Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1905

28. Fuoco a Monte Mario.acapo. Anno XII, n. 10, ottobre 1905, pp. 153-155

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Fuoco a Monte Mario
Anno XII, n. 10, ottobre 1905, pp. 153-155. Attribuito.
Nella notte dell’Assunta l’oratorio della colonia di Monte Mario fu invaso dalle fiamme. L’altare era di legno e una scintilla inavvertitamente rimastavi dalla festa bastò a produrre - 572 -l’incendio, che riempì di spavento e di terrore tutti gli abitanti della colonia.
Tuttavia la Provvidenza era per proteggere la sua casa. Il nostro assistente chierico Bonacina, forse per isbaglio di orologio, si levò che la notte era ancora profonda e così, accortosi che il fuoco si attaccava alla soffitta, ebbe tempo di destare gli orfanelli immersi nel sonno, poté metterli in salvo ed evitare una ecatombe.
[154] Fu pure raggio di Provvidenza che le ampie vasche, che ogni sera erano vuotate per irrigare le ortaglie, quella sera non fossero state tocche, così vi fu abbondanza di acqua e si poté valersene per ispegnere prontamente le fiamme.
Terza combinazione fortunata, che sarebbe ingratitudine e stoltezza non ascrivere ad una grazia tutta speciale, si è questa. Tutto era stato distrutto dal fuoco e i sacri vasi ed i candelieri si erano liquefatti, ma il tabernacolo dov’erano conservate le sacre particole era rimasto illeso. Un pio e coraggioso nostro agricoltore, certo Savino, slanciatosi tra le fiamme, riuscì a metterlo in salvo ed un sacerdote lo trasportò poi subito nella vicina colonia di Santa Maria.
Casualmente il cardinal Ferrata tornò quel giorno a visitare la colonia e, saputo del disastro e vistone i danni, ne informò immediatamente il Santo Padre e con monsignor Attilio Bianchi sollecitò da sua Santità il dono di qualche arredo sacro pel ripristino dell’oratorio. L’oratorio in parte era stato assicurato e poté quindi sollecitamente essere ricostruito. Ma gli arredi non erano stati assicurati, come dunque rinnovarli senza una largizione speciale?
Il 24 settembre don Guanella, recatosi a Roma, ebbe la ineffabile consolazione di vedere benedetto il nuovo oratorio dall’ill‹ustrissi›mo monsignor Pescini, delegato di sua Santità, col concorso di monsignor Bianchi e di monsignor rettore del seminario patriarcale di Venezia, alla presenza delle due sorelle e dei nipoti del Santo Padre. La nipote di Pio X collo sposo erano in Roma pel viaggio di nozze; essi assistettero alla benedizione come madrina e padrino dell’oratorio.
Poteva essere più solenne e commovente la cerimonia? A renderla completa non mancò nemmeno la munificenza pontificia. - 573 -Il Santo Padre regalò un altare completo, tal quale aveva servito pel conclave, forse lo stesso sul quale egli medesimo aveva celebrato, più un completo arredamento di paramenti, di lingerie e di sacri vasi. [155] Questo tratto di paterna generosità del padre dei fedeli, nei giorni luttuosi in cui il tremuoto di Calabria gettava sul lastrico le popolazioni di quella sventurata terra, dice a noi che il cuore di Pio X è inesauribile in bontà e in provvidenza, a somiglianza di colui del quale è Vicario e rappresentante.
Sì, questo tratto di benevolenza tutta speciale impegna le Case della divina Provvidenza a stringersi più strettamente alla cattedra di Pietro e ad implorare con preghiere e con opere buone le benedizioni divine sovr’essa, affinché la simbolica navicella, vinti i marosi, si riduca salva in porto con una falange di figli devoti.
Fra i doni munifici del papa a Monte Mario, oltre al bell’altare, è da notarsi specialmente un ostensorio d’argento massiccio, quello stesso in cui il s‹anto› p‹adre› Leone XIII, di santa memoria, adorava il Santissimo Sacramento esposto nella sua camera nei momenti più pericolosi della sua malattia. Regalò pure un camice ricchissimo di cui gli avevano fatto omaggio i cattolici russi, e il piccolo oratorio ne è orgoglioso.
Quando don Guanella, l’indomani della benedizione dell’oratorio, ebbe la fortuna di ossequiare personalmente il Santo Padre, rimase stupito e commosso di sentirsi ringraziare per la festa fatta alle di lui sorelle ed ai nipoti e pianse di gioia quando il padre dei fedeli, benedicendo tutte le case e tutti i cooperatori e benefattori delle Opere della divina Provvidenza, disse: « Benedictio Dei omnipotentis descendat super vos et super nos et maneat semper ».
E la benedizione del ‹Santo› Padre è scesa davvero sulle Opere della Provvidenza, poiché gli interessi della colonia di Monte Mario procedono bene e la casa di Bosco Parrasio si avvia essa pure a prosperare. Don Guanella nutre fiducia che il Signore aiuti sempre più lo svolgimento delle opere sue nella Città eterna, secondato dagli sforzi dei buoni romani.
In quest’occasione non ha potuto visitare le case di Romagna e del Veneto, ma lo farà tra breve.

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