Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
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40. Lettera circolare Culto e carità.acapo. Eco trimestrale della Casa divina Provvidenza di Ferentino (Roma), 1 f. poligrafato (recto e verso); Archivio Storico Guanelliano, Como (IX, i2/4); 1910 (cfr. testo e nota 164 a p. 989)

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Lettera circolare
Culto e carità. Eco trimestrale della Casa divina Provvidenza di Ferentino (Roma), 1 f. poligrafato (recto e verso); Archivio Storico Guanelliano, Como (IX, i2/4); 1910 (cfr. testo e nota 164 a p. 989).
A titolo di presentazione facciamo precedere una lettera circolare del nostro superiore generale e fondatore sac‹erdote› Luigi Guanella, sicuri di fare cosa grata ai nostri amici pregando la loro indulgenza e carità per la nostra pochezza.
L’uomo per reggersi cristianamente ha bisogno di raccomandarsi al Signore ed ai santi suoi amici per mezzo di una preghiera incessante. Il cristiano per mezzo di molta preghiera può riempire l’animo proprio di abbondante grazia celeste e così acquistare vita e vigore per prorompere in opere molteplici di carità.
In Ferentino, mercé l’appoggio di sua eccellenza mons‹ignor› D‹omenico› Bianconi, del municipio e della congregazione di carità, i due istituti detti dei Servi della Carità e delle Figlie di santa Maria della Provvidenza hanno potuto prendervi posto e compiervi opere di culto e di carità. Le opere di culto vengono compiendo i suddetti religiosi nella chiesa di sant’Agata, che hanno potuto abbellire e che vi esercitano funzioni e ministeri sacerdotali in cura delle anime. Gli uffici di carità compiono nell’annesso ex convento di sant’Agata che, riattato ed abbellito, è divenuto ospizio di orfanelli i quali, in seguito ai corsi di studio elementare sino alla maturità, si applicano alle arti o all’agricoltura in un campo esperimentale annesso. In comparto speciale e distinto si ricevono pure semideficienti per essere riabilitati come meglio alla pratica del culto santo ed a qualche buon lavoro utile.
In altro locale le Figlie di santa Maria della Provvidenza conducono ricovero diviso in due comparti: femminile l’uno per le vecchie croniche e le deficienti, e maschile l’altro per vecchi inabili e i deficienti.
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Le opere suddette contano due anni di fondazione 164 e già sono cresciute adulte e promettenti.
Nel ricovero femminile si educano pure giovanette col metodo di oratorio festivo, e si aumenterebbe il numero già grande di quelle che vi concorrono se si avesse possibilità di locale e personale dirigente.
Queste due opere percorrono il proprio sviluppo sotto gli auspici di san Giuseppe, patrono della Chiesa universale, custode della sacra Famiglia e glorioso capo e protettore degli istituti di carità secondo la mente ed il cuore di papa Leone XIII; crescano almeno loro, gl’istituti pii, a buon modello del cristiano fedele, della vera famiglia cristiana nella quale lo spirito di preghiera e di carità santa dev’essere il fuoco sacro della fede e della carità, per regolare santamente tutti gli atti della carità cristiana.
Sono poi |...| 165 deserto del mondo, ovvero come focolari nel freddo di crudo verno il Signore suscita per ravvivare il lume di fede ed il fervore della carità.
Le opere delle due fondazioni in parola, con molta fiducia e con umiltà pari, per se stesse si raccomandano ai cuori buoni, perché col loro appoggio morale di preghiere e di raccomandazioni ed anche con il loro appoggio economico dell’obolo della carità vengano in aiuto. Le opere da farsi sono molte, per il trattamento dei locali ‹e› per la provvista del corredo interno. Si sono forniti i due locali di allestimento per illuminazione elettrica, per conduttura di acqua potabile per ogni uso domestico. Si stanno pure allestendo vasti locali per scuole elementari, per circoli popolari ad uso della gioventù, per scuole popolari col mezzo di proiezioni sacre e di trattenimenti morali nei quali il popolo e la gioventù ferentinese trovano già gustoso pascolo.
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Ma perché scarsi i mezzi, vengano molti in aiuto. Possono venire in aiuto i meno agiati del popolo con qualsiasi obolo, tanto in numerario quanto in qualsiasi genere alimentare e combustibile. Due sacerdoti continuamente si occupano al servizio spirituale dei fedeli e non hanno altra risorsa che le elemosine di essi. I ricoverati e gli orfanelli, essi soli corrispondono un tenuissimo mensile sul legato Macioti e della congregazione di carità, ma assai meno proporzionato. Possono venire gli agiati del popolo con qualche offerta maggiore, come sopra.
Sono di utilità ai due istituti anche gl’indumenti usati ovvero oggetti vari che, forse forse ingombro nella casa, possono venire utilizzati in diverso modo. Una pesca annuale che si potesse pure con qualche vantaggio inaugurare, sarebbe ancora un tesoro di sollievo per i due istituti che hanno bisogno di tutti e di tutto.
E gl’istituti, in compenso che faranno? In modo speciale offriranno preghiere e quel tanto di merito che, con l’esercizio delle loro opere di carità, sapranno acquistarsi. Porranno intermediario il glorioso protettore san Giuseppe. Questo santo benedetto pregheranno perché tutti possiamo condurre vita esemplare cristiana e coronare gli anni di vita con una santa morte. A questo scopo ogni mercoledì, sacro a san Giuseppe, e ogni del mese di marzo, dedicato allo stesso santo patriarca, i singoli membri dei due istituti applicheranno il merito delle sante Comunioni che quotidianamente vengono facendo e delle sante Messe che o celebrano o ascoltano. Con questo mezzo di preghiere e di carità noi ci aiuteremo a vicenda per combattere le battaglie del Signore e vincerle.
Questa la modesta parola dei due istituti sotto gli auspici di san Giuseppe in Ferentino. Questa parola in modo vario ed in periodi di tempi più opportuni noi ci permetteremo di ripetere, inviando per ora fascicolo semplicemente poligrafato a mano. Più tardi, come si potrà e come ne suggerirà che si faccia la buona Provvidenza del Signore.
Iddio ci aiuti per essere sani nel corpo, sani nella mente e più che tutto sani nel cuore.
Sac‹erdote› Luigi Guanella




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164
L’Opera pia Macioti di Ferentino fu affidata ai Servi della Carità con atto del 3 dicembre 1908, ma già da ottobre vi era presente il sacerdote Riccardo Negri (1878-1949).


165
Nell’originale risultano sbiadite e illeggibili le ultime due righe del recto.


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