Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1904

7. Colonia a Monte Mario.acapo. Anno XI, n. 3, marzo 1904, pp. 26-29

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Colonia a Monte Mario
Anno XI, n. 3, marzo 1904, pp. 26-29. Attribuito.
Il terreno di Monte Mario, quasi terreno vulcanico, brucia sotto i piedi e bisogna spegnerlo subito, se non si vuole che consumi i denari e le attività d’ogni galantuomo che si illuda di coltivarlo senza fare immediatamente un sacrificio colossale. Ecco come pare a noi di aver domata, se non smorzata, l’arsura di quella terra.
Verso la metà d’ottobre entrammo in possesso della colonia con un drappello piccolo ma volonteroso di lavoratori, [27] - 506 -facendo acquisto di buoi, di cavalli, di una quantità di attrezzi rurali e parecchie migliaia di quintali di concime cavallino fracido. Tosto si diede opera a spargere e seppellire il letame nel terreno arido, favoriti da una pioggerella provvidenziale sospirata da più mesi, la quale valse ad ammollire il terreno e disporlo per l’aratura.
Si continuarono alacremente i lavori in novembre e dicembre, gennaio e febbraio, ed ora abbiamo finito di concimare ed arare circa venti ettari di terreno, che in giugno darà grano abbondante e foraggio sufficiente per l’impianto ed il mantenimento di una pingue vaccheria. Urgeva condurre acqua sana per uso degli uomini e del bestiame e si fece la derivazione dell’acqua dall’Acqua Marcia 13, una delle migliori di Roma. Convenne ampliare la casa e la si provvide inoltre di lavatoi e di abbeveratoi.
La modesta cappella, spoglia e disadorna, fu ornata e provveduta di arredi sacri. Il direttore don Luigi Guanella, ottenute le debite facoltà, benedisse una bella statua di san Giuseppe, indi processionalmente fu portato nella chiesina il grande patrono, costituito padre e custode della colonia che porta il suo nome. La bella statua fu regalata dal m‹olto› r‹everendo› d‹on› Luigi Orione, il quale povero egli stesso, fondatore e padre spirituale della pia congregazione degli Eremiti ‹della divina Provvidenza›, poveri anch’essi, trovò nel suo cuore di fare questa carità ai fratelli della vicina colonia.
L’Istituto di San Giuseppe ricambiò il graditissimo prezioso regalo con un’altra statua, quella della Immacolata, la quale nella festa della Purificazione fu portata processionalmente in giro alla colonia col concorso di molte persone non solo di Santa Maria, ma anche di Roma e dei dintorni. Con tale pia cerimonia l’Immacolata madre di Gesù, la castissima sposa dell’Uomo giusto, prese possesso della Colonia di Santa Maria di cui è costituita madre e patrona.
Il commendatore G‹iovanni› B‹attista› Cerletti, che nell’agro romano ha portato a termine con felicissimo risultato importanti- 507 - [28] bonifiche, ed è già tanto benemerito delle nostre case per la guida e l’appoggio dato alla bonifica della colonia di ‹Olonio› San Salvatore in Pian di Spagna recandosi ripetutamente sul posto a sorvegliare l’andamento dei lavori da lui suggeriti, anche a Roma volle fare altrettanto, visitando insieme al direttore la colonia di Monte Mario e suggerendo e dando indirizzi preziosissimi. L’illustre professore trovò necessaria la costruzione di una stalla con sovrapposto fienile ed incoraggiò l’opera che a lui parve di sicuro esito. Tracciato il disegno, fu tosto combinato colla ditta Profili & C. Capomastri di fabbricare uno stallone di m. 20 di lunghezza e largo m. 8, con volta in travi di ferro e di sopra un vasto fienile, per il prezzo complessivo di L. 7200.
Il commendatore Cerletti crede che i piani di due vastissimi canneti possano essere convertiti in due floride praterie capaci di mantenere una quindicina di vaccine lattifere, il che sarebbe di non piccolo utile alla colonia, perché in Roma il latte si vende a 30 centesimi al litro.
La nuova costruzione, che per la fine di maggio sarà compita, è posta a rettifilo del fabbricato già esistente, talché verso la città darà la vista di un casamento lungo una quarantina di metri. Di concerto coll’ingegnere agrario, si decise di accaparrarsi diecimila quintali di concime naturale di stalla per i prati e per le arature della ventura stagione autunnale, e così fu fatto. Due paia di buoi ed un cavallo forte sono impiegati di continuo a concimare ed arare.
La colonia di Monte Mario ripone la sua vita e il suo avvenire materiale nell’abbondanza dei concimi facili ad aversi a vilissimo prezzo, un paio di franchi al carro, ad un’ora di distanza o poco più.
Domanderanno anche qui gli amici nostri e i lettori del giornaletto: e i quattrini? La Provvidenza finora ha mandato non solo le ispirazioni, ma anche i quattrini, e s’intende uomini e donne di buon volere che hanno fatto la carità, non al prete ma [29] ai poveri pei quali il povero prete lavora, quindi la colonia può sperarsi assicurata l’esistenza.
Se dunque la Provvidenza ci ha aiutati finora, vorrà forse abbandonarci nell’avvenire? Sarebbe ingratitudine il dubitarlo.




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Originale: dell’acqua da Anco Marzio.


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