Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1914

1. Impressioni religiose sull'alma città.acapo. Anno XXI, n. 2, febbraio 1914, pp. 20-21

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Impressioni religiose sull’alma città
Anno XXI, n. 2, febbraio 1914, pp. 20-21.
I bisogni del popolo romano - La beneficenza passata di Roma - I sacerdoti zelanti possono guarir molte piaghe - A San Giuseppe - La messe è molta 1 - Sorgente di vita morale: il papato - La carità di Pio X - Né pessimistiottimisti: pregare e lavorare.
Gli abitanti di Roma della classe popolare non sono cattivi, hanno scorza ruvida; avvezzati alle tradizioni benefiche dei papi, sono ancora adesso fatti più per ricevere che per dare. I bisogni sono molteplici e gravi, ma il popolo manca di previdenza. Un giorno poteva far assegnamento sull’inesauribile beneficenza delle case religiose in tempo di scarsità, degli ospedali in caso di malattia. Ma ora le circostanze sono cambiate. I sopravvenuti hanno divorato le rendite delle case religiose, in buona parte quelle degli ospedali dove i poveri mal si riesce ora ad introdurli senza una diaria molto rilevante.
Le tasse crescono a dismisura, così le multe e le ingiunzioni. I colpiti hanno trovato l’industria di pagare con il carcere, nella stagione più cruda, multe di centinaia di lire. In ciò non si bada al rossore. I poveri vivono talvolta agglomerati in un locale umido, quasi in cantina sotterranea. Il lamento è generale e non si sa come questi poveri siano pazienti da tollerare tanti disagi. Bisogna dunque scusare la loro importunità nel chiedere.
Come accennai, la classe popolare non manca di fede e questa la dimostra nella frequenza alla chiesa ed ai santi Sacramenti. - 871 -Nella parrocchia nostra di san Giuseppe, che conta circa quindicimila abitanti, si son potute fare nell’anno decorso ben settantamila sante Comunioni. Si possono raccogliere anche gruppi di giovanotti che a vent’anni non hanno ancor fatto la prima Comunione, per istruirli negli Esercizi spirituali e quindi ammetterli alla mensa eucaristica. I sacerdoti che discendono dalla chiesa in piazza trovano di poter guarire molte piaghe sociali, specialmente in seno alle famiglie e riguardo ai matrimoni disordinati. I giovanetti accorrono ai catechismi, ai doposcuola, ai circoli cattolici, agli oratori festivi, alle scuole di canto, alle passeggiate sportive, ecc‹etera›.
La messe è dunque molta, ma gli operai pochi. Ogni parroco deplora la mancanza [21] di mezzi per costruire altre chiese succursali. In tutte le parrocchie della città si assiste al sorgere di molte iniziative che poi troppo si stenta a condurre avanti. Il popolo per reale scarsezza di mezzi e per educazione ricevuta non sente il dovere di cooperarvi. I pochi di buona volontà sono presi d’assalto da ogni parte.
Un fiume di beneficenza scorre anche dal Vaticano. Non si sa come spiegare il fatto ammirabile dell’augusto Pio X, il quale nelle tasche e nei suoi scrigni trova il vuoto, eppure nelle mani tiene sempre tesori di beneficenza da spargere. Attualmente ha cinque chiese nuove in costruzione. L’ultimo giorno dell’anno scorso inaugurò la chiesa di santa Croce, vero gioiello d’arte, monumento mondiale del culto cattolico, che gli costò poco meno d’un milione. Non v’ha poi necessità pubblica o privata a cui non giunga il gran cuore di Pio. L’augusto pontefice nella sua povertà è come la vita morale e in molto anche economica di Roma ed è prova sensibile e manifesta della potenza mirabile del papato. La sua vita si trasfonde come dal capo nelle membra, e queste vivificate conservano il sentimento cristiano fra la corruttela del denaro e della prostituzione, volta da ogni parte del mondo da tutti i nemici del pontificato romano a tirare Roma nelle loro insidie, mentre essa sempre gloriosa reca i segni luminosi che traccia su di lei la divinità del Cristianesimo e del papato.
Vi hanno in Roma molti benpensanti e praticanti nella classe borghese ed anche nel nobile patriziato, ed essi pure - 872 -spargono in abbondanza fiori odorosi e frutti preziosi di cristiana carità. Non è dire dei molteplici istituti religiosi che in Roma son stabiliti da tutte le nazioni cattoliche. Questi istituti sono piccoli fari di luce e di calore vivificante.
Non sono però da lodare i piagnistei dei pessimisti, né si ha ad unirsi con gli ottimisti che tutto approvano. Bisogna pregare e lavorare. Il secolo, che è trascinato al materialismo, vuole pure le sue vittime di supplica e di sacrificio. Si moltiplichino le vittime gloriose e gloriosa rinascerà nei cuori cristiani la fede di G‹esù› Cristo.
Roma, 23 gennaio 1914.
Sac‹erdote› Luigi Guanella




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Mt 9, 37; ripetuto nell’articolo.


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