Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1913

12. I nostri cari morti e il nostro santuario del sacro Cuore.acapo. Anno XX, n. 11, novembre 1913, pp. 165-166

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I nostri cari morti e il nostro santuario del sacro Cuore
Anno XX, n. 11, novembre 1913, pp. 165-166.
Nostri cari morti sono i nostri cari di famiglia che ci hanno educato, che hanno impiegato il cuore e le forze per lasciare a noi un patrimonio economico, morale, religioso nella carriera della vita. I nostri cari morti, come ci commuovono e come anche - 865 -ci rallegrano nella speranza e nella carità cristiana! Cerchiamo un luogo di sicuro riposo ai nostri benedetti morti. Le anime loro mettiamole accanto al Cuore di Gesù Cristo perché, per quanto di bene hanno pensato e fatto e per quanto si industriarono a fare con gli attributi della loro anima, si trovino bene sotto gli occhi del Cuore di Gesù Cristo. E anche i corpi di questi nostri benedetti morti riposino in pace nella terra benedetta del riposo comune.
Fra tutti i luoghi di quest’orbe terracqueo, luoghi benedetti per eccellenza sono quelli che si chiamano Luoghi Santi. Tante volte santi perché ricordano la terra benedetta dove Gesù Cristo, Figliuol di Dio e figlio insieme di Maria immacolata, prese umana carne, nacque nella grotta di Betlemme, patì sino alla morte sul Calvario e fu sepolto in luogo dove non si scrive il « Qui giace. Requiem », ma è scritto: « Alleluia, è risorto ». Abbiamo già scritto che nell’ampliamento della chiesa del sacro Cuore di Como intendiamo riprodurre al vero i Luoghi Santi su descritti 46.
La storia enumera con pietà e gioia pari le nove spedizioni, dette crociate, che gli europei in tempi di fede intrapresero per sottrarre alle profanazioni quei luoghi benedetti. Più volte centomila soldati cristiani combatterono sino a vista del Calvario ed ivi morirono. Ebbene, figuriamoci la valle di Giosafat, rappresentiamoci i devoti pellegrini che dall’occidente passano all’oriente e ivi dimorano vivi e morti per aspettare l’ultimo dei giorni, e noi portiamoci pure in ispirito a quei luoghi benedetti e portiamo pure le palme e le anime benedette dei nostri cari morti, perché la luce santa perpetua del Signore risplenda ben presto in mezzo a loro.
Noi abbiamo fermissimo proposito di istituire a Como, come già si è fatto a Roma nella chiesa pontificia di san Giuseppe, la confraternita detta del Transito di san Giuseppe e già arricchita di numerose indulgenze. Così a Como parimenti - 866 -pregheremo Gesù, Maria e Giuseppe perché siano aiuto ai vivi, patrocinio ai cari defunti. Così, vivi e morti, pregheremo assieme nei luoghi consacrati dalla presenza del Cuore umanato di Gesù Cristo, consacrati dai dolori e dalle gioie di Maria immacolata e di Giuseppe, il padre nutrizio della sacra Famiglia, il protettore della Chiesa universale, lo speciale protettore delle congregazioni e degli istituti pii.
Le anime dei nostri benedetti morti, che tanto possono presso il Signore, avvalorino dessi i nostri voti e ci ottengano grazie e benedizioni.
Gode l’animo alla direzione delle opere della Casa della divina Provvidenza di riferire ai devoti benevoli ed agli oblatori del nostro santuario che le costruzioni procedono con velocità, col braccio robusto di oltre cinquanta operai muratori di ogni giorno, con le braccia meno vigorose ma col cuore tanto più caldo dei nostri ricoverati, dei nostri sacerdoti, dei nostri chierici che approfittano di ogni briciolo di tempo libero per lavorare nei trasporti di terra, delle escavazioni di arena e simili. Le suore delle diverse case studiano pure sparagni di economia onde portare al tempio costruendo l’obolo proprio, il più che si possa retto nelle intenzioni, copioso nel pregio. Il venerando d‹on› Bosco, che tutti conosciamo e ammiriamo, quando nei lavori appena aperti del santuario a Maria Ausiliatrice scorse che la Madonna con accenno sensibile di una grazia di guarigione ottenne la prima offerta per soddisfare ai lavori delle prime settimane, rivolse ai suoi sacerdoti queste parole: « Confidiamo e non temiamo. La Madonna, aiuto dei cristiani, proseguirà sino al compimento dell’opera intrapresa ».
Oblatori devoti del sacro Cuore e devoti al santuario nostro, confidiamo parimenti ché ormai abbiamo pieno argomento per credere con chiarezza, per isperare con fiducia, per [166] amare con tutto il cuor nostro. Vi do notizie consolanti che da noi si prega perché non accadano incidenti disastrosi; finora i lavori procedono con ordine e con alacrità singolare secondo disegno del nostro commendatore pontificio Aristide Leonori e coll’assistenza del carissimo architetto Perrone il quale, assistendo le operazioni nel duomo, viene pure a dare un occhiata preziosa ai nostri lavori.
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Nel prossimo Natale noi entriamo riverenti nella grotta di Betlemme. Nel prossimo Natale il nuovo santuario sarà certamente al coperto e noi, entrando, potremo allietarci come i pastori devoti che si incamminano invitati alla vista del più augusto mistero, la notte dei lumi sorta per rischiarare tutto il mondo.
Sac‹erdote› Luigi Guanella




p. 865
46
Cfr. Maddalena Albini Crosta, Il sacro Cuore e il santuario di Como, LDP, giugno 1913, p. 85; Ai benemeriti zelatori e alle benemerite zelatrici dell’opera del sacro Cuore in Como, LDP, ottobre 1913, pp. 150-151.


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