Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1905

1. Ringraziamenti.acapo. Anno XII, n. 1, gennaio 1905, pp. 4-8

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Ringraziamenti
Anno XII, n. 1, gennaio 1905, pp. 4-8. Attribuito.
La pia Casa della divina Provvidenza ringrazia sua Santità Pio X che, oltre all’averla benedetta più e più volte nella persona del suo direttore, si degnò anche ricevere sotto la sua protezione il nuovo ricovero di San Cassiano del Meschio, diocesi di Vittorio, non lungi da Riese suo paese natio, accordandogli altresì l’onore di portare il suo nome, Pio X.
Ringrazia l’eminentissimo cardinal Ferrari della sua benevolenza incessante per le nostre case e per le dame del Pio Consorzio di Sant’Ambrogio ad Nemus, che da lui ricevono di continuo incoraggiamento e benedizione a procurare il bene dei nostri cari ricoverati.
Le dame stesse e il loro assistente mons‹ignor› Carlo Brera ricevano l’attestazione della gratitudine delle orfanelle e della Pia Casa, la quale riconosce il molto bene che da essi riceve.
All’eminentissimo cardinal Vicario monsignor Respighi, agli eccellentissimi vescovi di Como, di Pavia, di Lodi, di Bergamo, di Rovigo, di Ceneda, di Senigallia, di Coira, di Lugano, che vollero benignamente visitare le nostre case, educare i nostri chierici al sacerdozio aprendoci le porte dei loro seminari, ed accolte le nostre opere nelle loro diocesi, le assistono di continuo.
Dall’ecc‹ellentissi›mo vescovo Antonio Polin, che venne appositamente da Adria, fu recentemente ordinato diacono il [5] nostro povero e caro infermo Paolo Guffanti; fu pure da lui ordinato suddiacono il nostro chierico Zaffaroni. Agli ordinati i nostri voti e rallegramenti. Al vescovo ordinante ossequi e ringraziamenti di tutti noi.
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Tutti quanti hanno beneficato le Opere della divina Provvidenza coll’opera, col denaro o colla preghiera, ed i generosi che in vita ed in morte si ricordarono delle nostre case per farsi amico Iddio nelle persone dei poveri, ricevano da Dio misericordioso il centuplo di quanto hanno dato, in salute e prosperità se vivi, in premio e gaudio se caduti laggiù dove sarà dato esatto conto di tutto il male e di tutto il bene operati sulla terra. La misericordia e la munificenza divina ricolmi‹no› ed avvolga‹no› i nostri benefattori e li renda‹no› felici in questa e nell’altra vita. E nel novero dei benefattori pei quali preghiamo, poniamo pure i generosi oblatori pel Pane di sant’Antonio i quali, confidando nelle nostre preghiere, dirigono le loro offerte ai poveri nostri.
Stante i bisogni urgentissimi delle nostre case, le suore della Divina Provvidenza vanno talvolta in cerca di carità, benché la questua non sia di regola ma sia fatta soltanto come eccezione. Benedica e compensi il buon Dio i reverendi parroci che le indirizzano e le appoggiano, e le buone famiglie che le accolgono e non le rimandano a mani vuote. Se si pensi all’umiliazione delle povere suore, le quali si trovano costrette a stendere la mano per trovare il pane pei loro ricoverati, non parrà grave dar loro un obolo e una buona parola che ne rialzi il coraggio.
Ringraziando quelli che ci beneficano, sentiamo il dovere di ringraziare altresì quelli che ci danno occasione di fare il bene, e segnatamente le parrocchie che si valgono dei nostri sacerdoti pel ministero sacro e delle nostre suore per uffici di carità. Pur troppo non ci sentiamo in grado di corrispondere a tutte le richieste, perché per quanto aumentati i [6] preti e le suore nelle nostre case, sono ancora troppo minori del bisogno, secondo la frase evangelica: « Il campo da coltivare è grande, ma gli operai sono pochi » 1. Ci perdonino coloro cui non può giungere la nostra opera e ci implorino da Dio di avere braccia più poderose per istendersi dove è più stringente il bisogno.
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Ringraziamo altresì i nostri ricoverati che colla loro corrispondenza e la loro gratitudine ci rendono facile e dolce la beneficenza.
E ringraziamo altresì gli altri che ci danno occasione di esercitare la pazienza e ci mettono nella necessità di levare a Dio la mente e di rettificare l’intenzione di continuo, per liberarci dallo scoramento che talvolta ci assale.
A tutti quelli che hanno rapporti con noi, ai giornalisti che benevolmente parlano delle opere nostre, agli altri che le avversano, agli amici ed ai nemici, conceda Iddio le sue grazie, affinché anche i nemici diventino amici ed i persecutori si mutino in nostri benefattori... Ed un solo gregge, sotto un solo pastore 2, credente e benedetto da Dio, sia questa Italia nostra, questa nostra cara Milano!
« Siam fratelli, siam stretti ad un patto » 3 - Tutti nelle Case della divina Provvidenza « siam fratelli, siam stretti ad un patto », perché tutti ivi sono cooperatori e strumenti di Dio.
O sacerdoti Figli del sacro Cuore 4, specchiatevi in esso e ritemprerete il vostro coraggio anche quando, slanciati in un’impresa difficile e penosa, non sapete trovare una via d’uscita. Specchiatevi nel sacro Cuore di cui siete figli, e colla fede e la perseveranza troverete la soluzione felice dell’opera alla quale il comando del superiore, che è poi la voce di Dio, vi ha impegnati. L’obbedienza è la salvaguardia della vocazione.
E voi o chierici, destinati a diventar sacerdoti, curate attentamente la grazia della vocazione affinché non vi accada di demeritarla. Le prove cui sarete soggetti saranno penose, ma fede e coraggio a superarle, e la vittoria sarà assicurata!
[7] Laici che vi dedicate dentro queste mura alle opere di carità, non tenete conto dei momenti penosi e difficili, ma sursum corda! Pensate che nulla di buono si consegue senza fatica e che Dio, da buon pagatore, vi compenserà largamente d’ogni - 536 -passo speso per amor suo e per amor delle anime comperate a prezzo del suo sangue sulla croce.
Povere suore, immolate nel nascondimento ad atti di misericordia talora ripugnanti alla natura, pensate che se l’occhio dell’uomo non conta i vostri sforzi e non giunge a valutarli, vi ha bene in cielo un occhio vigile che tutto misura e a tutto prepara largo, eterno premio. I vostri poveri scemi, che accudite con tanto amore, non sanno quello che vi devono, ma quell’Uno a cui immagine sono fatti dice grazie a voi per ogni atto di carità fatto ad essi, e tanto più se contrario alla vostra inclinazione, penoso, ributtante. E voi novizie, che agognate di diventar suore a vostra volta, alto il cuore e la mente, guardate il cielo!
Il direttore sacerdote Luigi Guanella, che fu costretto quasi due mesi fra letto e lettuccio per un forte attacco d’influenza, porge vivi ringraziamenti a tutti gli amici e benefattori che si interessarono della sua salute e con preghiere e con limosine gli implorarono dal Signore la guarigione. Fidente in Dio, che gli conceda di tutta impiegare la vita nelle opere di beneficenza alle quali lo ha chiamato, lo ringrazia della sanità ottenuta ed implora dai buoni quell’aiuto senza cui non potrà riescire nelle difficili imprese affidategli dalla divina Provvidenza.
Preghiera, coraggio - O ricoverati uomini e donne, vecchi, giovani e fanciulli, artigianelli ed orfane, invalidi, cronici e sani, tutti quanti ricordatelo sempre l’obbligo di pregare per i vostri benefattori e rammentate che senza il loro soccorso non sarebbe aperto a voi un asilo dove, col pane del corpo, [8] ricevete pure quello dell’anima, la fede, e quello dell’intelligenza, lo studio e la professione. E quando vengono anche per voi momenti difficili e vi pare di ricevere qualche torto, rettificate l’intenzione e rammentate che chi vi assiste e vi cura vi ama anche se vi corregge o vi prova, perché vede in voi la persona istessa di nostro Signore, il quale ha detto: « Quello che farete a uno de’ miei poveri in nome mio, lo terrò come fatto a me medesimo » 5.
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Coraggio anime tribolate, coraggio anche voi sacerdoti e suore che, chiamati lungi dalla Casa madre ad esercitare le opere di carità e ad aprire case e nuovi ricoveri, siete assaliti da tristezze e sentite l’isolamento. La divina Provvidenza veglia amorosa su di voi e popola la vostra solitudine.
E voi tutti che patite e sentite il morso della sventura e della tribolazione, alto il cuore! Dio è buon pagatore e vi renderà in cielo più assai di quanto vi ha tolto quaggiù.
Requiem aeternam - Dona la tua requie, o Signore, ai fedeli defunti nostri benefattori, nostri ricoverati, sacerdoti nostri e nostre suore, e fa’ che giunti al gaudio eterno preghino per noi che combattiamo, affinché vittoriosi com’essi nelle battaglie della vita, meritiamo di raggiungerli un giorno in cielo.




p. 534
1
Cfr. Mt 9, 37.


p. 535
2
Cfr. Gv 10, 16.


3
Alessandro Manzoni, Il conte di Carmagnola, atto II, coro, 125.


4
Cfr. nota 4 a p. 218.


p. 536
5
Cfr. Mt 25, 40.


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