Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1905

24. Un felice inizio.acapo. Anno XII, n. 9, settembre 1905, pp. 135-137

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Un felice inizio
Anno XII, n. 9, settembre 1905, pp. 135-137. Attribuito.
La Provvidenza ha mosso alla casa un invito di fondare nella valle di Avers una piccola chiesa cattolica. L’invito è venuto con una triplice offerta di tre signore che rappresentano il « devoto femineo sesso » 25, la signora Olivari Canessa di Roma, la signora Balconi di Milano e la signora Boccardo di Genova. I conti Parravicini di Lecco fecero pure una generosa offerta ed altra ne è stata promessa da persona che, per ora, ama tenersi ignota. Le tre dame, che fecero la cura climatica nelle nostre stazioni di Splügen e Andeer promettendo di tornarci un - 566 -altr’anno, sperano di assistere all’inaugurazione della chiesina, della quale tuttavia non è ancora fissata la località.
Sarebbe luogo opportuno Campsut, centro delle valli di Avers e di Madris, perché dalla Valle di Lei con un’ora di cammino il sacerdote di Piuro potrebbe recarsi nella stagione buona a celebrarvi una seconda Messa. Tuttavia Cresta, benché più discosta, sarebbe preferibile per il maggior numero di operai e agricoltori cattolici e perché i due nuovi alberghi chiamano lassù per la cura climatica molte persone. La Provvidenza, come ha mandato un felice inizio per la piccola fondazione, farà anche conoscere dove sia meglio piantarla. Alla gente di buon cuore spetta il corrispondere alla divina chiamata con offerta proporzionata alle proprie forze ed al bisogno di essere prosperati e benedetti da Dio.
In Andeer, con sacrifici che hanno toccato l’eroismo, d‹on› Giovanni Pozzi è riuscito a ristaurare la chiesa cadente e a completarla. [136] A Splügen, coll’aiuto delle pie persone che ivi vennero a cercare aria, salute e riposo, poté corredare decentemente la bella ma disadorna chiesina.
Don Guanella ebbe il conforto di sentire da s‹ua› ecc‹ellenza› ‹il› vescovo di Coira che i cattolici sono di molto cresciuti nella sua diocesi, epperò gli bisognano altre stazioni nei Grigioni e in val Bregaglia. Don Luigi a questo invito, includente un largo plauso, rispose che se monsignor Battaglia benedice ed aiuta, la Casa della Provvidenza sarà felice di secondare i suoi santi fini. Oh certo, il Signore pel suo servizio aumenterà i sacerdoti della casa e moltiplicherà le loro forze!
In valle Bregaglia - La stazione cattolica di Promontogno, assistita dal nostro sacerdote d‹on› Giovanni Formentelli, ha ora la sua bella chiesina i cui vetri furono dipinti con gusto e maestria quest’estate da una pittrice di Lodi.
Insigni benefattori aiutarono l’erezione della chiesa e l’arredamento della casa. La sig‹nora› marchesa Eleonora Parravicini di Cremona regalò l’altare di bellissimi candelabri e la chiesa di una divota Via Crucis. Il m‹olto› r‹everendo› sacerdote Lucchini, di San Satiro in Milano, offerse una sonora campana e, non appena sarà innalzato un lillipuziano ma svelto campanile, la - 567 -campana vi salirà e farà risuonare per la valle del Mera l’invito amoroso della nostra madre la Chiesa, che chiama i suoi figli attorno ai suoi altari.
Ma al povero don Formentelli son rimasti pur troppo dei debiti. E per giunta a Vicosoprano, dove la popolazione è fitta di lavoratori lombardi e di lombardi villeggianti, la chiesa provvisoria di legno non basta più e ci vorrebbe una chiesa stabile in muratura.
Se davvero il Signore vuole che la stazione-missione di val Bregaglia si sviluppi ed operi, manderà soccorsi anche da dove meno si aspettano. E li mandi!
[137] Nelle valli del Reno - La Riforma protestante, quasi fiume irrompente, ha devastato le terre per le quali è passata, risparmiando però quelle riparate da un argine. Pur troppo questo argine non lo trovarono per la lunghezza di forse quaranta chilometri, risalendo da Thusis fino al giogo dello Spluga e poi ancora da Splügen sin verso il San Bernardino e da Andeer lungo le valli di Avers fino al capoluogo, il cui nome Cresta indica appunto la sua altezza vertiginosa benché abitata tutto l’anno. Da Cresta si va a Bivio-Stalla e pel monte Giulia a St. Moritz. Come è agevole immaginare, quel minuscolo capoluogo è interessante passaggio alpino, ma la povertà ivi regna sovrana. Così la popolazione di settecento cattolici è ora ridotta a duecento protestanti, pressoché miserabili. La storia di quella povera valle sarebbe pur interessante, ma finora nessuno se ne è occupato di proposito.
Il nostro sacerdote della missione di Andeer, d‹on› Giovanni Pozzi, salì per alcune feste a Campsut e a Cresta ed ebbe la gioia di celebrarvi la santa Messa per la prima volta dopo che a quel povero popolo era stato rapito Gesù in Sacramento. I protestanti del luogo furono benevoli col prete cattolico, e festanti ed estasiati se ne mostrarono, come di un bacio della patria, i pastori, i segatori, i boscaiuoli, forse duecento cattolici, che passano la state su quei monti in cerca di lavoro. Era commovente vedere d‹on› Giovanni Pozzi stanco, affaticato nel corpo ‹ma› fresco, rinnovato nello spirito, esclamare: « Dopo il giorno della mia ordinazione questo è il più giocondo della mia vita! ».




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Riferimento al verso conclusivo: « Intercede pro devoto femineo sexu » dell’antifona Sancta Maria succurre miseris.


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