fa una scelta, si presentano d’innanzi al divin Cuore e si porge il pane della Providenza ai figli beniamini della stessa. Le domande poi di quelli che non si poterono accontentare, si raccomandano alle viscere del Cuore sacratissimo dello stesso divin Salvatore, e si attendono i mezzi di Providenza onde estendere nuovi locali e dar ricovero a maggiori derelitti.

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