Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1912

3. Relazione del canonico Luigi Guanella al Congresso mariano internazionale di Treviri.acapo. Anno XIX, n. 9, settembre 1912, pp. 144-146

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Relazione del canonico Luigi Guanella
al Congresso mariano internazionale di Treviri
Anno XIX, n. 9, settembre 1912, pp. 144-146.
Come egli stesso scrive in questo numero del periodico 3, il nostro superiore don Luigi Guanella si è recato al Congresso mariano internazionale tenutosi a Treviri, in Germania, i primi del passato agosto. Egli ha voluto portarsi per rendere un ossequio sentito alla dolce Regina del cielo, da cui — invocata sotto il nome di santa Maria della Provvidenza e di Madonna del Lavoro — le Opere della Provvidenza ripetono immenso favore di ispirazione e di assistenza, e per richiamare attenzione e aiuto all’opera sua. Amiamo riprodurre qui la relazione che vi fece egli stesso. La relazione fu pure distribuita a stampa in un foglio, recante inoltre le imagini delle serve di Dio Caterina Guanella e suor Chiara Bosatta, le effigie della Madonna della Provvidenza patrona delle Figlie di santa Maria della Provvidenza, e della Madonna del Lavoro venerata nella nostra chiesa di San Salvatore Olonio, e da ultimo la veduta della nostra chiesa di san Giuseppe in Roma con la scritta: « Chiesa parrocchiale di san Giuseppe nel quartiere Trionfale in Roma, commemorativa del duplice giubileo di sua Santità Pio X, che fa voti per l’erezione di un altro tempietto figliale sul Monte Mario, auspicante ampiezza di quella libertà che Costantino il Grande donò alla Chiesa » 4. Ed ecco la relazione rivolta ai congressisti mariani in Treviri.
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Santa Maria della Provvidenza, pregate per noi!
Santissima Provvidenza di Dio, provvedeteci voi!
Cuor di Gesù, pensateci voi!
Nell’ultimo quarto del secolo scorso sul mio lago di Como, e precisamente a Pianello, alcune pie donne, adunatosi intorno un drappello di orfanelle pericolanti, andavano supplicando: « Santa Maria della divina Provvidenza, pregate per noi! », e la loro voce era piena di lacrime perché piangevano morto il proprio fondatore e padre, il parroco Carlo Coppini. Ma la Provvidenza non lasciò orfana la famigliola. Essa dette loro in padre e come aiuto il sacerdote Luigi Guanella, il quale ebbe la gioia di vederla in breve cresciuta a oltre trecento persone.
E la Madonna, figlia, madre, sposa di Dio, portò la cresciuta famiglia al Padre della divina Provvidenza, e allora da più centinaia di petti fu ripetuto: « Santissima Provvidenza di Dio, provvedeteci voi! ». E altre centinaia alternarono: « Cuore santissimo di Gesù, pensateci voi! ». Gesù ascoltò l’umile preghiera e al grosso nucleo delle orfanelle fu aggiunto un gruppo di sacerdoti e laici. Si poterono allora fondare asili per gli orfanelli e pei poveri vecchi e si poté iniziare una vita apostolica diretta a salvare molte anime.
Questo l’umile inizio delle Figlie di santa Maria della Provvidenza, che sono oggidì un nucleo di 550 vergini a Dio consacrate ed al bene. Questo l’inizio dei Servi della Carità, oltre un centinaio tra sacerdoti e laici dedicati ai poveri di Gesù Cristo.
[145] Quando nel 1897 5 in Milano si celebrava la festa diciassette volte secolare della morte gloriosa di sant’Ambrogio, quei figli e quelle figlie, eredi della casa-convento e della chiesa del Grande, detta di sant’Ambrogio ad Nemus, popolare in Milano, rinnovarono l’antico grido divenuto ormai il motto della casa: « Provvidenza di Dio, provvedeteci voi! Santa Maria della Provvidenza, pregate per noi! ». E alla identica preghiera ripetuta non solo a Pianello, culla dell’istituto, ma altresì a Como, la cui chiesa è santuario del Cuore santissimo di Gesù, veniva aggiunto: « Cuor di Gesù, pensateci voi! ».
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Coll’intercessione del grande Ambrogio, la casa che un fu la sua in Milano, e che ora si gloria del titolo di Pia Casa dei Poveri, prosperò ed ora raccoglie ben quattrocento poverelle tra orfane, vecchie e impotenti. A fianco della Pia Casa, i Servi della Carità ne apersero un’altra sotto il titolo di San Gaetano della Provvidenza, ed ivi trecento tra orfani e vecchi riconoscono che, se abbandona il mondo il bisognoso, la carità di Cristo lo raccoglie, lo nutrisce, lo cura, lo ama.
Quale tripudio è il mio nel trovarmi in Treviri, dove il grande Ambrogio sparse larga copia di luce! Qui come nella nostra Milano sentiamo tuonare solenne il suo monito: « Ubi Petrus, ibi Ecclesia ».
I Servi della Carità e le Figlie di santa Maria della Provvidenza, forti della protezione del loro sant’Ambrogio, s’inginocchiarono davanti al Vicario di Cristo, l’augusto Pio X, e questi, voltosi alle Figlie, benedicendole disse loro: « Seguite la via tracciatavi dal vostro pastore e iniziate anche nella città dei pontefici un ricovero per le scarse di mente, e accetterò di esserne il capo ». E tosto si aperse l’Ospizio Pio X per le deficienti presso la basilica di san Pancrazio in Roma.
Poscia, rivoltosi ai Servi della Carità ansiosi ad aspettare il suo verbo, con una voce paterna disse: « E voi erigetemi una chiesa grande qui nella mia Roma, dove sorge una città nuova e non sorgono case per il Signore. Erigetemi una chiesa, io vi aiuterò ». L’aiuto venne, Dio benedisse gli sforzi dei poveri Servi della Carità e nello spazio di due anni un tempio maestoso a modo di basilica si levò alto nel quartiere Trionfale, a cantare le glorie dell’Altissimo e i portenti della Provvidenza infinita del Signore.
Il 30 dell’ultimo giugno la nuova chiesa di san Giuseppe veniva eretta in parrocchia e per ordine del sommo pontefice veniva creato parroco un nostro sacerdote, il dottore don Aurelio Bacciarini Servo della Carità. La popolazione di quattordicimila abitanti dipendenti da lui si estende dai Giardini Vaticani fino a Monte Mario, quel Monte Mario dove Costantino il Grande vide risplendere nella croce prodigiosa quel motto che era un ordine e una gloria: « In hoc signo vinces ».
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E proprio a Monte Mario le Opere della divina Provvidenza ebbero ed hanno, vicino ai dazi cittadini, un terreno di trecentomila metri quadrati. A quel terreno, che gli è di fronte, guarda Pio X pensando che forse in un tempo non lontano, per opera dei Servi della Carità, egli vedrà costruirsi un tempio commemorativo di Costantino il Grande, e quel tempio dirà ai posteri che dal decreto del grande imperatore la Chiesa di Cristo ricevette la libertà.
Le feste costantiniane ci hanno chiamati a Treviri, dove autentica è la casa di Elena, la madre invitta di Costantino, e qui davanti a questo nobile consesso ci è dolce esprimere il voto che a Monte Mario, dove risplendette il motto: « In hoc signo vinces », sorga una chiesa a memoria di Costantino, succursale di quella dedicata a san Giuseppe e ricordante il giubileo sacerdotale ed episcopale del regnante pontefice.
Come furono benedetti i passi pei quali sant’Ambrogio ne guidò al successore di Pietro, così Iddio santo ci benedica ad adempiere i suoi piissimi voti!
[146] In Milano le Figlie di santa Maria ‹della Provvidenza› vivono ed operano sotto le volte risonanti ancora dei cantici dei religiosi ambrosiani, e in Roma vivono sicure all’ombra della antichissima basilica di san Pancrazio, dove ossa di martiri gloriosi spronano al sacrificio.
Da Treviri, coll’inno di ringraziamento alla Madonna, madre e signora della divina Provvidenza, e colla preghiera al patrono forte e amoroso Ambrogio santo, esca dai nostri petti un voto e un evviva al grande Costantino, liberatore della Chiesa di Cristo. E il nostro voto abbia per motto: « Preghiamo e lavoriamo ».
Sotto il titolo di santa Maria del Lavoro e dietro la sua scuola, i Servi della Carità convertirono in un’oasi una landa infestata da malaria all’estremo lembo del lago di Como e vi insediarono una colonia. La colonia, diventata ora villaggio, si avvia a divenire borgata all’ombra di una chiesa artistica ivi eretta e dedicata alla Madonna del Lavoro, sotto il titolo del divin Salvatore.
L’augusto pontefice, sempre paternamente dolce per invitare le anime a prestare aiuti a questo poverissimo don Guanella, - 779 -suole denominarlo povero, disperato, straccione, per dirlo poi un momento dopo il più ricco del mondo perché tiene la Provvidenza a sua disposizione. E per confonderlo sempre più suole aggiungere: « Ringraziamo d‹on› Luigi per quello che ha fatto, che fa, che farà ».
E adesso voglio farvi conoscere il motivo della comparsa qui a Treviri, fra tanti prelati, di questo povero, disperato, straccione... Il motivo? Quello appunto di dirvi la mia impotenza, di chiedervi aiuto. Come potrei da me solo corrispondere ai desideri del Santo Padre, che si dice pronto a ringraziarmi di quello che farò? Come uscire da una posizione cotanto intricata? A loro, illustri congressisti, a togliermi d’impaccio.
Quanto a noi, continuiamo imperterriti la nostra via pregando e cantando: « Provvidenza di Dio, provvedeteci voi! Santa Maria della Provvidenza, pregate per noi! Sacro Cuore di Gesù, pensateci voi! ». Poi, chiesta benedizione ed aiuto alla Madonna del Lavoro, a sant’Ambrogio, a sant’Elena e al suo grande figliuolo, aspettiamo che dall’alto ci venga benefica e larga la Provvidenza che incessantemente invochiamo.
Tutti quanti qui ci troviamo, siamo qui convenuti per affermare non solo a parole ma benanco a fatti l’attaccamento nostro a Cristo e al suo Vicario.
Congressisti augusti e confratelli carissimi, facciano propria la causa delle Figlie ‹di santa Maria› della Provvidenza e dei Servi della Carità, le cui opere nelle cinquanta loro fondazioni in Italia e nella vicina Svizzera danno pane a tremila indigenti e il pane della divina parola a molte migliaia di affamati. Aiutino l’Opera della divina Provvidenza che nel venticinquesimo dal suo inizio ha già tanto progredito!
Chi parla non ne vedrà certo il cinquantesimo, ma loro, facendosi tromba per annunziare alle genti che quest’opera ha bisogno, ha diritto d’aiuto, si accaparreranno lunga e serena esistenza.
Benedetto l’invito che da Milano e da Roma mi trasse al Congresso, se da Treviri le vie della Provvidenza si apriranno per versare sulle Figlie di santa Maria ‹della Provvidenza› e sui Servi della Carità nuove fonti di Provvidenza!
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Inabissati nel proprio nulla, fondatore, figli e figlie dell’Opera della divina Provvidenza levano a Dio calda preghiera pei divoti e benevoli che loro porgono generosa la mano e non cessano di cantare: « Divina Provvidenza di Dio, provvedeteci voi! Santa Maria della divina Provvidenza, pregate per noi! Cuore santissimo di Gesù, pensateci voi! ».




p. 775
3
Cfr. articolo precedente.


4
Nota dell’originale: « Lo stesso em‹inentissimo› cardinal Vicario espresse il desiderio del sorgere di questa chiesa a bene spirituale di quegli abitanti ».


p. 776
5
Originale: 1900.


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