Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
Lettura del testo

Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1909

18. Monsignor vescovo Scalabrini.acapo. Anno XVI, n. 5, maggio 1909, pp. 61-63

«»

[- 703 -]
18
Mons‹ignor› vescovo Scalabrini
Anno XVI, n. 5, maggio 1909, pp. 61-63.
Il 18-19 aprile, quando si facevano a Roma le feste per la beatificazione di Giovanna d’Arco, a Piacenza si trasportava la salma di monsignor Scalabrini dal cimitero alla cattedrale. Quella traslazione fu un vero trionfo della fede e dell’apostolo.
Un affetto tutto speciale mi lega a Giambattista Scalabrini. Nel 1860 esso mi fu prefetto nel Collegio Gallio e nel 1862 mi fu compagno nel seminario teologico di Como. Dopo la sua ordinazione, nel 1863, lo vidi professore e poi rettore del seminario e nel 1869 tripudiai vedendolo decorato colla medaglia del valore civile per la sua generosità ed abnegazione nell’assistere i colerosi. Nel 1870 fu priore di San Bartolomeo e nel 1876 fu preconizzato vescovo di Piacenza.
Nel 1880, seguendo la scuola del nostro indimenticabile Serafino Balestra, fondò in Piacenza l’istituto per le sordomute e nel 1887 quello dei Missionari di san Carlo e l’Opera di san Raffaele per aiutare i poveri emigranti 21. Nel 1895 celebrò con pompa l’ottavo centenario delle crociate e nel 1901 inaugurò i restauri della cattedrale. Nel luglio del 1901 intraprese un - 704 -viaggio per l’America del nord e nel 1904 uno al Brasile, per visitare le missioni del suo Istituto Cristoforo Colombo. Tenne tre sinodi e due Congressi catechistici e per cinque volte fece intera la visita della sua vasta diocesi.
Il superiore generale dell’Istituto Cristoforo Colombo nel suo bel libro L’apostolo degli italiani emigranti nelle Americhe dice: « Quando si pensa che mons‹ignor› Scalabrini era vescovo di una diocesi assai vasta ... che vi attivò importanti riforme, che pubblicò lodatissimi scritti, che curò non solo la parte spirituale della diocesi e lo splendore delle sacre funzioni, ma che si occupò con amore e squisito senso artistico anche della parte materiale dei sacri templi ... sembra impossibile che potesse rimanergli ancor tempo da occuparsi nella grandiosa impresa riguardante l’emigrazione! Eppure quantunque sapesse circondarsi di cooperatori volonterosi e intelligenti, era sempre lui a capo nell’ideare, nel trovare gli espedienti e i mezzi per vincere le difficoltà. Manteneva perciò una corrispondenza attivissima e personale con Roma, con vescovi, con uomini di Stato, con personaggi influenti. [62] Non posava mai. Capiva che non si poteva dormire e che l’opera gigantesca, anche dato il primo e forte impulso, non avrebbe potuto camminare tosto da sé, se egli non l’avesse continuamente avvalorata colla sua amorosa e potente energia » 22.
Monsignore tenne all’uopo conferenze a Genova, Roma, Torino, Milano, Firenze, Palermo, Pisa, Lucca, Treviso e in altre città, riscuotendo dovunque l’ammirazione degli stessi avversari e raccogliendo cospicue offerte per le sue opere.
Dove attingeva la sua straordinaria forza d’animo, e d’onde proveniva la buona riuscita delle sue fondazioni? Dallo spirito di preghiera, dal suo abbandono completo nella divina Provvidenza. Dal diario del compianto vescovo trapela lo spirito del Salesio, di san Vincenzo e del beato Curato di Ars.
In data 24 agosto 1893 egli scriveva: « Fac me cruce - 705 -inebriari 23: Dio ci educa colle tribolazioni, colle umiliazioni... Stringere la croce pettorale al cuore e ripetere: Fac me cruce inebriari! ».
E nel 1895: « Il vescovo dev’essere vergine, confessore, martire. Prometto ogni mese un giorno di ritiro, ma fatto bene. Se non mi obbligo con voto, forse non lo farò... Debbo fare il voto? Mio Dio, illuminatemi!... Sì, mi obbligo con voto sub gravi. O Signore, aiutatemi! Avrò grande e vera divozione alla cara, arcicarissima Madre Maria... ».
‹Il› 29 gennaio 1901: « Mi sono raccolto da oggi otto a fare un po’ di esercizi in apparecchio a domani, venticinquesimo anniversario della mia consacrazione a vescovo di Piacenza. Venticinque anni di vescovado! Quale pensiero? Forse me ne rimangono, e forse la morte è alla porta... Mio Dio aiutatemi, Maria santissima, santi patroni, pregate per me!... Rinnovo l’obbligo per voto della meditazione. Bisogna che la prolunghi un’ora, anche in due riprese. Gesù mio, aiutatemi ».
Il pio vescovo portava strumenti di penitenza e per sette anni tenne segreto un grave incomodo di salute che lo portò poi al sepolcro.
Nato a Fino Mornasco in provincia di Como l’8 luglio 1839, moriva in Piacenza il 1 giugno 1905, sacro all’Ascensione di Gesù.
Il fratello, professor Angelo, raccolse in un magnifico volume di settecento pagine, sotto il titolo Trent’anni d’apostolato, le memorie e i documenti di quanto concerne il vescovo Scalabrini 24.
Il pontefice Pio X disse lo Scalabrini « uno dei migliori nostri vescovi ». Il cardinal Maffi lo riconobbe « miracolo di operosità e di zelo ». Mons‹ignor› Pellizzari lo classificò « vescovo augusto che in sé raccoglie tutte le virtù e le grandezze de’ suoi antecessori ». [63] Mons‹ignor› Valfrè di Bonzo disse di lui: « Pastor dotto, pio, zelantissimo, una delle più fulgide glorie della diocesi comense ».
- 706 -
Lo stesso Ministero nel decreto di traslazione elogia la persona e le opere del compianto vescovo. Al trasporto della salma, nel pomeriggio del 18 aprile, convennero le autorità civili e militari, diciassette vescovi e un’onda di popolo. Monsignor Pellizzari, vescovo di Piacenza, salutò la salma: « Pulvis es, ma corpo e polvere che fu vaso di un’anima grande, corpo che ha patito con Gesù Cristo, corpo di cristiano, di sacerdote, di vescovo consacrato ». Ringraziando i vescovi e le autorità civili e militari, supplicò Iddio che non si rinnovasse più in Piacenza il duolo che accelerò la morte di mons‹ignor› Scalabrini, attentato alla fede, alla rovina delle anime. Il 19 mons‹ignor› Nasalli, vescovo di Gubbio, educato dallo Scalabrini ai primi Sacramenti, al sacerdozio e all’episcopato, parlò di lui come di padre e di maestro, enumerandone le virtù esimie e le opere prodigiose. Rappresentavano Como il parroco di San Bartolomeo, il vice rettore del seminario di Sant’Abbondio e molti altri sacerdoti e laici.
Lo spirito eletto dell’uomo che parve suscitato da Dio per ministrare l’opera della Provvidenza, il cuore del vescovo e del padre che ebbe palpiti per la fede e per l’umanità, aleggi sulla sua diocesi e sul suo paese natale, aleggi sulle sue missioni d’oltre mare, aleggi pure su di noi e sulle povere opere nostre, da lui amate e protette, e ci faccia imitatori del suo eroismo e delle sue virtù.
Sac‹erdote› Luigi Guanella




p. 703
21
La Società San Raffaele iniziò l’attività nel 1891 a New York.


p. 704
22
[Domenico Vicentini], L’apostolo degli italiani emigrati nelle Americhe. Monsignor Scalabrini e l’istituto de’ suoi missionari, Piacenza 1909, pp. 44-45.


p. 705
23
« Fa’ che io sia inebriato dalla croce » (Stabat Mater, XVII).


24
Riferimento a Monsignor Giovanni Battista Scalabrini vescovo di Piacenza. Trent’anni di apostolato - Memorie e documenti, a cura di Angelo Scalabrini, Roma 1909, 700 p.


«»

IntraText® (VA2) Copyright 2015-2025 EuloTech SRL
Copyright 2015 Nuove Frontiere Editrice - Vicolo Clementi 41 - 00148 Roma