Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1903

25. Verso Lourdes.acapo. Anno X, n. 9, settembre 1903, pp. 65-70

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Verso Lourdes
Anno X, n. 9, settembre 1903, pp. 65-70.
Riconoscente per le innumerevoli grazie onde la Vergine immacolata di Lourdes fu prodiga in ogni tempo e in difficoltà gravissime col fondatore direttore delle Case della divina Provvidenza e colle case istesse, don Luigi Guanella sentiva il bisogno, anzi il dovere di deporre ai piedi dell’Immacolata il ringraziamento del suo cuore e quanto in esso trovavasi di tenerezze, di ansietà, di bisogni. Sentiva pure bisogno e dovere di supplicare la Vergine, nel santuario suo prediletto, di voler continuare la sua protezione e di accordare la sua benedizione alle minime opere da lui fondate e dirette.
Nulla però nelle Case della d‹ivina› Provvidenza vuol essere fatto senza aver invocato lumi dall’alto; si indissero quindi speciali preghiere e ritenuto che la volontà di Dio chiamasse a Lourdes il direttore, invocata la protezione dell’arc‹angelo› Raffaele, d‹on› Luigi volò da Como a Milano, poi si recò pel giorno 25 agosto a Genova, luogo di convegno.
A Genova, sotto la presidenza spirituale di monsignor Radini Tedeschi e la direzione economica del commendator Tolli, monsignor Viganò, vescovo missionario delle Indie, e il vescovo [66] di Trivento, mons‹ignor› Pietropaoli, con 420 pellegrini convenuti dalle varie regioni d’Italia si disposero al pio pellegrinaggio. Alcuni infermi movevano a compassione gli animi, e molti si domandavano angosciosamente se costoro a Lourdes avrebbero poi trovato la sospirata guarigione. A Genova, la città di Maria, la cui statua ne protegge la porta più antica ed artistica, il pellegrinaggio visitò l’Annunziata, l’Immacolata, la cattedrale e il cimitero di Staglieno, e ne partì augurando a Genova, la Superba, di crescere sempre più nell’industria e nel commercio, di acquistare sempre maggiore prosperità serbandosi fedele alle sue tradizioni religiose.
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In treno - Il 25 di agosto verso le 18 salimmo in treno salutanti e salutati. Chi ci augurava, chi ci invidiava il viaggio fortunato...
Intanto ci passavano innanzi velocemente Varazze, Savona, Albenga, Alassio, Ventimiglia, prospere, feraci, industri. Pareva a taluni che quella riviera incantata dal profumo acuto e sottile dei mandorli e degli agrumi si sfogasse a cantare un inno alla Rosa di Gerico, alla Vergine immacolata. Dopo breve sosta a Ventimiglia per le visite doganali ai bagagli, il treno proseguì costeggiando fino a Montecarlo, poi passò da Nizza, Tolone e si fermò a Marsiglia.
Il 26, alle 6 del mattino, scendevano i pellegrini, ingranchiti dal lungo viaggio, e a gruppi salivano sulle vetture preparate per recarsi agli alberghi in cui tutto era disposto per riceverli. I sacerdoti corsero a celebrare Messa, poi riunitisi agli altri pellegrini fecero molta festa all’asciolvere di cui tutti sentivano urgente bisogno. Poscia visitarono con molta soddisfazione la città, il porto, la cattedrale.
L’impavido, sapiente vescovo di Nancy, l’illustre Turinaz, entrò nella cattedrale con migliaia de’ suoi pellegrini diocesani, tenne loro un discorso animatissimo e fu ripetutamente e freneticamente applaudito. L’intrepido Turinaz con voce poderosa, con parole infocate faceva pubbliche dichiarazioni e proteste intorno allo stato della Chiesa in Francia e della persecuzione fatta dal governo alle congregazioni religiose. Noi italiani restammo confusi e meravigliati davanti a una franchezza che ricorda assai davvicino la franchezza apostolica ed il coraggio dei martiri cristiani. All’indomani avemmo la fortuna di sentire ancora l’eloquente prelato predicare nel grandioso tempio di Nostra Signora della Guardia, posto in alto sulla cima d’un colle, quasi a proteggere Marsiglia e il mare che vasto e maestoso gli si para innanzi.
Il santuario, cui si accede colla funicolare, è sontuoso e caratteristico, colle sue migliaia di ex voto. Questi parlano di fortune di mare scampate, di naufraghi salvati, di alberi spezzati, di timoni perduti, di bastimenti, di barche, di burchielli sommersi già e poi giunti a porto coll’equipaggio, il quale veniva in seguito a sciogliere il voto a Notre-Dame de la Garde, che invocata - 461 -a tempo non ha lasciato mai sommergersi nessun marsigliese 35.
In Marsiglia lavorano numerosissimi operai italiani, e molto a proposito osservava monsignor Viganò che, non essendovi chiese e sacerdoti italiani, i nostri in quel porto dove il lavoro febbrile non lascia posa si trovano smarriti e solitari in un misero abbandono.
Senza prendere riposo, lo stesso giorno mercoledì 26, verso mezzogiorno, partimmo da Marsiglia e salutando dal treno Mèze, Tolosa, Cette traversammo i Pirenei per giungere a Lourdes alle 11 del 27.
I sacerdoti e anche molti laici volarono al santuario per celebrarvi la santa Messa o ricevervi la santa Comunione, indi si recarono agli alberghi destinati come pecore affamate all’ovile, per prendervi pasto e un riposo cui dava loro sacrosanto diritto il viaggio lungo e faticoso, benché rallegrato dalla gioia di recarsi ai piedi dell’Immacolata e di veder scorrere la chiara onda del Gave.
Lourdes - Cittadina di circa diecimila abitanti, Lourdes giace all’imboccatura d’una valle pittoresca percorsa dal Gave, il quale prende alimento dai ghiacci perpetui dei Pirenei che dividono la Francia dalla Spagna.
Il santuario: una rotonda, è la vasta chiesa del Rosario. Per due grandi vie, che si elevano su archi maestosi a destra e a - 462 -sinistra, si sale dalla piazza alla chiesa o cripta, ricca di mosaici come il San Marco di Venezia, poi di si sale alla basilica massima. Parlando di questa, Pio IX di santa memoria soleva dire: « Questa basilica è mia », e poteva ben dirlo perché vi aveva mandato un prelato eminente a rappresentarlo nella solenne consacrazione del tempio.
Le due chiese sono a perpendicolo sulla roccia di Massabielle e sotto di esse, in piano, trovasi la grotta felice in cui avvennero le prodigiose apparizioni. Con immenso gaudio pensava il direttore alle grotte da lui imitate e ripetute in varie delle sue case, sperando che ivi pure la Madonna faccia risplendere le sue grazie. Dinanzi alla grotta ardono di continuo piramidi di candele. La bianca Vergine, collocata in alto, riceve il profumo delle suppliche che incessanti le si innalzano e stende le mani in atto amoroso, per lasciarne piovere a fiotti le più copiose ed elette benedizioni.
Di fronte alla grotta vengono condotti gli ammalati su carri, su carrozzelle, ovvero portati sulle braccia o dentro i loro lettucci da infermieri che appariscono, e certo sono compresi dell’altezza del beneficio che si implora e si aspetta. Tra gli ammalati vi sono uomini, donne, sacerdoti, frati e monache, e vi hanno infermi di corpo e molti più infermi di spirito. Giunti davanti alla grotta, vi ascoltano la santa Messa e si comunicano, indi passano alle piscine. Ivi i poveri malati si lavano e pregano, taluni con sommessi accenti ma i più con grida supplichevoli che fanno vedere che la favilla della fede « negl’italici cor non è ancor morta » 36. Italiani e stranieri sono e si sentono tutti fratelli alla miracolosa piscina e ripetono le loro suppliche con tal foga di affetti, con tanta insistenza [68] che pare proprio si accingano a disarmare il braccio della divina giustizia e ad attirare come ago calamitato dal cielo sulla terra le benedizioni divine.
Alle 16 di ogni giorno vi è la processione col Santissimo Sacramento. Centinaia di sacerdoti fortunati accompagnano il Venerabile, in cotta e molte centinaia in abito talare; sono seguiti - 463 -da migliaia di fedeli aggruppati secondo la regione e distinti fra loro dai vessilli particolari dei vari pellegrinaggi. Gli ammalati, schierati in due interminabili file a destra e a sinistra dell’immenso piazzale, quali sulle grucce, quali su poltrone portatili, carrozzelle o lettini, aspettano che Gesù sacramentato, passando, faccia loro udire come al paralitico: « Sorgi, prendi il tuo letticciuolo e cammina » 37.
Il prelato che porta Gesù-ostia benedice con esso in generale tutte le moltitudini adunate, e ogni ammalato benedice in particolare, mentre ai due estremi del piazzale si intonano preci ed inni pieni di entusiasmo, di fede, di ardore santo. Quegl’inni e quelle invocazioni, tradotte in diverse lingue, riempiono l’aria e salgono a Dio uscenti dalle moltitudini gremite sulle gradinate del santuario. Spettacolo commovente di fede e di amore, di grazie e di prodigi! Ogni giorno si ripeterono guarigioni prodigiose, ma di queste parleremo in altro numero, per non prevenire le decisioni della Chiesa.
Alla sera verso le 8 vi è la processione aux flambeaux, ossia colle fiaccole, e di questa pure riparleremo nel numero prossimo.
La notte - Durante la notte a Lourdes ogni pellegrinaggio si ferma almeno per due ore a fare l’adorazione davanti al Santissimo Sacramento. A mezzanotte incomincia la celebrazione della santa Messa ad ognuno degli altari delle tre chiese, e si può calcolare che se ne celebrino sessanta ogni mezz’ora, cominciando dalla mezzanotte e continuando senza interruzione fino al tocco. Le chiese son sempre stipate ed i pellegrini si succedono dopo di aver ricevuto divotamente la santa Comunione.
La vita di Lourdes - Pare che un lembo di cielo adombri la terra fortunata dove la Vergine apparve a Bernadette e dove le grazie spirituali e temporali più insperate sono il fatto rinnovato d’ogni giorno. I pellegrini vi si trovano come avvolti in un’atmosfera d’innocenza e di soprannaturale e sentono nel - 464 -cuore il profumo di colei che si annunciò: « Je suis l’immaculée Conception ».
I pellegrini trovano in Lourdes un raggio di luce tutta divina nelle preghiere che in pubblico come in privato vi si continuano di notte come di giorno. Una saetta di amore divino pare che soavemente configga i cuori presso quegli altari che sentono il passaggio di Maria, e il pellegrino fortunato non vorrebbe mai più dipartirsene, e allontanatosene vorrebbe presto ritornarvi. Sia lode a Gesù ed alla purissima, onnipotente Madre sua!
Ruminando - Le prediche del vescovo di Nancy monsignor Turinaz hanno impressionato ognuno. Mentre in una cappella della cattedrale di Marsiglia stavamo pregando, udiamo un calpestio di gente che entra in chiesa, poi nel silenzio universale una voce tonante e toccante, poi uno scroscio di applausi ripetuti. [69] Pareva qualche cosa di più della voce e degli applausi comuni. Mi affaccio verso la chiesa e sento il vescovo Turinaz esclamare: « So che al governo della repubblica dicono che monsignor Turinaz è un vero tormento, e so ancora che uno propose: Mandiamolo in carcere! Altri rispondeva: No, perché il popolo si leverebbe a tumulto. All’esilio dunque? No, peggio che mai, sarebbe un errore. Un terzo in guisa di conclusione decretava: Lasciamolo libero! Per forzachiudeva il vescovo — per forza mi lasciano libero, proprio come la volpe la quale non potendo coglier l’uva diceva ch’è acerba ».
La parola di mons‹ignor› Turinaz conquide. Anche a Lourdes, dalla gradinata della chiesa del Rosario, parlava alle moltitudini affollate nell’immenso piazzale, e la sua voce era udita perfino nelle parti più lontane e gli applausi scoppiavano generali ed entusiastici. Secondo ‹quanto› è riportato dall’Osservatore Cattolico di Milano 38, Combes dirigendosi a monsignor Andrieu, arcivescovo di Marsiglia, lo apostrofava: « Perché ella non ha impedito di predicare al Turinaz nella sua cattedrale? ». Alla risposta dell’arcivescovo, il quale diceva di essere stato assente, occupato nei santi Esercizi, Combes replicò decretando: - 465 -« Ebbene, ella sarà privato d’ora innanzi delle temporalità della sede ». A sì ingiusto decreto, indignati i marsigliesi protestarono non colle parole ma coi fatti, caricandosi essi stessi di restituire al loro arcivescovo le temporalità toltegli ingiustamente.
La casa di Bernardina Soubirous - La casa privilegiata dalla Madonna trovasi sulla via principale di Lourdes a poca distanza dal ponte sul Gave. Vi si conserva intatta la cameretta poverissima di Bernadette, col suo povero letto.
Il fratello di lei in un locale annesso tiene un modesto negozio di oggetti sacri. Esso è di bassa statura, mingherlino, di aspetto dolce e modesto. I pellegrini amano vederlo e godono comperare da lui e ricevere dalle sue mani i ricordi di quella terra privilegiata.
Diorama - Non è privo d’interesse il diorama nel quale si vede rappresentata con evidenza la bellissima scena della prima apparizione e la morte commovente della Soubirous. Corona poi la visita al diorama un panorama interessante di Gerusalemme.
Dintorni di Lourdes - A destra della basilica sale una via che conduce al monte Calvario, ove nei massi son infisse le croci in legno delle quattordici stazioni della Via Crucis. I pellegrini si radunano in gruppi per fare divotamente il pio esercizio della Via Crucis e ridiscendono poi dalla parte opposta per visitarvi le due grotte assai vaste di santa Maria Maddalena e dell’Addolorata, indi continuano processionalmente cantando e pregando per una via a svolte, finché giungono appiedi della grotta dell’apparizione.
Salita al Pic du Jer 39 - Attraversata in tram la cittadina privilegiata, fatto a piedi poco cammino, si giunge a basso del monte. Saliti sulla funicolare, dopo un quarto d’ora si scende, si cammina ancora un poco e presto si giunge al belvedere d’onde [70] si domina Lourdes. si vede la maestosa catena dei Pirenei, le cui cime sono coperte di ghiacciai, e da un lato - 466 -la valle di Gavarnie dove Bernardina, data a balia presso una famiglia di contadini, piccoletta ancora pascolava le pecore. Sul belvedere del Pic du Jer si trovano cannocchiali che avvicinano le distanze e danno l’illusione di toccare quasi con mano i ghiacci perpetui. Una ventina di diorami fanno vedere le maggiori meraviglie della Francia: chiese e monumenti, valli e monti e i panorami più incantevoli.
Il ritorno - Il 3 settembre, giovedì, a mezzogiorno si monta in treno. Com’è doloroso lasciar Lourdes, dove il cuore si è effuso dolcemente, lungamente colla Vergine immacolata, dove si è vissuti quasi dimentichi delle cure ordinarie della vita! Eppure bisogna tornare! Addio, grotta benedetta dove lumi ed ispirazioni scesero ad incoraggiare gl’incerti, dove una forza nuova animò tutti! Ma bisogna partire: andiamo!
Il 4 mattina scendemmo a Marsiglia, e condotti in chiesa dalle vetture che ci attendevano alla stazione, udita o celebrata la santa Messa, dalle stesse vetture fummo ricondotti alla stazione alle 7,45. Ivi ad ogni pellegrino venne consegnato un sacchetto di carta contenente la colazione. Alle 7 di sera si giunse a Ventimiglia dove, preso un brodo e qualche ristoro, si riceve come al mattino un pacchetto contenente il pranzo. Qui si dichiara senz’altro sciolto il pellegrinaggio. I pellegrini, benché sciolti, procedono uniti e giungono a Genova a mezzanotte. Quelli pressati dal tempo, quantunque stanchi, continuano ancora e arrivano il 5 mattina alle 6 a Milano.
Il pellegrinaggio partendo da Genova e tornando a Genova costa, tutto compreso, L. 130 in terza classe, L. 160 in seconda e L. 200 in prima.
Coraggio, amici della Madonna e delle Case della d‹ivina› Provvidenza! Coraggio, fatevi tutti missionari ed apostoli della Madonna di Lourdes. Cercate voi stessi di pellegrinare in quel luogo dove le meraviglie accadono come fatti naturali, e vedrete cogli occhi vostri e toccherete con mano che la bianca Vergine de’ Pirenei ascolta ed esaudisce benigna le suppliche de’ figli suoi.
Le Case della divina Provvidenza fecero gran festa all’arrivo del loro direttore e con esso cantarono il Te Deum per ringraziare - 467 -il Signore di avergli dato, con questa consolazione, affidamento di benedizioni sempre maggiori sulle opere fondate per obbedire alla sua divina volontà.
Tutti i pellegrini partenti da Lourdes dissero alla grotta benedetta non già addio, sibbene arrivederci.
D‹on› Luigi Guanella




p. 461
35
Nell’originale segue un brano non attribuibile all’A: « Io stessa ricordo d’aver visto, anni addietro, salire lentamente a piedi un uomo di mare con un grosso cero in mano: gli tenni dietro e dietro a lui entrai nel santuario. Lo vidi deporre il suo cero all’altare di Maria, lo vidi prostrarsi, lo vidi piangere a dirotto come un fanciullo... Piansi anch’io. Era un uomo che camminava verso la quarantina: vestito di nero, pareva piuttosto ricco che povero. In chiesa eravamo pochi. [67] Quando l’uomo di mare uscì, gli tenni dietro e udii tra le lagrime il racconto che, tra le lagrime, egli mi faceva del pericolo corso col suo equipaggio in alto mare e come, quando tutte le speranze erano perdute, votandosi alla Madonna di Marsiglia, il suo bastimento trovò clementi i venti e le onde che poco innanzi stavano per sommergerlo »; probabilmente si tratta di un’aggiunta dovuta alla direttrice del periodico Maddalena Albini Crosta.


p. 462
36
Cfr. Francesco Petrarca, Canzoniere, CXXVIII, 96.


p. 463
37
Mt 9, 6.


p. 464
38
Cfr. Il “Kulturkampffrancese. Il vescovo di Marsiglia punito, ne L’Osservatore Cattolico, anno XL, n. 203, 7 settembre 1903, p. 1.


p. 465
39
Originale: Pic d’Isère; ripetuto nel paragrafo.


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