Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1914

5. San Giuseppe, amico del sacro Cuore di Gesù, pregate per noi!.acapo. Anno XXI, n. 6, giugno 1914, pp. 83-84

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San Giuseppe, amico del sacro Cuore di Gesù, pregate per noi!
Anno XXI, n. 6, giugno 1914, pp. 83-84.
Gli ascritti della Pia Unione del Transito di san Giuseppe si fanno migliaia - Comunità che comunicano i loro meriti - Un decreto del ministro generale dei p‹adri› cappuccini - Adesioni di vescovi e di cardinali - Preghiere per gli agonizzanti - Per il tempio del sacro Cuore di Gesù in Como - In viaggio - Vi sono ancora dei buoni! - Un compagno da Bologna a Savignano - Al sacro Cuore di Gesù - In San Pancrazio a Roma - La storia d’una ricoverata - Visione? - Il lavoro grande della Pia Unione del Transito - Scuse agli interessati - Bisogno d’un periodichetto mensile - San Giuseppe, amico del sacro Cuore di Gesù, pregate per noi!
La Pia Unione del Transito di san Giuseppe, stabilita nella nostra chiesa di Roma, estendendosi a poco a poco ci fa sicuri del suo trionfo. Gli ascritti toccano già i quindicimila. Intere comunità vi danno il nome e comunicano i loro meriti. Citiamo l’esempio dell’ordine dei p‹adri› cappuccini, il cui superiore generale ha pubblicato il seguente decreto col quale mette gli ascritti della Pia Unione a parte di tutto il bene (sante Messe, preghiere, digiuni, mortificazioni, abnegazioni, viaggi, silenzio, astinenze, predicazioni, veglie, discipline, penitenze, Esercizi spirituali, opere pie, ecc‹etera›) che si fa dai membri del suo ordine. Eccolo trascritto.
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Fr‹ater› Pacificus a Seiano, Sacri Palatii apostolici concionator, Sacrae Rituum Congregationis consultor, totius ordinis Minorum Sancti Francisci Capucinorum Minister generalis.
Facultate officio nostro a fel‹iciter› rec‹ordato› Urbano PP. V concessa, virtute praesentium adoptamus in filios spirituales nostrae religionis omnes christifideles Piae Societatis a Transitu sancti Ioseph pro animam agentibus Romae in templo eiusdem nominis ad Portam Triumphalem adscriptos, et participes facimus omnium Missarum, orationum, jejuniorum, mortificationum, abnegationum, peregrinationum, silentii, abstinentiarum, praedicationum, vigiliarum, disciplinarum, poenitentiarum, Exercitiorum spiritualium, operum piorum, cunctorumque aliorum bonorum quae auxilio divinae gratiae a nostris fratribus fiunt. Remanet ut dignos se reddant per exactam observantiam divinorum mandatorum, perque filialem affectum erga nostrum sanctum institutum; hac enim sola sub conditione vere illud prophetae dicere poterunt: « Particeps ego sum omnium timentium te et custodientium mandata tua ». In quorum fidem praesentes manu nostra subscriptas et sigillo majori officii munitas extra dedimus.
Datum in conventu nostro Sancti Laurentii a Brundisio. Romae, die 8 maji, 1914.
Fr‹ater› Pacificus Min‹ister› generalis ut supra 4.
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Tale comunicazione di meriti fece pure il piissimo Nascimbeni di Castelletto sul Garda, fondatore delle Suore della sacra Famiglia; così più altri. Facciamo voti che imitino l’esempio altri pii istituti di seminarii, di religiosi e religiose nelle molteplici loro comunità.
Giungono adesioni da vescovi e da cardinali europei ed americani, perché di tutti il grido, il desiderio più vivo è il seguente: « Invochiamo aiuti, in tutti i modi e da tutti e sempre, per il grande momento dal quale dipende l’eternità ». Giungono poi frequenti preghiere insistenti perché si preghi a favore di infermi e d’agonizzanti, e qui infatti si prega e si fanno frequenti e speciali funzioni.
Oh san Giuseppe benedetto, amico del Cuore di Gesù Cristo, uniteci tutti nella carità di Dio con vincolo indissolubile di preghiera, di virtù e d’amore! Aiutateci specialmente in questo mese del sacro Cuore di Gesù. A voi, o benedetto san Giuseppe, amico del Cuore di Gesù Cristo, facciamo speciali suppliche per la felice continuazione del tempio del sacro Cuore in Como. La costruzione già riluce, quasi per splendore di luna, dal tetto lucente delle ardesie di Valmalenco; riluce e troneggia in luogo che domina la città, quasi a dire: « Accorrete tutti ad attingere grazie alla sorgente delle benedizioni che il Cuore di Gesù Cristo spande dal suo nuovo tempio e dagli altari benedetti che in esso si costruiranno, per rappresentare quasi vivo e perfetto il modello del santo Calvario e del Sepolcro santo di Gesù Cristo ». Andiamo a Gesù per mezzo di Giuseppe, amico del sacro Cuore. Supplichiamo anche: « Nostra Signora del sacro Cuore di Gesù, pregate per noi! ».
Quando si cammina per via conviene attendere a sé, pensando ai fatti propri, e ripassare qualche libro o conversare colla Madre nostra comune con la recita del santo rosario; così il viaggio sarà meglio favorito dal nostro santo arcangelo Raffaele. Talvolta c’incontriamo con delle persone animate di fede e allora si passa qualche ora di felice trattenimento.
Nel viaggio compiuto testé da Bologna a Savignano, un buon signore, che mi si dichiarò impiegato [84] di ferrovia e dimorante a Santarcangelo, sedette di fronte a me e cominciò a discorrere. - 878 -« Taluni — dissereputano incontro malaugurato quello di persona religiosa, ma io stimo fortuna tale incontro e rampogno con forti parole quelli di parere contrario. Le persone buone son più vicine a Dio e con Dio se la intendono bene e mettono fuori parole e discorsi che ci accostano al Signore, fonte di felicità. Io studio profondamente la nostra santa religione e darei la vita per ogni verità e virtù di essa. Ne parlo alla moglie ed a tre figli e tutti gustiamo momenti di felicità. Ma ahimè, che ora ritorno da Milano profondamente amareggiato! Il mio figliuolo maggiore, che pur era buono, fu travolto da compagnie triste!... ». E qui fra pianti e singhiozzi espose i particolari di quella che chiamava sciagura massima e poi si rivolse a me per dirmi: « Preghi, preghi e faccia pregare ». Allora io risposi che avrei pregato e fatto pregare nelle nostre case d’Italia, di Svizzera, d’America. Il buon signore sbarrò gli occhi meravigliato e mi pregò: « Racconti, racconti le meraviglie di quella vera carità che sì pochi conoscono a fondo ». E volle che nella chiesa del sacro Cuore in Como si volgessero al divin Cuore di Gesù Cristo specialissime preghiere per il suo figlio traviato. Io ne parlai subito ai nostri giovinetti dell’istituto dei Fanciulli Poveri in Gatteo ed agli altri ivi ricoverati. Il buon signore, nel lasciarmi a Savignano, si asciugò le vive lacrime e mi volle affettuosamente baciare la destra.
Dicono che il mondo tutto è cattivo; ciò non è vero. Vi sono ancora molti buoni. Dicono che la religione ha fatto il suo corso; ciò non è vero. Continua il suo cammino silenziosa sì, ma tanto più fervida ed efficace.
Di questo incontro e di altri simili parlai ai nostri di San Giuseppe e di San Pancrazio a Roma. Una vecchia donna di nome Pancrazia, dopo avermi ascoltato nella chiesetta del nostro Ospizio Pio X a Roma, mi volle venire incontro e dire: « Io sono Pancrazia Cesira Gori di Firenze; mio padre fu ispettore ossia maggiordomo del granduca Leopoldo II di Toscana, e fu lui stesso che accompagnò Leopoldo nella sua fuga a Lindau in Sassonia. La fedeltà del mio genitore fu nota a Vittorio Emanuele II e mio papà rimase a servizio di lui ed io pure vissi qualche tempo nella reggia. Ma non mi piaceva, non mi piaceva punto punto. Nella reggia bisognerebbe sempre essere giovani ed attraenti e - 879 -questo mi affliggeva l’animo. Divenni perfettamente cieca; mio papà morì ed io avrei dovuto godere la pensione di 3 lire al giorno, ma non mi fu data. Mi fu offerto ricovero nell’ampio locale Cerasi, ma ho preferito la carità e la povertà di questo istituto dei poveri di San Pancrazio. Una scarsa di mente mi salutò con una guanciata, ma io diedi alla meschinella due caramelle e me la amicai. Oh, come si sta bene qui con queste suore e con queste semplici ricoverate! Io non sogno che raramente, ma la notte che ci condusse alla solennità dell’Ascensione mi parve vedere Gesù Cristo che saliva in alto e prendeva lei per mano, e su su ambedue salivano, ma io gridai: “Lasciateci ancor qui questo buon padre!”, e fui esaudita. Nella notte susseguente mi accadde la stessa visione e tutti qui pregarono: “Lasciatelo ancor qui il nostro buon padre, che ne abbiamo ancora bisogno” ».
Chi scrive sorrise e domandò: « Credete voi che sia vera questa visione? Non vi pare che sia meglio salirsene che rimanere? ». E la buona donna rispose: « Tutti ci consoliamo che ella sia con noi ». Cieca, la buona Pancrazia passa la sua giornata fra ospizio e basilica. Nei giorni delle sante Quarant’ore passava dinnanzi al Santissimo Sacramento non solo le ore del giorno, ma anche quelle di quasi tutta la notte.
Pare proprio che il Signore sensibilmente scherzi colle anime buone. Oh! Sono ancora tante le anime buone nel mondo e mercé di queste creature, che senza saperlo si fanno vittime per la umanità colpevole, tanti guai si toglieranno e tante anime otterranno salute.
Il nostro don Cesare Pedrini, direttore della Pia Unione del Transito di san Giuseppe, si vede dinanzi un lavoro poderoso; deve corrispondere con vescovi illustrissimi dell’Europa e dell’America, con superiori d’istituti pii, sente il bisogno di comunicare in più lingue parlate in Europa e fuori, deve tenere regolarissimi i suoi registri. Gli aggregati toccano già i quindicimila, notando che si è nel periodo di organizzazione; avrebbe bisogno di un amanuense, che per ora non si può avere, e domanda quindi scusa che non possa con tutta la diligenza corrispondere alle diverse richieste. Molte sono le domande di preghiere per gli agonizzanti, molte le notizie di grazie ottenute - 880 -e da ottenersi. Si troverebbe opportunissima l’istituzione di un piccolo periodico mensile.
Questi progetti son certamente da studiarsi ai piedi del Transito di san Giuseppe benedetto e attendere con fiducia che egli vi provveda. I soci preghino molto per noi, che molto otterranno. Di questi giorni s’inviarono pagelle e diplomi agli eminentissimi nominati nel concistoro del 25 corrente.
Preghiamo tutti: « San Giuseppe, amico del sacro Cuor di Gesù, pregate per noi! ».
Roma, 27 maggio 1914.
Sac‹erdote› Luigi Guanella




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« Fra Pacifico da Seggiano, predicatore del sacro Palazzo Apostolico, consultore della Sacra Congregazione dei Riti, ministro generale di tutto l’ordine dei Minori cappuccini di san Francesco. Per la facoltà concessa al nostro ufficio dal pontefice Urbano V di santa memoria, in virtù della presente adottiamo quali figli spirituali della nostra religione tutti i fedeli ascritti alla Pia Unione del Transito di san Giuseppe per gli agonizzanti stabilita a Roma nella chiesa omonima a Porta Trionfale, facendoli partecipi di tutte le Messe, preghiere, digiuni, mortificazioni, rinunce, pellegrinaggi, silenzio, astinenze, predicazioni, veglie, discipline, penitenze, Esercizi spirituali, opere di pietà e di tutto il bene fatto per divina grazia dai nostri frati. Devono solo essi rendersene degni con l’esatta osservanza dei divini Comandamenti e per il filiale affetto verso il santo nostro istituto; a questa sola condizione potranno dire con il profeta: “Sono amico di coloro che ti temono e osservano i tuoi precetti”. In fede di ciò promulghiamo la presente, sottoscritta e munita di sigillo. Dal nostro convento di San Lorenzo da Brindisi. Roma, 8 maggio 1914. Fra Pacifico ministro generale, come sopra ». Il documento non è stato reperito.


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