Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
Lettura del testo

Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1903

12. Sepolcro glorioso.acapo. Anno X, n. 4, aprile 1903, pp. 26-28

«»

[- 431 -]
12
Sepolcro glorioso
Anno X, n. 4, aprile 1903, pp. 26-28. Presentato al processo.
Correte, o genti, al sepolcro scavato per sé da Giuseppe d’Arimatea e da lui ceduto con ineffabile tenerezza alla Vittima gloriosa della umana redenzione! Le pie donne con alla testa Maria santissima, Giovanni il prediletto discepolo, gli apostoli e i primi cristiani di Gerusalemme, anzi dell’oriente, e più tardi quelli dell’occidente e del mondo intero muovono al sepolcro dove fu sepolto l’Uomo Dio, vulnerato da ferite, cosparso di sangue, accompagnato dalla esecrazione dei giudei e dallo scherno della vile plebaglia, comperata od ingannata.
[27] Ma la Vergine santa, le pie donne con la discepola convertita credono alla risurrezione e, trovato vuoto e scoperchiato il sepolcro, la Maddalena va cercando colui che le ha toccato il cuore e le ha detto: « Molto ti è perdonato perché molto hai amato! » 10. Essa domanda affannosamente a colui che a lei parve il giardiniere, con un laconismo che sarebbe classico se non fosse inspirato: « Se l’avete portato via, ditemi dove l’avete messo ». E lui, il giardiniere, rispondendo: « Maria! », si rivela alla sua devota che lo invoca: « Rabbì! » 11. Inutile proseguire qui la narrazione evangelica soave ed eloquente che si riferisce alla gioia del tempo pasquale.
Non ‹è› fuori di luogo però l’accenno della ricerca fatta dalla Maddalena e del suo ritrovamento di Gesù, perché noi - 432 -pure, finito il tempo quaresimale che ci chiama alla dolorosa meditazione della passione e morte di Gesù, impariamo a sollevare l’animo nostro, come l’innamorata del Redentore, alla contemplazione dei misteri d’amore e di misericordia che seguono la Quaresima ed accompagnano la festa di Gesù risorto.
Ripensando al Sepolcro glorioso, per redimere il quale dalla potestà turca che lo circonda mossero ben nove volte le crociate, e sempre inutilmente; ripensando ai figli di san Francesco che, pur seviziati dai nemici di Cristo, custodiscono il Sepolcro glorioso con santa allegrezza, pur sapendo che tremila dei loro sono ivi periti di stenti, vittime dell’odio musulmano; ripensando al diritto divino che i redenti onorino il Sepolcro del Redentore, troviamo doveroso e naturale l’entusiasmo col quale in ogni secolo si ripeterono pellegrinaggi al santo Sepolcro non solo dai cattolici, ma perfino dagli scismatici e dagli eretici che vi accorrono ogni anno con una media di dodicimila almeno.
[28] Il Sepolcro di Cristo, da parte dei giudei, degli apostati da Giuliano fino ai contemporanei, oggetto d’immenso odio, è altresì oggetto d’immenso amore, e cristiani di tutti i culti e delle sette più contraddittorie convengono nel venerarlo e nel difendere i suoi diritti. Gli stessi turchi, potenza piuttosto nominale che reale, dirigono le sorti del santo Sepolcro con tenacia maggiore che non farebbero certi cristiani moderni.
Corriamo tutti, in ispirito almeno, dove furono deposte le spoglie dell’Uomo Dio, di colui che morì perché lo volle e risorse per virtù propria. Dalla crocifissione alla Risurrezione è breve il passo. Ora se vogliamo risorgere con Cristo, non isdegniamo di patire com’egli ha patito, e patendo e morendo con lui, con lui risorgeremo gloriosi e andremo a godere lassù, dove non più regnerà il dolore o la negazione di Dio, che è perpetuo tormento del mondo, sibbene regnerà eterno, incontrastato il sempiterno amore.
Ognuno canti l’alleluia e col gaudio delle feste pasquali ricuperi, acquisti o cementi nella propria famiglia e nella propria anima la gioia ineffabile della pace con Dio, con se stesso, con tutti.




p. 431
10
Cfr. Lc 7, 47.


11
Cfr. Gv 20, 15-16.


«»

IntraText® (VA2) Copyright 2015-2025 EuloTech SRL
Copyright 2015 Nuove Frontiere Editrice - Vicolo Clementi 41 - 00148 Roma