Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1908

2. Udienza pontificia.acapo. Anno XV, n. 1, gennaio 1908, pp. 2-5

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Udienza pontificia
Anno XV, n. 1, gennaio 1908, pp. 2-5. Lettera a Maddalena Albini Crosta, Roma, 14 gennaio 1908 (E 6).
Ieri 13 corrente gennaio alle ore 8 dovevo comparire davanti al Vicario di Gesù Cristo. Per quanto ‹l’udienza fosse› desiderata, sospirata e rinnovata già molte volte, il cuore mi - 640 -batteva di desiderio e d’impazienza, ma insieme un timore vago mi agitava, misurando la pochezza mia alla grandezza dell’uomo del Signore.
Ammesso appena alla sua presenza, il Santo Padre mi salutò: « Ah! Don Guanella, bravo, siete qui? Come, non v’hanno messo in prigione? », ed alludeva alle inchieste famose. Io, rincorato dalla bontà paterna del pontefice, gli narrai che, pur essendo state visitate e inquisite, l’autorità non ha trovato nulla da biasimare in nessuna delle nostre case. Ripigliò allora Pio X: « Vedete dunque che il diavolo non è poi sì brutto come lo dipingono. State tranquillo; è vero che non manca a taluni la voglia di farvi del male a tutti, ma non temete, perché il Signore è grande e per giunta voi siete in casa vostra. Confidate, il Signore vi aiuterà! ».
Poscia, alludendo alle case e alle chiese da me aperte e mantenute nella Svizzera, riprese: « Continuate a far del bene ai poveri italiani emigrati, perché nella Svizzera come nella Germania e nelle Americhe è necessario che arrivi il buon esempio ». Dissi allora al Santo Padre che noi sacerdoti siamo rispettati all’estero anche dagli stessi protestanti e che recentemente a Vicosoprano, [3] in valle Bregaglia, potei fare acquisto di un terreno per erigervi una chiesa dove i molti italiani residenti colà possano ritrovare la fede e praticarla. Il valente ingegnere Giussani sta preparando il disegno e il preventivo, tenendosi possibilmente a imitare una chiesa monumentale di stile lombardo-gotico. Sentendo poi che desiderio mio sarebbe di farne la dedica allo stesso Santo Padre per il suo duplice giubileo, sacerdotale e episcopale, rispose sorridendo: « Sì, sì, fate, fate; approvo e benedico ».
Poscia riprese: « Qui nella colonia di Monte Mario voi avete un avvenire sicuro, sappiatene profittare. Sento che avete un pensiero lontano di fare una chiesa oltre Porta Trionfale. Vi auguro che quel pensiero si faccia vicino e concreto. Voi avete sperimentato gli effetti della divina Provvidenza. Non tentate Iddio, ma confidate, confidate; ne sarei tanto, tanto contento. Dicono che sono ricco e che ricevo milioni. Non credetelo, poiché non è vero! Dalle fonti alle quali vorrebbero alludere non ricevo neppure un centesimo. Tuttavia in quanto posso io - 641 -vi aiuterò, perché una chiesa in quella località è proprio necessaria ».
Poi mi domandò se ho molti e buoni sacerdoti, ed io risposi che non sono molti ma sono buoni per quanto lo comporti l’umana fragilità, alcuni buoni e d’ingegno, altri più buoni che bravi. E il Santo Padre ripigliò: « Va bene così. Per i vostri istituti avete bisogno di codeste anime. Moltiplicatele, perché lo scopo delle vostre case è provvidenziale ».
Tanta era l’affabilità paterna del padre comune dei fedeli con me, che uscii a parlargli di due suore [4] della nostra casa 1, morte or sono vent’anni in odore di santità, talché un sacro consultore mi disse che si potrebbe iniziare la causa di venerabilità. « Fate, fate — mi disseincaricate la commissione di Como di studiare la cosa ». Indi parlando del morto giovinetto Alessandrino Mazzucchi, che il nostro cardinale usava chiamare « piccolo san Luigi », mi animò a divulgarne i meriti e le virtù per diffondere il buon esempio.
Poscia, ragionato di alcune cose intime nelle quali pure fui molto consolato, presentai in rassegna alla Santità sua il nome dei principali benefattori delle nostre case, quelli inoltre dei consorzi di Milano, di Como, di Roma, e il Santo Padre con effusione di cuore benedisse a ognuno di essi.
Aderendo alla mia preghiera il Santo Padre mi rilasciò alcuni suoi autografi, uno dei quali è pel carissimo mio confratello d‹on› Luigi Ferrario, parroco di Rebbio, per la celebrazione cinquantenaria di sua ordinazione, aggiungendo a viva voce: « Le benedizioni che voi augurate a me pel mio giubileo sacerdotale io le auguro al vostro buon amico ». E parlando della direttrice del nostro periodico, il Santo Padre uscì a dire: « Conosco, conosco Maddalena Albini Crosta! Ditele che benedico lei ed i libri suoi ». Ebbe pure parole di compiacenza pel nostro amico, assistente e benefattore monsignor Brera.
Oh, quanta benevolenza, quanta tenerezza ha il padre dei fedeli per le umili opere nostre! Ricolmo di gioia, traboccante - 642 -di gratitudine, pieno il cuore delle parole di tanto incoraggiamento, uscii dal gabinetto [5] pontificio risoluto a tutto fare in obbedienza non solo ai comandi, ma ai desideri del Vicario di Cristo, forte della sua rinnovata benedizione, fiero del suo promesso appoggio.
I lettori del giornaletto e quanti prendono parte alle Opere della divina Provvidenza nella benedizione di Pio X trovino forza, merito e gioia nel seguire la via che il supremo giudice ha voluto tracciarci.
Roma, 14 gennaio 1908.
Sac‹erdote› Luigi Guanella




p. 641
1
Riferimento a suor Chiara Bosatta (1858-1887) e alla sorella dell’A., Caterina Guanella (1841-1891).


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