Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1903

35. Colonia di San Giuseppe a Monte Mario - Roma.acapo. Anno X, n. 12, dicembre 1903, pp. 92-94

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Colonia di San Giuseppe a Monte Mario - Roma
Anno X, n. 12, dicembre 1903, pp. 92-94. Presentato al processo.
Siamo di fianco al Vaticano e sentiamo battere le ore del tempio massimo della Cristianità. Ci par di sognare. Siamo nel Comune di Roma, d’accosto alla immensa cupola di San Pietro, - 491 -e l’animo nostro, respirando quell’aura satura di sante idealità, crede perfino sentire l’eco delle voci e dei canti che dentro la basilica vaticana risuonano nelle maggiori solennità dell’anno.
Poco fuori delle mura della eterna Città, entro un’area di 280.000 metri, ci troviamo liberi e padroni con una gran messe da mietere: la bonifica del terreno, la salvezza e l’educazione cristiana di giovani pericolanti.
La ferrovia di Viterbo saluta attraversandola [93] la Colonia di San Giuseppe. Le suore del Cenacolo, poco lontane, indicano a suono di campana le loro funzioni e le loro occupazioni, e la campanella della Colonia di Santa Maria sveglia noi pure alla preghiera ed al lavoro e ci invita al riposo del mezzodì e della sera. La Colonia di Santa Maria è assistita dal piissimo sacerdote Luigi Orione, fondatore dell’istituto degli Eremiti ‹della divina Provvidenza›, congregazione benemerita ad imitazione dei benedettini e di altre congregazioni religiose che nei tempi andati salvarono la società e fecero progredire la civiltà mediante l’agricoltura, lo studio e le arti. Veramente edificante per operosità, abnegazione, pietà e zelo è a tutti il sacerdote tortonese.
Sul Monte Mario abbiamo trovato buoni amici ed appoggio efficace nella famiglia Adamoli di Bellano. A Roma la benevola protezione di cospicui personaggi agevola non poco la nostra missione. Sentiamo però il debito di indicare agli amici nostri tra i principali nostri protettori di Roma il nipote del vescovo di Piacenza, mons‹ignor› Attilio Bianchi di Fino Mornasco, provincia di Como, il quale benché giovanissimo per i suoi meriti preclari venne assunto all’ufficio delicato della segreteria pontificia. Questo illustre nostro concittadino, entusiasta della Colonia di San Giuseppe, le consacra più ore ogni settimana.
Ne siamo intimamente persuasi: noi siamo in Roma chiamativi dalla divina Provvidenza, et hic manebimus optime 67.
Siamo entrati nella Colonia di San Giuseppe il 15 ottobre di quest’anno; la stagione era già inoltrata, premevano i lavori di coltivazione per non perdere i frutti dell’anno prossimo e si - 492 -dovette, come dice il proverbio, dare Acqua alle corde! La terra era dura ed arida per una siccità ostinata di parecchi mesi, ma Dio buono fece cadere una benefica pioggia che aprì tosto le vene ai solchi.
Subitamente si fece larga provvista di coppie di buoi atti al lavoro, di aratri e degli occorrenti attrezzi campestri. Dalla vicina Roma si portarono e si sparsero sul latifondo duemila quintali di concimi naturali e sul seminato si sparsero sessanta quintali di concimi chimici. Mancava però ancora un’abbondante e sana acqua potabile, e si ottenne la derivazione dell’Acqua Marcia la quale, come ognun sa, è fra le migliori acque di Roma. Mancava ancora il completamento di un fabbricato, e fu provveduto anche a questo colla massima celerità, talché ben presto la colonia potrà ricoverare oltre venti lavoratori nelle due case poste alle due estremità del terreno.
Nel piccolo ma divoto oratorio della colonia sta la forza della colonia stessa, poiché ivi risiede Gesù nell’augustissimo Sacramento dell’amor suo.
La colonia inspirata dal compianto pontefice, il grande Leone XIII, la cui mente elevata non trascurava mezzo alcuno per migliorare la società, fu iniziata da illustri prelati e da nobili patrizi romani allo scopo di togliere al pericolo ed allevare all’agricoltura fanciulli derelitti, che l’Opera della Conservazione della fede 68 strappa alle branche voraci del nemico delle anime e di Dio. Non era obbligo nostro di rispondere all’invito di eminentissimi personaggi e di adoperarci col massimo impegno perché la colonia addossataci si avvii a corrispondere alle speranze loro?
Il rev‹erendissi›mo arciprete G‹iovanni› B‹attista› Baroni, cameriere segreto di s‹ua› Santità, venuto a stare fra i nostri poveri nella Casa della sacra Famiglia in Fratta Polesine, avendo offerto generoso obolo anche per la Colonia di San Giuseppe, si dispone a passarvi l’invernata, per curare insieme la salute del corpo nel dolce clima della Città santa e per confortare lo spirito percorrendo quella terra santificata già dal sangue dei - 493 -martiri. Con vera gioia abbiamo sentite confermate le onorificenze e le benevolenze pontificie all’illustre nostro cooperatore e benefattore.
Il nostro sacerdote d‹on› Giacomo Rota, lo stesso che iniziò con ottimo esito la colonia di Olonio San Salvatore, è ora alla direzione della colonia di Monte Mario, coadiuvato dal chierico Bonacina e da volonterosi laici della casa e di fuori. Sono di grande aiuto e meritano lode tre antichi amici e lavoratori di Figliaro presso Olgiate Comasco, e certo Trionfale di Tenno, onesto e laborioso contadino industriale. [94] Il bravo Bonsignori di Remedello ci fece prezioso regalo affidandoci un giovane diciottenne orfano educato alla sua scuola, un vero tesoro di attività e di principii.
Il rev‹erendo› don Orione terrà un triduo di spirituali Esercizi nell’oratorio della nostra colonia per disporre i nostri giovani a celebrare santamente le feste natalizie e coltivare in essi la dovuta riconoscenza al Signore ed ai nostri benefattori.
Fatevi coraggio, figli della Provvidenza. La confidenza in Dio rafforza il corpo, rischiara la mente, avvalora la buona volontà.




p. 491
67
« E qui staremo benissimo » (Tito Livio, Ab Urbe condita, V, 55).


p. 492
68
Cfr. nota 24 a p. 445.


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