Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
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5. Nuova chiesa del sacro Cuore di Gesù in Como - Strenna ai cooperatori ed alle cooperatrici della Piccola Casa della divina Provvidenza.acapo.Autografo, quaderno, 9 f., Archivio Storico Guanelliano, Como (V, 1b); tra 17 aprile (solennità di Pasqua) e 21 giugno 1892

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Nuova chiesa del sacro Cuore di Gesù in Como
Strenna ai cooperatori ed alle cooperatrici della Piccola Casa della divina Provvidenza
Autografo, quaderno, 9 f., Archivio Storico Guanelliano, Como (V, 1b); tra 17 aprile (solennità di Pasqua) e 21 giugno 1892.
[2r] Una parola d’introduzione
Nella nostra Strenna del 1891 40 abbiamo, ma sol come di lontano, lasciato intravedere la brama che ci coceva di erigere una chiesa al divin Cuore. N’avremo bisogno per l’accrescere continuo dei ricoverati in questa Piccola Casa. E ci arrideva ché edificando altra chiesa, lo spazio dell’oratorio attuale si sarebbe d’un subito convertito in area capacissima per due piani di abitazione nuova. E ci confortava il credere che una meno indegna abitazione alla maestà del Signore ne avrebbe cattivate le divine benevolenze.
Molto più che la nuova chiesa del divin Cuore, aprendosi in modo solenne al pubblico dei fedeli, avrebbe attirato nuovi e continui adoratori del divin Cuore e cooperatori benevoli [2v] al pio ricovero. Oltreché i ricoverati tutti, mercé un nuovo e grandioso tempio, trovandosi meglio aggruppati intorno a quel centro di divina carità ‹che è› il Cuor di Gesù, si sarebbero fra di loro maggiormente animati a credere ed a sperare, ad operare il bene e mandare i voti del proprio cuore al gran Cuore del Signore, per il conforto di loro, ricoverati e mendici molteplici, e per la prosperità temporale e spirituale dei propri benefattori e benefattrici.
Le opere di Dio hanno principio da cose minime. E nel caso presente noi fummo mossi da cominciare e proseguir la nostra chiesa da circostanze in apparenza piccole che furono sufficienti a farne scorgere il voler di Dio in argomento. Il nostro superiore immediato il vescovo nostro tolse, appena giunto fra noi nello scorso ottobre, a benedirne quasi [3r] padre suoi - 924 -figli diletti. Ne 41 salutò in questi ricoverati i figli beniamini della divina Provvidenza. Caldeggiò in essi e benedisse il pensiero di un nuovo tabernacolo, tempio santo. Giorni di poi 42 persone autorevoli tolsero occasione a mostrare il loro attaccamento alla Piccola Casa con l’offerta di 43 materiali per uso di costruzione e questo chiarì maggiormente la cosa e tosto in novembre si diè principio alle escavazioni. Si fecero in breve cento misure44 si diè un taglio e via con alacrità per non dar luogo a degli intoppi.
La benedizione della pietra fondamentale, che il vescovo solennemente avrebbe fatto il Natale 1891, invece la si trasferì alla Pasqua 1892, ma quando le mura erano già a buona altezza, e la 45 sacra cerimonia seguì tanto [3v] più solennemente.
Il cielo 46 aiutò ché nel territorio della Piccola Casa si trovasse una miniera copiosa di sabbia, nel nostro caso preziosa come una piccola miniera d’oro. Il sig‹nor› Garrè, conduttore delle acque potabili e motrici in Como, insiem coll’acqua necessaria per la costruzione dei muri ne favorì i binari ed i piccoli vagoni pel trasporto dei materiali, per cui ne venne una vera provvidenza 47; questi ricoverati, questi giovani artigiani e studenti lavorando nelle ore di ricreazione trovavano di divertirsi48 di giovare al progresso della costruzione. La vernata passò scarsa per molti operai 49 della città. Questi per isfamarsi si univano ai nostri e intanto i lavori di sterramento proseguirono con alacrità.
Non mai veruno incontrò male e pur v’era a temere specialmente [4r] nei più piccoli. Ma si raccomandavano al mattino per tempo al divin Cuore che conservasse al loro fianco 50 - 925 -l’angelo custode attento e così non si ebbe a deplorare nessuna disgrazia; talvolta visibilmente si scorse la protezione del cielo.
Denari 51 se n’aveva in misura scarsa. Il preventivo di |...| presto scomparve, ma all’uopo non mancarono |mezzi|, non furono mai difficoltà di primo ordine e tanto meno lo saranno in presente, e intanto si prosegue.
Per l’epoca di san Luigi la chiesa sarà incoronata del suo tetto; per l’epoca del santo rosario di ottobre sarà benedetta per le divine ufficiature e verrà consacrata nella ricorrenza solenne delle feste 52 del genetliaco episcopale di sua Santità nel prossimo 1893.
Ecco le nostre due parole di introduzione. Or fate animo, cooperatori e cooperatrici benevoli; noi preghiamo che 53 [4v] siate da Dio chiamati a divenire, come in tante vostre belle opere di bene, così pure nella costruzione di una chiesa al divin Cuore e nella provisione ai meschinelli di questa casa, ministri della divina Provvidenza.
Fate animo, e in questo libretto 54 vi si dirà quello che si ha in animo sia per essere in avvenire per noi e per voi la nuova chiesa del divin Cuore.
[5r] I. La chiesa del sacro Cuore nostro paradiso in terra
Noi siamo soliti scrivere allo ingresso del nostro oratorio ove si conserva il Santissimo Sacramento queste parole: « Il nostro paradiso in terra » e servono come di motto a ben fare, come di svegliarino a ben riguardare.
Verissimo è perché:
1. Si sta bene dove è Dio e qui nella chiesa è il Signore.
2. Che abbiamo noi a invidiare ai pastori od ai Re Magi, ai discepoli od alle turbe che ascoltavano il divin Salvatore? Iddio non è pur con noi?
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3. Che abbiamo ad invidiare alle stesse anime beate? Ha la differenza che esse hanno raggiunto la beatitudine e noi lo stiamo maturando; quelle sono in gloria e in noi in merito, ma [5v] nella sostanza sono perfettamente eguali le anime dei beati in patria colle anime dei giusti in via. « Ché ti rivolgi a me? — rispose l’anima di Agata martire a Lucia 55 verginella che la pregava lungo il tumoloRivolgiti tu stessa a Dio ché non sei di me meno pura anima del comune sposo Gesù ».
Eccolo il nostro vero paradiso in terra, paradiso tanto più diletto perché in questa chiesa come in luogo ancor più santo noi veniamo a raccoglierci intorno al divin Cuore, e così godiamo fiducia che il Signore ne guardi più specialmente con un di quei sorrisi con i quali Gesù invitava Giovanni a posare sui palpiti del proprio divin Cuore. E quando il Signore chiami , proprio [6r] , oh quante belle cose si possono dire a Dio, quante ascoltare dalla bontà del Cuore del Signore!
Suor Chiara Bosatta è la prima fondatrice della Piccola Casa della divina Provvidenza in Como. Aveva 27 anni di età e struggevasi di veder l’opera prosperare e offerivala al divin Cuore, e con l’opera faceva offerta della propria vita. E il Signore ricevette quel sacrificio addì 20 56 dello aprile 1887. Il sac‹erdote› miss‹ionario› ap‹osto›lico D’Antuono Luigi da Salerno, che nel 1891 fu in Como a San Fedele predicatore quaresimalista e mariano 57, ascoltando gli esempi di quella buona fondatrice ne volle scrivere la vita. La diè dunque in Angri, sua patria. Or discorrendo ivi della fede con cui suor Chiara guardava al divin Cuore scrive: « Sua morte... » 58.
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[6v] Lode a Dio pertanto, ché buono tanto ne fa scorgere ancora sensibilmente all’anime sue dilette che il Cuore di Gesù è la vita degli uomini, che Dio non può stare senza le sue creature dei cristiani, e le creature dei cristiani che non possono vivere senza Dio. Lode al Signore che in sulla terra ha fissato suoi speciali tabernacoli di amore e di impetrazione. La nostra chiesa è il nostro paradiso in terra e il Cuore di Gesù che nella chiesa si adora è la delizia dei poveri cuori nostri.
[7r] II. L’altare del sacro Cuore
Come nel cuor di persona si dice che è la sede della vita e degli affetti, così presso l’altare del sacro Cuore nella nostra chiesa è 59 il divino focolare della vita e il centro 60 da cui partono raggi di celestiale contento. Ivi, come i figli del pellicano, i figli del Signore si adunano famelici per saturarsi al divin Sangue che esce dal Cuor ferito di amor di Gesù. Quel cuor carneo che vagì bambino nella grotta di Betlemme, che agonizzò nell’orto, che fu diviso dalla lancia del Longino, quel divino Cuore al quale è ipostaticamente unità la divinità, questi è 61 che noi adoriamo profondamente commossi.
[7v] Questo divino Cuore al riflesso della fede ne rivela d’un tratto tutti gli esempi santissimi di vita e di dottrina del Verbo incarnato, onde noi come gli apostoli del Taborre saremmo tentati a sclamare: « Bonum est nos hic esse » 62 e a bramare di non staccarsene 63 più mai.
Intorno allo altare del sacro Cuore stanno due altri fochi di divino splendore, e sono da una parte Gesù agonizzante nell’orto e il prezioso Sangue del Salvatore che scorre a lavare la terra dalle sue iniquità. Oh, chi può guardare a quel divino Sangue e non intenerirsi?
Ed il secondo foco è la imagine adorabile dipintasi per miracolo sul velo della Veronica: è il santo Volto del Salvatore, è - 928 -quel divino Volto per ‹cui› il sant’uomo di Francia il ven‹erabile› Leone Dupont ottenne venerazione [8r] novella e sempre più viva oggidì. Oh, chi può mirare in quel volto nel quale si rispecchiano tutti gli affetti del divin Cuore e non sentirsi trasportare ai più puri affetti di amore e di dolore?
Son tre divozioni e sono una sola piissima divozione.
Il nostro altare del sacro Cuore è l’emporio della divina carità, di quella divina carità che tutta è nell’ostia santa, in Gesù sacramentato che è dentro in quella casetta del tabernacolo. Ivi è realmente e sostanzialmente il Cuore eucaristico, e con il Cuore il Sangue, il Volto, la persona adorabile del comune redentore e Signor nostro Gesù Cristo.
« Bonum est nos hic esse ». E stando qui le molte ore del giorno, le spesse ore di sera e le prolisse ore notturne quelle anime dei ricoverati che Dio chiama con [8v] qualche fervore a sé, non può non essere che questo movimento di fede non ritorni carico di salutari effetti.
Questo movimento tenderà ad espandersi, perché la carità del Signore è diffusiva. Sorgeranno le caste colombe in ogni mattino al sorgere del novello . L’ostia di propiziazione e di pace si innalzerà, una voce concorde 64 allora griderà: « Padre santo, perdonateci e dateci bene per i meriti infiniti di questo divino ed unigenito vostro Figlio che vi 65 offeriamo ». La giustizia del Padre riguarda a quel Cuore, a quel Sangue, a quel Volto del suo Unigenito e ne rimane placata.
O fede, come sei tu grande e quanto potente!
[9r] III. Il trono della Regina
La Regina nostra è la Madre nostra. È la Regina incoronata dall’Eterno al di sopra di tutti ‹gli› angeli e di tutti i santi ed è la sovrana di noi poveri mortali, la quale tutto ciò che vuole facilmente per noi ottiene dal divino suo Figlio. Però dopo che a Gesù Cristo ogni onore e gloria si deve alla Madre; dopo che - 929 -a Dio, ogni e il più bel saluto è tutto meritevole della grandezza di Maria.
Pertanto erigendo noi un trono alla Madre, noi vorremmo su quel trono onorarla specialmente con tutta l’ampiezza dei titoli con cui nelle diverse parti del mondo l’onora Chiesa santa.




p. 923
40
Pubblicazione non reperita.


p. 924
41
Originale: /chiamò/.


42
Originale: /le autorità prime di Como stessa/.


43
Originale: /non pochi/.


44
Originale: /poi/ si /tirò/.


45
Originale: già a /quasi mezza/ altezza, e la /benedizione/.


46
Originale: /Fortuna/.


47
Originale: /cuccagna/.


48
Originale: /si prendevano così due colombi a un favo/.


49
Originale: /pur/.


50
Originale: /un/ angelo /lor/.


p. 925
51
Originale: /non/ /contavansi in scarso numero ma per le opere della Piccola Casa i denari/ non furono


52
Originale: /episcopali/.


53
Originale: [4v] /possiate/.


54
Cfr. nota 6 a p. 7.


p. 926
55
Originale: di Lucia martire ad Agata.


56
L’indicazione del giorno è omessa nell’originale, dove è lasciata in bianco una porzione di riga.


57
Luigi D’Antuono, morto nel 1897, era stato quaresimalista nella chiesa di san Fedele ed aveva avuto rapporti con l’A. già nel 1890; cfr. Luigi D’Antuono, La Piccola Casa della divina Provvidenza di Como, Angri 1890, p. 3.


58
Nella biografia di suor Chiara Bosatta, citata alla nota 2 a p. 10, non risulta un brano che inizia con tale citazione; nel capitolo XXIX, Gli affanni continuano, pp. 272-275, si trovano però alcuni riferimenti alla sua devozione verso il sacro Cuore nell’imminenza della morte.


p. 927
59
Originale: /la/.


60
Originale: /a/ cui /convergono/.


61
Originale: /l’oggetto ad‹...›/.


62
Lc 9, 33; ripetuto nel testo.


63
Originale: a non bramare di staccarsene.


p. 928
64
Originale: concorderà.


65
Originale: /inviamo/.


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