Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1903

17. Il mese della Madonna della Provvidenza e del Lavoro.acapo. Anno X, n. 5, maggio 1903, pp. 34-36

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Il mese della Madonna della Provvidenza e del Lavoro
Anno X, n. 5, maggio 1903, pp. 34-36. Presentato al processo.
Nel mese della Madonna tutte le persone che appartengono alla Casa della divina Provvidenza si applicano più specialmente ad onorare la Vergine sotto due titoli ad esse cari e preziosi, e sono: santa Maria della Provvidenza e Madonna del Lavoro.
Appunto a santa Maria della Provvidenza è dedicata la nuova chiesa della Binda in Como, benedetta da s‹ua› e‹ccellenza› monsignor vescovo di Como il 19 aprile 1903. Ed a santa - 440 -Maria della Provvidenza è intitolata altresì la casa cui questa nuova chiesa appartiene, casa che pane e lavoro a circa quattrocento ricoverate d’ogni età e condizione.
Riportiamo quanto ne dice l’egregio Ordine di Como nel suo numero 87 del 19-20 aprile 17.
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Arciconfraternita - Aggiungiamo qui che in questa e in tutte le chiese delle Opere della Provvidenza è canonicamente eretta l’Arciconfraternita di santa Maria della Provvidenza, Aiuto dei cristiani. Quest’arciconfraternita è congiunta a quella celebratissima dei padri barnabiti di Roma, dove un devoto e sontuoso tempio pieno di voti ricorda la fiducia dei pontefici, la pietà dei principi, la divozione dei popoli che sempre e dappertutto sentono vivo il bisogno di una provvidenza che non viene dal caso o dal destino, bensì dal cielo, anzi dalla Regina potente del cielo e della terra.
Chi desidera ascriversi all’arciconfraternita mandi il proprio nome alle nostre case, impegnandosi a recitare la terza parte del santo rosario almeno nelle solennità della Vergine, se vuol lucrare le numerose indulgenze ond’è arricchita. Se poi unirà alla domanda d’iscrizione una offerta qualunque, riceverà la medaglia col libretto della storia dell’arciconfraternita.
Le opere della Casa si affidano interamente a colei che è madre della Provvidenza incarnata, Gesù salvatore. Chi regge le opere della Provvidenza, chi vi coopera assiduamente, dedicandovi la vita intera ed il cuore, e chi ne fruisce ricevendovi l’alimento non solo del corpo, ma l’altro più prezioso dell’anima, tutti, il direttore, i sacerdoti, le suore, i ricoverati delle case, levano e leveranno alla Vergine ardentissime suppliche per tutti i benefattori delle loro case, affinché Dio ne prosperi le famiglie e ne benedica gl’interessi. E chiederanno alla Madonna lumi speciali ai loro benefattori per l’indirizzo delle loro carità e delle loro opere e perché acquistino altrettanta luce e altrettanta lena nel fare il bene, quanta ne adopera furioso il demonio per rovina e disperazione degli uomini e della fede.
Oh!, la Vergine santa nel suo caro mese insegni a tutti, beneficati e benefattori, a confidare e ad abbandonarsi alla Provvidenza di Dio come se l’opera umana a nulla valesse, e tuttavia a tutti dia nuova lena e proposito fermo di adoperarsi con tutte le loro forze per cooperare alle grazie che la Vergine versa di continuo sulle persone e sulle opere che lei sola riconoscono, dopo Dio, guida ed aiuto e benedizione costante. Lavoriamo alacremente nella mistica vigna e Maria ci benedirà e ci colmerà delle sue grazie.
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Madonna del Lavoro - Tutti siamo nati al lavoro. Adamo ed Eva ricevettero il comando di lavorar la terra, e la terra non il suo frutto se non è coltivata.
Dopo il peccato originale fu ordinato all’uomo di guadagnarsi il suo pane col sudor della fronte 18, e questo ordine divino impresse sul lavoro un marchio di nobiltà e di grandezza e lo rese utile altresì alla conservazione della salute fisica e morale dell’uomo. I proverbi, che sono la sapienza del popolo, confermano il detto dello Spirito Santo e in tutte le lingue e in tutti i paesi si ripete che L’ozio è padre di tutti i vizi. Se il lavoro non fosse, bisognerebbe inventarlo per sollievo dell’uomo.
L’uomo onesto non si contenta di lavorare in qualche modo: esso lavora con assiduità e con coscienza, perché [36] sa che dal lavoro proviene la prosperità domestica e sociale, e anzitutto il modo di provvedere ai bisogni molteplici della famiglia.
Si è detto fino alla noia che il lavoro è preghiera. Se questo non è positivamente vero, perché la preghiera e le opere di culto esigono un tempo che più propriamente potrebbe dirsi di riposo dell’anima e del corpo, devesi però convenire che la religione non prescrive l’inerzia sibbene l’operosità, una operosità misurata e razionale che non distrugga le forze, ma le rattempri e le accresca. La vita dell’uomo considerata coll’occhio della fede non è un bivacco od uno stagno: essa è una milizia 19.
Come Pietro, pescatore d’anime, gettò le reti nel mare per trarne da nutrire il Maestro e gli apostoli, come gli agricoltori che coltivano la terra, così i figli della Chiesa devono lavorare secondo il loro mandato e la loro vocazione. La messe è copiosa più che mai! Ma gli operai di buona volontà sono pochi, pochi! 20
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I ricchi somministrano il lavoro ai poveri. Ed i poveri, sobillati da rovinose dottrine, si rivoltano ai padroni e ne nasce la minacciosa questione sociale del lavoro, colla inevitabile conseguenza degli scioperi, coll’insubordinazione delle classi, coi malcontenti, coll’abbandono della religione e della famiglia. In tale frangente la Francia miscredente tiene acceso il fuoco della discordia, scaccia frati e suore, perseguita il clero che, per la missione ricevuta da Dio, è il solo che ha il segreto di sedare le moltitudini e tornarle alla fede. La Francia cattolica invece invoca la Vergine, tutto il mondo si rivolge alla Immacolata di Lourdes, e il sommo pontefice benedice la preghiera dei francesi alla Madonna del Lavoro, e gli operai ne fanno propria la cara divozione.
La nuova colonia di Olonio, dedicata al divin Salvatore, ha per sua speciale patrona la Madonna del Lavoro, il cui simulacro è venerato dai contadini del Pian di Spagna. Questi veggono nella Vergine che accoglie l’omaggio dell’agricoltore e dell’operaio l’imagine propria e se ne inteneriscono.
Il lavoro è sacro - Quindi bisogna amarlo, e conforme al principio religioso è l’aspirazione del popolano di formarsi una casetta sua, una famiglia dove regni col lavoro la pace, a somiglianza dell’umile casa di Nazareth.
Abolita da Cristo la schiavitù, non fu abolito il lavoro, ma nobilitato come mezzo che stabilisce i rapporti vicendevoli fra uomo e uomo e procura pane onesto e la soddisfazione dell’adempimento del proprio dovere.
Vergine del Lavoro, che incoraggi e benedici il povero colono e l’operaio, deh!, ascolta le suppliche di quanti a te ricorrono sentendosi cadere sotto il peso di fatiche prolungate che a mala pena provvedono ai bisogni della famiglia. Tu, colla tua potenza, colla tua clemenza, raddolcisci l’animo dei ricchi e fa loro sentire il dovere e la gioia di correre in aiuto dei poveri che sono loro fratelli. Vergine del Lavoro, prega per essi, prega per noi, prega per tutti.




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Nell’originale segue: « La chiesuola della Binda - Stamane alle 8 s‹ua› e‹ccellenza› mons‹ignor› vescovo, assistito dal rev‹erendissi›mo can‹onico› Gianera e dal rev‹erendissi›mo priore di San Bartolomeo (nella cui giurisdizione parrocchiale trovasi la Binda), ha benedetta solennemente la nuova elegante chiesuola di Santa Maria alla Binda, recentemente costruita su disegno dell’esimio giovane ingegnere Giulio Valli. Alla bella cerimonia presenziarono, oltre le ricoverate della succursale della Piccola Casa, anche molti del vicino paese di Lora. Fidente ognora in Dio provvido e nella carità inesauribile dei buoni, il m‹olto› r‹everendo› d‹on› Luigi Guanella aveva acquistato il gran fabbricato della Binda ed annessi per raccogliervi, fra le braccia della Provvidenza e sotto le materne cure delle sue buone suore, quei poveri infelici, ammalati, deficienti, diseredati che, privi di tutto e d’ogni umano appoggio, a stento avrebbero trovato tra le mura domestiche, se pure un tetto avevano, un tozzo di pane. A quel benefico ricovero affluirono da tutte le parti i bisognosi ed ogni vanno aumentando. Pel servizio religioso don Luigi dapprima aveva supplito alla meglio con un salone adattato ad uso oratorio. Ma il numero ognor crescente dei ricoverati fece sentire l’assoluto bisogno di una nuova chiesa più ampia, più capace. E don Guanella vi provvide facendo erigere, a spese ben s’intende della divina Provvidenza, la graziosa chiesetta che appunto stamane sua ecc‹ellen›za mons‹ignor› vescovo nostro, fra il giubilo di molti ricoverati, e di d‹on› Luigi sopratutto, faceva sacra colla solenne benedizione, intitolandola e dedicandola a santa Maria della d‹ivina› Provvidenza. Dopo la benedizione, monslsaquo;ignor› vescovo pel primo vi celebrava la santa Messa ed infine rivolgeva alle suore ed ai numerosi ricoverati [35] un discorsino in cui, sinceramente plaudendo allo zelo ed alla carità di d‹on› Guanella, ricordava i fini santi a cui la benedizione l’aveva destinata. Lodava poi mons‹ignor› vescovo le tre iscrizioni che si leggono sul pavimento della chiesa come quelle che stanno a ricordare continuamente a quanti entrano che devono pregare per ringraziare ognora la divina Provvidenza, tanto larga di favori e di protezione con loro, per invocare continue, incessanti benedizioni sui cari benefattori e finalmente per suffragare i poveri morti. La nuova chiesa è in istile basilicale. Fu costrutta su progetto e sotto la direzione intelligente ed appassionata del neoingegnere Giulio Valli, che prestava l’opera sua gratuitamente. È degno di nota che questa chiesettina, mentre risponde mirabilmente alle regole architettoniche e si presenta sotto ogni aspetto leggiadra ed artistica, è il primo lavoro dell’ingegnere Valli. A lui quindi le nostre più sincere congratulazioni e l’augurio sincerissimo di una prospera carriera, che da questi gloriosi inizii non si può che prevedere fortunatissima! » ( L’Ordine, anno XXV, n. 87, 19-20 aprile 1903, p. 2).


p. 442
18
Cfr. Gen 3, 19.


19
Cfr. Gb 7, 1.


20
Cfr. Mt 9, 37.


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