Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1900

7. San Giuseppe e gli istituti pii.acapo. Anno VII bis, n. 3, marzo 1900, pp. 17-19

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San Giuseppe e gli istituti pii
Anno VII bis, n. 3, marzo 1900, pp. 17-19.
Il sommo pontefice Pio IX, che si spera venga un giorno innalzato all’onor degli altari, volle esteso il culto di san Giuseppe e dichiarò il purissimo sposo dell’Immacolata patriarca e patrono della Chiesa universale.
Il glorioso Leone XIII, Lumen de coelo, volle degnamente suggellare il decreto del suo predecessore proclamando san Giuseppe patrono non solo delle famiglie cristiane, ma anche di tutti gli istituti pii. Con questo atto insigne di sapienza e di pietà l’augusto Vicario di Cristo glorificava il patriarca e capo naturale della sacra Famiglia, riconoscendo in lui l’alta autorità che egli esercitava sopra Maria santissima e sull’istesso figlio di Maria e Figlio di Dio; ma in pari tempo ne accaparrava il potentissimo patrocinio in favore di quelle grandi famiglie delle case di beneficenza, scaturite non dal sangue ma dalla carità. Quelle, senza il divino aiuto, rovinerebbero miseramente.
Il patronato di san Giuseppe converta gli istituti pii, e segnatamente le diverse Case della divina Provvidenza, in focolari di calore, in fari di luce, e faccia in esse risplendere tutte le virtù attinte all’esempio fulgidissimo della sacra Famiglia.
Ma quell’Iddio, che ha creato l’uomo senza l’uomo, non vuol salvarlo senza la sua cooperazione, secondo una bella frase di sant’Agostino; così perché le nostre case risentano intero il - 283 -beneficio di aversi a capo e patrono il capo e patrono della Famiglia di Nazareth, devono mostrarsene degne col riconoscere l’altissimo privilegio, coll’invocarlo di continuo e con guardarsi dal demeritarlo.
Rivolgiamoci con santa confidenza [18] al glorioso san Giuseppe, presentiamo a lui le nostre necessità spirituali e temporali e non temiamo un solo istante ch’egli eserciti fiaccamente il suo patronato. Lui, il gran santo cui obbedirono Gesù e Maria, lui che provvide al pane quotidiano di Gesù e di Maria, sarà da noi inutilmente invocato? No; non senza un profondo mistero di misericordia, in questo secolo che tramonta, la figura del glorioso patriarca emerge cotanto e sfolgora di nuova luce come capo delle famiglie cristiane, come capo degli istituti pii.
Sieno rese grazie all’augusto vegliardo del Vaticano che ha voluto darci un aiuto validissimo nell’ora del bisogno! Preghiamo sempre per lui che nel suo cuore di padre ha un palpito speciale pei poveri derelitti, ai quali la civiltà antica negava perfino la dignità di uomo e la civiltà moderna senza Dio non accorda che sprezzo.
Sia lode al cielo! San Giuseppe, pur essendo di regia stirpe, fu poverissimo e dovette col sudore della fronte guadagnarsi il pane 3 non per sé solo, ma per la sposa sua e pel figlio, benché questi fosse Figlio dell’Altissimo. San Giuseppe adunque incoraggi noi e i nostri poveri nelle prove dolorose dello stato penoso e ci aiuti mai sempre a diventare quei poverisecondo il› modello che Gesù prediligeva cotanto.
Non stanchiamoci di ripeterlo. Riponiamo ogni fiducia nella sacra Famiglia propostaci dal Santo Padre per esempio, per conforto e, quando sopraffatti dalla necessità o dalla tristezza sentiamo il bisogno che una voce potente interceda per noi presso i Cuori immacolati di Gesù e di Maria, ricorriamo fidenti a Giuseppe ed egli, che tante volte provò le strette delle umiliazioni inerenti alla povertà, si farà sentire nostro potente avvocato e padre.
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La nostra casa di Belgioioso è specialmente dedicata a san Giuseppe. In essa soggiornò un tempo Giuseppe Garibaldi; ora sono i nostri poveri che ivi attendono la Provvidenza. Voglia il glorioso san Giuseppe convertire quella casa in un focolare di quella civiltà cristiana che, fatto di fede e di carità, fa pregustare sulla terra ai suoi seguaci la pace riservata in cielo agli eletti.
In ognuna delle chiese dipendenti dall’Opera della divina Provvidenza troneggia il culto di san Giuseppe, al quale dedichiamo un giorno ogni settimana, il mercoledì, un giorno ogni mese, il 19, un mese ogni anno, il marzo.
Oh sì! Il mese di marzo è in modo particolare consacrato a san Giuseppe con preghiere speciali e con prediche, ma quello che più si raccomanda per il bene delle nostre case si è che dipendenti e superiori procurino con ogni zelo di onorare il gran patriarca con l’esercizio della virtù e colla piena conformità ai divini voleri. Che cristiano è mai quello che, malcontento del proprio stato, se ne lamenta, si ribella od invidia l’altrui?
Fra i nostri ricoverati noi abbiamo molti cronici ed invalidi e la morte, quell’implacabile giustiziera dell’umanità, spesso assai visita le nostre case. Non vorremo anche per questo riguardo averci carissima la protezione di san Giuseppe, il portentoso protettore dei moribondi? Ringraziamo a braccia aperte il Signore che quasi sempre alle nostre suore, ai nostri sacerdoti e ai nostri infermieri l’esempio edificante di malati che muoiono rassegnati, sorridenti persino, col nome di Gesù, Maria e Giuseppe! Deh, non avvenga mai che tra noi taluno muoia senz’aversi Giuseppe santo al lato!
O Giuseppe santo, assisti tutti, tutti i nostri ricoverati specialmente nell’ora estrema, ma deh, non dimenticare, [19] te ne supplichiamo, i nostri cari benefattori! Veglia sulle anime loro e sui loro corpi, proteggi le loro famiglie e rendi loro il centuplo di quanto essi fanno per noi. Tu lo sai, o caro santo, che ogni giorno noi e i nostri ricoverati ti preghiamo e che non cesseremo mai di pregare per essi; deh, esaudisci le nostre calde preghiere e prospera tutti coloro che ci vengono in aiuto, benedici largamente i loro interessi e le loro famiglie!
Il direttore




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Cfr. Gen 3, 19.


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