Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1910

27. Apostolato di carità.acapo. Anno XVII, n. 6, giugno 1910, pp. 92-94

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Apostolato di carità
Anno XVII, n. 6, giugno 1910, pp. 92-94.
Il mondo, quasi terra vulcanica, ha sussulti e scosse che minacciano sgominarlo, ma andrà salvo tuttavia per lo spirito di carità che, diffondendosi in mezzo a noi, serve a paralizzare l’opera nefanda dello spirito delle tenebre. Per mezzo della carità - 755 -si riaccende la fede e a loro volta le pratiche cristiane riaccendono la carità. Come amare il prossimo sofferente senza amare Iddio, quindi senza prestare a lui il culto della nostra fede? Come credere che sulla fronte del povero è scolpita l’immagine di Dio e non correre a beneficarlo, a servirlo?
Per aiutare quest’opera duplice di carità e di fede e venire in soccorso dei poverelli raccolti dalle Opere della divina Provvidenza viene opportuna la formazione di comitati e Pii Consorzi in ciascuna sede, e i Servi della Carità, le Figlie di santa Maria ‹della Provvidenza›, i direttori e le superiore d’ogni casa o ricovero dovrebbero occuparsene con tutto lo zelo e con sante industrie. Non vale opporre che la riuscita è difficile. Tutte le opere buone incontrano difficoltà enormi, anzi appunto le difficoltà sono il marchio della bontà delle opere stesse. Volere è potere. Si raccolgano dapprima una o due persone, poscia si vada aggiungendone altre, mano mano che la Provvidenza verrà presentandole. Stabilire un programma unico non è opportuno, perché la esperienza dimostra come convenga invece adattarlo e riformarlo a seconda dei casi, dei paesi e dei mezzi. La costituzione di comitati, fossero pure minuscoli, serve mirabilmente a dare sviluppo e stabilità alle case, quindi a fare molto bene alle famiglie ed ai paesi dove quelle spandono la loro attività.
[93] È necessario che le Opere della divina Provvidenza non vivano troppo a sé, ma partecipino il loro spirito come la loro azione all’intorno, perché la loro natura è espansiva e deve esplicarsi non solo dentro le mura dell’istituto, ma altresì nelle città e nelle borgate dove gli istituti risiedono, studiandosi diffondere e suscitare dovunque la fede e la carità. Molte persone buone giacciono in una cotale inerzia e basta talvolta un semplice invito a cooperare al bene per renderle attive lavoratrici nel campo buono.
Ogni fondazione deve adoperarsi per la diffusione del periodico, il quale ogni mese le notizie riguardanti la casa in generale e le opere particolari in quanto sono degne di nota. Quanto più il giornaletto sarà letto, tanto maggior aiuto ne verrà all’opera, e in ogni modo varrà a cementare l’attaccamento delle case filiali alla Casa madre, a tener viva la relazione - 756 -delle Figlie di santa Maria ‹della Provvidenza› e dei Servi della Carità, ad animarne il coraggio ed a promuoverne lo zelo.
Ogni casa abbia ogni riguardo ai cooperatori e benefattori, ne noti accuratamente i nomi per raccomandarne al Signore le necessità, li inviti alle feste della casa, prenda viva parte a quanto li riguarda e si ingegni di essere loro di conforto e di aiuto qualora ne abbiano bisogno.
Le Figlie di santa Maria ‹della Provvidenza› e i Servi della Carità, quando si studino guadagnare a forza di carità non solo il cuore dei benevoli ma altresì degli avversari con un’azione discreta, mossa dall’unico retto desiderio del bene, vedranno prosperare le loro case e coronare i loro sforzi.
L’opera dei cooperatori salesiani, che non si contano più a migliaia ma a centinaia di migliaia, è espansiva e non si arresta a confini di paesi e di nazioni. Altrettanto cerchiamo di far noi ad imitazione dei nostri maestri don Bosco e don Rua e sarà una réclame santa, sarà una protesta contro il rispetto umano, sarà un obbedire al precetto evangelico: « Vegga il mondo le vostre opere buone e glorifichi il vostro Padre celeste che è ne’ cieli » 26. Queste raccomandazioni vorremmo estendere a tutti i nostri benemeriti amici, perché null’altro è in cima ai nostri desideri se [94] non il maggior bene della società, per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime.
Un’ultima preghiera. Raccomandiamo ai comitati e ai sottocomitati, non solo dei grandi ma anche a quelli dei piccoli centri, di interessarsi di quest’umile periodico che va a dire ai figli e agli amici lontani le notizie della famiglia della Divina Provvidenza. E perché riesca di maggior interesse ci raccomandiamo, a chi sa farlo, perché ci vengano mandate le relazioni delle singole case. Quanto più il giornaletto della Divina Provvidenza sarà diffuso e letto, tanto più saranno convalidate le sue fondazioni.
Sac‹erdote› Luigi Guanella




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Mt 5, 16.


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