Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1900

6. Una parola sullo stato economico morale disciplinare delle nostre case.acapo. Anno VII bis, n. 2, febbraio 1900, pp. 14-16

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Una parola sullo stato economico morale disciplinare delle nostre case
Anno VII bis, n. 2, febbraio 1900, pp. 14-16.
Taluni ci domandano quale sia il programma per l’accettazione nelle nostre case. Noi rispondiamo: programma assoluto non c’è né ci può essere, perché il superiore, secondo i casi o le circostanze, accetta con o senza corresponsione quei poverelli che non troverebbero altrimenti un ricovero.
Altri domandano il programma per vedere quale sia il trattamento economico, disciplinare, morale dei nostri ricoverati. A questi rispondiamo che le nostre case vivono nella lucecercano punto l’ombra, quindi saremo gratissimi a quelle persone o a quelle [15] commissioni che, non con un preconcetto ma veramente animati dal desiderio del bene, ci favoriranno d’una loro visita. Noi ad essi, come già a molti altri, mostreremo le nostre case e, pronti a riconoscere la deficienza di molte cose, saremo loro gratissimi se ci verranno in aiuto come per l’appunto avvenne nel 1898 in Como, quando una commissione capitanata da illustri cittadini ci portò il cospicuo aiuto di L. 8000.
Per gli altri poi che non potessero onorarci di loro visita, esponiamo candidamente il modo di trattamento che si usa nelle nostre case.
La mattina zuppa e pane in abbondanza.
A mezzodì minestra, pane e polenta con pietanza.
Ai piccini si un poco di pane per merenda.
A sera minestra, pane e ancora una piccola pietanza.
Se questo vitto fosse dato in un convitto, sarebbe certo troppo frugale, ma chi può trovarlo tale per poveri ragazzi che, tornati alle case loro, mancheranno anche del bisognevole? Non sarebbe spostarli, col trattarli lautamente?
Ogni fanciullo ha un letto buono, pulito, con elastico di rete metallica e buone coperte.
Vi sono lavatoi comodi ed acqua in abbondanza per la pulizia d’ogni giorno e non mancano bagni per chiunque ne abbisogna.
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I ragazzi piccoli son tenuti in compartimento speciale, sotto la continua assistenza delle suore in iscuola, in ricreazione e nei dormitori, e le suore istesse ne sorvegliano la pulizia e ne curano le animucce, bisognose di trovare una carezza materna in chi li avvia pel cammino difficile di una vita faticosa.
L’insegnamento dell’asilo va fino alla licenza elementare e l’anno scorso sopra 28 fanciulli presentati, 23 ottennero il proscioglimento.
Dal lato morale poi le case nostre si lusingano di non venir sindacate e tanto meno biasimate da alcuno, perché la moralità è la meta più agognata dell’istituto, il quale si sforza di prevenire ogni pericolo e si affretta di allontanare chiunque minacci offendere la purezza dei cari pargoli, tanto cari al nostro divin Maestro. Appunto per custodire la virtù degli angeli, ogni accettazione vien fatta in via di prova.
Nella casa di Como i ricoverati sono distribuiti in sei compartimenti così distinti: i bambini, gli artigianelli, gli studenti, i vecchi, i cronici, i scemi.
Le suore che accudiscono alla cucina e alla guardaroba dormono in una casa attigua, ma totalmente separata da quella degli uomini.
L’ordine, la pulizia e la pace regnano sovrane nelle nostre case, perché la religione è sprone e conforto tanto dei superiori quanto dei ricoverati; essa stabilisce fra loro quei rapporti di fratellanza cristiana che fa comandare, lavorare ed obbedire non come ad uomini ma come a creature di Cristo, il quale ne darà loro ampia mercede in un’altra vita.
Lo sappiamo bene che non mancano molti denigratori alle nostre case, ma se essi — come abbiamo detto — si recheranno a visitarle senza male prevenzioni, troveranno che se ancora vi resta a fare qualche cosa, già molto, colla grazia di Dio, si è potuto fare per allargare il più possibile le braccia ad una maggior quantità di derelitti.
D’altronde — ci si permetta di ripeterlo ancora — un trattamento meno frugale, creando maggiori bisogni in chi non ha modo di soddisfare anche gli indispensabili, creerebbe degli spostati, e degli spostati ve n’ha già di troppo intorno a noi!
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Non vogliamo dubitare che le anime rette vorranno convenire con noi [16] e trovare praticamente giuste le nostre ragioni. Quanto alle altre, pregheremo e faremo pregar molto il Signore perché, colla fede, innesti nel loro cuore uno spirito di carità e le spinga verso di noi ad aiutarci nelle nostre imprese.
E Dio benedica tutti!
Il direttore

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