Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Opere santa Teresa
Lettura del testo

Le opere di Santa Teresa. Studio - Riassunto (1883-1884)

21. L’anima imparadisata nel quarto grado d’orazione che è dell’unione

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21.
L’anima imparadisata nel quarto grado
d
orazione che è dellunione
[II-21]Attendete 186, ché vi parrà vedere ed udire persona 187 discesa testé a voi dalla sede 188 del paradiso. Come novello Mosè che venuto 189 sul monte ripassa ben 40 giorni con Dio e 190 sa d’esser con Dio e appena sente di trovarsi ancora quaggiù, così l’anima nell’orazion d’unione è morta al mondo, ma ha senso per sentire che è nel mondo. L’orto morale del proprio cuore rimane inaffiato dalle divine - 51 -grazie come l’orto naturale da una pioggia abbondante di cielo. Sono immense le grazie che si ricevono, e intanto la Filotea benavventurata non ha che da tener aperto il cuore alle effusioni 191 delle divine grazie. Se quest’acqua piovesse continua sarebbe un paradiso. Ma viene [II-22] sol di tempo in tempo, quando men vi pensa il giardiniere... ed è assai se continua per mezz’ora.
« Quanto a me dice santa Teresa non parmi che vi durassi mai tanto... Sente l’anima il godimento d’un bene che contiene in sé tutti i beni, ma la natura di un tal bene resta per lei un mistero. Occupansi tutti i sensi in questo godimento per guisa che verun 192 di loro non può attendere a cosa che sia o interiore o esteriore... L’anima esce talora di se medesima a guisa di un fuoco che nell’ardere gitta fiamme. Dissemi Iddio continua santa Teresa che l’anima struggesi tutta per inabissarsi più profondamente in me: già più non è essa che vive ma io; come non può comprendere quello che intende, è il suo un non intendere, pure intendendo ».
Nell’orazion d’unione l’anima sente consolazioni vivissi­me, piange e vorrebbe [II-23] consumarsi in pianto, e le parrebbe ventura che il corpo fosse fatto a brani. In questo stato può tuttavia l’anima cadere in qualche fallo, e se vi cade guardisi giammai di lasciar l’orazione perché correrebbe 193 grave pericolo.
Oltre l’orazion d’unione è il ratto, o volo di spirito 194, che ha tuttavia effetti maggiori ed operazioni che gli son proprie 195. In gran copia piove l’acqua dei celesti favori. Allora il calor stesso naturale del corpo si va molto sensibilmente 196 indebolendo e le membra raffreddansi poco a poco, benché provisi ad un’ora grandissima soavità e diletto. Nell’orazion d’unione si può resistere all’attraimento divino, comeché con pena e violento sforzo, ma nel ratto ogni resistenza vi è per lo più impossibile. Vi sentirete e vi vedrete portare e non capirete dove. Alle volte si oppone resistenza, ma al pari di chi lotta con
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gagliardo gigante e se ne resta affranto e spossato.
- 52 -« Altre volte scrive santa Teresa erano vani tutti i miei sforzi... le compagne mi tenevano, io mi buttava a terra, ma non ostante l’operazione divina aveva effetto 197... Supplicai il Signore a non mi 198 concedere grazie che dessero esterior mostra di sé e l’ottenni. In questo stato 199 si conosce il poter sovrano di Dio. La persona agghiaccia di spavento, le si rizzano i capelli per timore d’offenderegran maestà, e di poi subentra un amore ardentissimo in iscorgere che Dio ama un vermicciattolovile. Altro effetto del rapimento è uno straordinario e meraviglioso distacco che io a niun patto non valgo a descriverlo. Si soffrono pene di purgatorio, pene di dolore e di amore... succede uno spasimo straziante come se tutto 200 fosse stato sconnesso il corpo. [II-25] Talvolta il corpo facevamisi così leggero che più non mi pareva sentirlo... Come è preso, resta: ritto, seduto, con le mani aperte o chiuse; le persone restano come morte. Oh che patimento ne viene se il confessore non intende!... La creatura vorrebbe consegnar a Dio le chiavi della sua volontà e vorrebbe non aver più libero arbitrio. Il demonio talora opera cotali rapimenti o veri arrabbiamenti nei messaggeri dell’Anticristo, ma questi, come hanno cagione contraria così hanno effetti ben altri 201. Il rapimento che vien da Dio, - 53 -durando un’ora o anche meno, basta per dare all’anima un sovrano dominio su tutte le creature e una libertà tale da non conoscere più se medesima. Oh come tutte le anime dovrebbero chiedere ali di colomba! 202... Oh se i re ed i ricchi intendessero di ciò! Quanti mali avrebbero [II-26] risparmiato all’umana ­famiglia! Oh se conoscessero una di queste verità! Come risparmierebbero le povere comedie della vita! Ma a vece di guardare all’imagine di Gesù Cristo, tengono fisso l’occhio e ardente il cuore al fango della terra che calpestano ».
Nei quattro gradi di orazione enumerati è come una mensa a cui mangiano più persone, ma con proporzione propria delle forze di ciascuno. Intanto il Signore dice all’anima: « Mira, non è questa che una goccioletta di quell’oceano immenso di beni ».
Dio mio, come siete grande e quanto potente! L’anima se ne sta attonita 203 e sclama: « Chiamatemi o Signore, chiama­te 204: quando vi vedrò faccia a faccia? Quando mi inabisserò in voi per sempre?... O caro e bel paradiso, quando ti vedrò, quando? ».




p. 50
186
Originale: /Udite/.


187
Originale: persona /uscita/.


188
Originale: sede /dei beati/.


189
Originale: venuta.


190
Originale: e /non/.


p. 51
191
Originale: effusione.


192
Originale: che per verun; cfr. Opere, ii, Istoria della propria vita, p. 232.


193
Originale: correrebbe /pericolosa/.


194
Espressioni in corsivo sottolineate nell’originale.


195
Originale: proprie. /Scende poi l’estasi quando in/.


196
Originale: insensibilmente /raffreddando/; cfr. Opere, ii, Istoria della propria vita, p. 256.


p. 52
197
L’A. sintetizza un brano di santa Teresa sulle proprie esperienze di levitazione estatica; cfr. Opere, ii, Istoria della propria vita, pp. 257-258.


198
Originale: Signore /che/ a non mi /dar/.


199
Originale: stato /noi conosciamo/.


200
Originale: tutto /fossesi/.


201
L’A. sintetizza la seguente considerazione di santa Teresa: « Tali sono gli effetti che producono nell’anima codesti ratti, quando son veri. Se non li producessero, se non ne traesse l’anima tali preziosi vantaggi, non solo dubiterei grandemente che venissero da Dio, ma temerei forte che non rapimenti fossero, ma sì di quegli arrabbiamenti di cui parla san Vincenzo Ferreri », con la relativa nota del traduttore: « Et scias pro certo quod maior pars raptuum imo rabierum nuntiorum Antichristi venit per istum modum (Tractatum Vitae spiritualis, capitolo xii). “E tieni per certo come la maggior parte di tali rapimenti, o anzi piuttosto arrabbiamenti de’ messaggeri dell’Anticristo viene in questa guisa”. Forse, così scrivendo aveva in mente il santo spagnolo il patrio giuoco di parole usato qui da santa Teresa, tra arrobiamento, rapimento, e rabiamento, arrabbiamento. L’ultima voce peraltro è fittizia e inventata per tale scherzevole contrapposto » (Opere, ii, Istoria della propria vita, p. 270).


p. 53
202
Cfr. Sal 55(54), 7; la citazione esplicita è in nota a Opere, ii, Istoria della propria vita, p. 271.


203
Originale: potente! /Le Io me ne sto/ L’anima se ne sta attonito.


204
Originale: sclama: /con/ Chiamatemi o Signore, chiamate /fino a/.


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