Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1909

1. La mano di Dio.acapo. Anno XVI, n. 2, febbraio 1909, pp. 2-3

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La mano di Dio
Anno XVI, n. 2, febbraio 1909, pp. 2-3. Attribuito.
La mano del Signore si è aggravata sulle terre calabre e sicule e i giornali di ogni colore riportano descrizioni orrende di strage, di agonie, di morte. Una potenza ignota ha sollevato dal fondo del mare il mare istesso il quale, ritrattosi per un momento quasi per riprendere forza e slancio di distruzione, si riversò poi formidabile sul porto di Messina, inghiottendo imbarcazioni e fabbricati e mietendo innumerevoli vittime. Ma la potenza ignota che generò il maremoto sollevò altresì la terra, e la mattina del 28 dicembre alle 5 e 25, prima ancora che l’alba colle sue promesse venisse ad indorare l’orizzonte, un orribile terremoto sollevò la terra, inghiottì la bella, la ridente Messina, abbatté la florida Reggio e menò strage in gran parte delle calabre terre.
L’anima nostra alla considerazione di tanti e sì terribili guai è inondata dal più acuto dolore, da uno spasimo indicibile che ci [3] fa pensare alla caducità di tutto quanto è terreno e ci richiama con desiderio a Dio. Eppure la fede ci dice che tutti i mali della terra ci sono dati per ottenere l’eterna salvezza e che unico vero male è il peccato, il quale coll’offesa di Dio ci tira addosso, meritato eterno castigo, l’inferno.
Che pensare dei percossi nostri fratelli? Dobbiamo pensare che Iddio abbia voluto castigare i corpi per salvare le anime. Si spargono torrenti di lagrime per compatire le sciagure toccate ai nostri infelicissimi fratelli, ma vi bisognano altresì torrenti di carità per venire in soccorso alle loro miserie.
Noi vediamo infatti l’Italia intera, anzi le nazioni tutte muoversi in un impeto che onora l’umanità, per soccorrere i paesi - 683 -flagellati e diminuire gli orrori lasciati dal terribile castigo di Dio; e noi pure adoperiamoci per coprire gl’ignudi e satollare i famelici. Ma non arriverà a tutto la nostra carità se non ci si sforzeremo del nostro meglio a impedire il peccato, che è la causa vera di tutti i mali e della morte istessa.

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