Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1910

18. Don Rua.acapo. Anno XVII, n. 4, aprile 1910, pp. 50-51

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Don Rua
Anno XVII, n. 4, aprile 1910, pp. 50-51.
La memoria del venerabile don Bosco e di don Rua, la cui santità è celebrata da quanti conoscono le opere loro sparse in tutto il mondo, è per me dolcissima, tanto che il cuore mi sanguina acerbamente per la loro dipartita come il giorno, ormai tanto lontano, in cui piansi la morte di mio padre.
Quando nel giugno 1909, in occasione dell’inaugurarsi la chiesa di santa Maria Liberatrice al Testaccio in Roma 16, ebbi la sorte di avvicinare un’altra volta don Michele Rua, questi rivolgendomi parole di affettuoso incoraggiamento mi diceva la sua speranza di rivedermi ancora due volte. La parola di quel santo parve a me non dovesse smentirsi, talché quando lo seppi in fin di vita sperai ancora dovesse rimettersi. Ma ahi!, il frutto era maturo per il cielo e, quando il telegrafo portò il ferale annunzio, mi sentii ferire in mezzo al petto. Se tanto è il mio dolore, quanto dev’essere quello dei figli diletti che sempre vissero sotto l’impulso del suo amore! Ma non forse anche le Opere della divina Provvidenza furono irrorate dalla benedizione affettuosa di quei due santi, don Bosco e don Rua?
Alla grande famiglia salesiana giunga il fratellevole compianto mio. Al degno successore del venerabile don Bosco, al - 745 -colosso della carità, attorno alla cui salma si eleva il compianto di tutto il mondo, tacciono le ire di parte e suona alto e solenne il saluto dei sovrani e dei popoli, giunga il reverente omaggio delle Opere della divina Provvidenza.
No, non è morto don Michele Rua. Esso è più vivo che mai nelle opere sue, come lo è don Bosco che dal regno de’ cieli ascolta le preghiere dei figli suoi e le esaudisce. [51] Il plebiscito di ammirazione e di lode tributato al grand’uomo dal governo e dal popolo, anzi da tutti i popoli, è la più bella lode di colui « che passò bene facendo » 17 a somiglianza del divin Maestro, è l’inno più eloquente alla carità di Cristo che non fa differenze di nascita e di fede, ma tutte abbraccia quante sono anime redente dal suo sangue divino.
A don Michele Rua, che accettando il sacro deposito del venerabile suo predecessore non seppellì il talento ma seppe farlo fruttificare prodigiosamente, giunga l’espressione più calda della nostra tenerissima venerazione, del mio affetto devoto di figlio e di fratello. Alla casa salesiana, che piange il suo valoroso condottiero e lo prega a volerle ottenere dal Signore un nuovo capitano che a lui somigli, le condoglianze nostre vivissime e gli auguri più fervidi.
La mano del venerabile don Bosco e quella di don Rua si levarono più e più volte a benedire e a incoraggiare le minime Opere della divina Provvidenza. Dal cielo quelle due anime ci continuino la loro protezione e, cercando nel loro esempio il coraggio e la costanza per combattere gli sforzi del maligno, troveremo anche la forza e la costanza per seguire almeno da lontano le loro orme nelle vie penose e meritorie della cristiana beneficenza.
Sac‹erdote› Luigi Guanella




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La consacrazione della chiesa era avvenuta il 29 novembre 1908, seguita da altre celebrazioni fino alla festa dell’Immacolata; in quel periodo l’A. si trovava a Roma.


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At 10, 38.


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