Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
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8. Salve!.acapo. Autografo, quaderno, 10 f., Archivio Storico Guanelliano, Como (IV, c7); 14 maggio 1893

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8
Salve!
Autografo, quaderno, 10 f., Archivio Storico Guanelliano, Como (IV, c7); 14 maggio 1893.
[1r] Salve, Marietta Tettamanti 70. Salve.
Noi ti diciamo salute perché la fede ne porge alta fiducia che il tuo nobilissimo spirito già sia stato salutato con giubilo dagli spiriti celesti.
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Salve adunque, adunque salve!
E chi non ripeterebbe in giubilo questo dolce saluto a te, Marietta, che d’anni 37 hai chiusa una carriera piena di alti meriti? Tu fosti tutta per Iddio, tutta pei genitori, tutta per i fratelli, tutta per il prossimo tuo, [2r] ed ora il Signore ti benedice, i parenti e i fratelli e i conoscenti e i fedeli tutti ti applaudono: « Salve! Salve! ».
Giovinetta innocente, udisti per tempo la voce dello Sposo che ti chiamava a spirituali nozze, e te fortunata, o Marietta, che a Gesù sposo delle anime subito e tutta ti sei dedicata. E da lui hai ricevuta per corona un serto di patimenti al capo, per monile una catena di patimenti, per letto un guanciale di crudi e prolissi patimenti.
Ma quel Dio che abbatte è pur lo stesso che conforta e tu, Marietta nostra, per lo spazio di anni quattordici fosti quasi un’imagine del Crocefisso sofferente, tormentata sul cuore, spasimante [3r] nel corpo, immobile sullo stesso fianco i giorni, i mesi, gli anni intieri.
Allora chi ti confortava era la voce del Crocefisso che ti stava continuo sotto gli occhi. Chi ti confortava era lo stesso divin Salvatore che tu ricevevi il più spesso possibile nella Comunione augustissima.
E chi ti confortava era l’aspetto di morte non lontana che tu miravi con santa impazienza. Stavano seduti a te d’accanto nelle feste di Pasqua il padre, la madre, la sorella Giuseppina, e tu li confortavi a rallegrare il desco poveretto, e fu questo per l’ultima volta. Allo indomani tu cessasti dal cibo, che affatto ripugnava allo stomaco.
Ma — mirabile a vedersi! — quello [4r] stomaco stesso, che non poteva ritenere un bricciolo di pane naturale, riteneva il pane transustanziato dai santi misteri. E tu, refiziata da questo Pane angelico, dalla seconda festa di Pasqua fino a ieri 71 ti disponesti ad una santa morte.
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« Io non voglio fiori, io non voglio carri. Seppellitemi con semplicità. Lascio per testamento ai genitori grazia di perdono per quei disgusti che io possa aver loro recati, e per pegno di gratitudine alle immense cure usatemi lascio il mio supplicare continuo in cielo, se per divina misericordia io potrò, come spero, raggiungere quella sede beata. [5r] Lascio ai fratelli in testamento che si amino a vicenda e aiutino i genitori cadenti. A te, Giuseppina mia, in ispecie ho fatto raccomandazioni varie; ricordale, ché io di parlare più non posso. Mi sento morire 72. Il Signore riceva l’anima mia... », e in dire perì ad ore 6 del mattino. Tu volasti colassù dove non è più sera ma mattino sempre, mattino sempre tranquillo, sempre sereno.
Marietta! I fratelli ti salutano loro 73 seconda madre, perché ricordano quando tu, ancor fanciulletta, tenevi loro dietro queta queta per avviarli alla chiesa, alla scuola, al lavoro, e distoglierli [6r] dai compagni e luoghi pericolosi. I fratelli ti ricordano quando presso ai genitori facevi ufficio di paciera benevola. E quei discorsi di bontà che loro tenevi, or ripercotono vivo vivo il loro orecchio, e dall’orecchio scendono al cuore come freccie d’amore e di compatimento. Oh, quei cuori così dolcemente feriti saranno sempre tuoi, come vogliono esserlo del Signore che li ha creati.
Il tuo diletto Antonio, sacerdote missionario, che prima di te raggiunse gloriosa corona in cielo, che avrà detto nello incontrarti testé? Tu fosti l’intima del cuor suo, tu l’incoraggiasti al combattimento della vita missionaria. Tosto tu l’hai [7r] sostenuto fra gli stenti ed i pericoli della terra africana, e quando il santo missionario, percosso da doppio fuoco, questo di amor di Dio e di prossimo e quello del cocente sole di Lagos, cadeva sfinito, vittima immolata e morta ormai, allora si compiva il vaticinio che la sorella Marietta di te fece.
Era la sera del 6 ott‹obr›e 1880. Il fratello, neosacerdote 74 ritornato da Lione per salutare i parenti per l’ultima volta e - 935 -partirsi, a te impartì l’EstremUnzione, perché omai pareva morirti, e il mattino seguente ti porgeva il santo Viatico. Tu allora gli soggiungesti: « Di noi due qual primo morrà? ».
In [8r] dirlo mostrò di esser presaga dello avvenire. Il fratello missionario si immolò nel marzo 1885 ed ella, la Marietta, si immolò testé. Oh quei due spiriti, che gioia incontrarsi in paradiso!
Del fratello d‹on› Antonio i superiori e missionari di apostolato scrivono che in cielo la Chiesa ha acquistato un intercessore, la famiglia un pio mediatore. E di te, o Marietta, che si ha a dire, mentre su di te nemmen la morte par che osi mostrare l’orrore del suo aspetto? Tu sei sorridente nel viso e tu, mirabile a vedersi, tieni le braccia malleabili quasi per benedire, e dalla tua salma non [9r] un segnale di corruzione, onde in tutto mostri quello che fosti, un giglio di virtù.
Salve, ti onoriamo ‹come› un fiore di virtù trapiantato dall’orto della casa domestica nel giardino del paradiso beato.
I genitori tuoi, oh come ti amano e ti compatiscono! Ma anche in questo, ecco mirabile avvenimento! Ad essi sarebbe rincresciuto, morendo, abbandonarti sopra un letto di spine e tu li confortavi dicendo: « Io spero che sarò la prima a morire e vi risparmierò alla vostra volta un più acuto dolore ». Ed ella li 75 ha precorsi con allegro cammino. O Marietta, disponi a noi un simile passaggio.
[10r] A tutti ‹quelli› che ti visitavano, ed erano moltissimi, a tutti tu aprivi con confidenza le labbra e a tutti tenevi un discorso di esortazione, di ammonimento, di conforto. Tu parlavi e tutti ti ascoltavano e tutti da te partivano migliorati, grandi e piccoli. Or tu appiana il sentiero a tutti noi.
Salve, Marietta Tettamanti.
Salve, noi ti ripetiamo in posare la tua diletta salma entro la terra santa del comun cimitero. Salve di cuore. E: « Salve! Salve! » ti ripetano di continuo i tuoi compagni gli angeli del cielo, i tuoi fratelli i beati comprensori.




p. 932
70
Cfr. la seconda parte di Necrologio, pp. 34-35.


p. 933
71
Maria Tettamanti morì a Como il 13 maggio 1893; cfr. Cronaca cittadina - Quattordici anni di infermità, ne L’Ordine, anno XV, n. 108, 15 maggio 1893, p. 3.


p. 934
72
Originale: /Io ti benedico./ Il Signore /mi/.


73
Originale: /madre/.


74
Originale: /venuto/.


p. 935
75
Originale: vi.


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