Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Opere santa Teresa
Lettura del testo

Le opere di Santa Teresa. Studio - Riassunto (1883-1884)

24. Segno di divina vocazione

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24.
Segno di divina vocazione
[II-41] Quando voi operate il bene eppure che provate nel cuor vostro aspra guerra, più aspra guerra da gente 223 del mondo, assaissima guerra dal demonio d’inferno, allora senzameno giu­dicate che voi siete di Dio, e che l’opera che avete tra mano è ­l’impresa del Signore. Perocché lo disse Gesù ai suoi discepoli: « Sarete perseguitati voi perché hanno perseguitato me stesso gli uomini... Voi troverete cotali che in coprirvi di confusione - 60 -e gridar a morte a voi, crederanno far cosa buona, perché i ­meschinelliconoscono me né il Padre mio. Ma voi confor­tatevi, ché lo Spirito consolatore vel manderò io dal­l’alto » 224.
Santa 225 Teresa esperimentò questo sì bene nelle fondazioni del primo convento della 226 riforma. [II-42] Teresa anelava ad un’impresa santa. Il convento dell’Incarnazione che seguiva la Regola mitigata del Carmelo era troppo grande e dilettevole. Or il Signore disse a Teresa che benché gli ordini alquanto mancanti del fervor primitivo pur gli dessero gloria, questo che avrebbe fondato col fervor primitivo gli avrebbe data tanto maggior gloria e dovesse pur dedicarlo a san Giuseppe. Indi soggiunse (e mostrando Teresa le gravi difficoltà che vi s’opponevano): « Che io veder potrei che abbian dovuto soffrire i santi che fondarono religioni 227; assai più traversie che non potessi pensare restavanmi a soffrire, ma non me ne dessi pena ».
« Quando nel dell’Assunzione, stando in estasi, io mi vidi porre addosso una veste sfolgorante. Me la mettevano nostra Donna e san Giuseppe, e mi fu fatto intendere che ero purificata da’ miei peccati, e nostra Signora dissemi: Grande con­tento [II-43] darle io con la mia divozione al glorioso san Giuseppe, e stessi pur certa che il mio disegno di fondare un monastero si effettuerebbe, nostro Signore non meno che essa e san Giuseppe vi sarebbero molto ben serviti; non temessi che vi si avesse a raffreddar mai il primo fervore, comeché mi mettessi sotto un’obbedienza che non era di mio gusto, perché ­essa e il glorioso suo sposo ci proteggerebbero; il suo divin Figliuolo aver già promesso d’esser sempre in mezzo a noi: or, in pegno della verità di tal divina promessa, farmi un dono di quel gioiello. In finir tai benedette parole posemi al collo una col­lana d’oro bellissima, dalla quale pendeva una croce d’inestimabil ­valore e al tutto differente di ciò che vede l’occhio quaggiù ».
Altrove le disse nostro Signore: « Non lasciar in modo alcuno di fondare il monastero senza entrate, tal è la volontà di - 61 -mio Padre e mia; io t’aiuterò. [II-44] Dall’aver redditi nasce la confusione... Guardati, o figlia, d’accettar tal condizione, perché se cominciate una volta ad aver entrate, non vi si permetterà poi di spogliarvene ».
Teresa s’era scelta talune compagne in quella fondazione. Or l’unico oggetto che le preoccupava tutte è il modo di servir meglio Iddio. Mai mangiar carne, digiunare otto mesi dell’an­no e nondimeno aggiungere altre opere 228 di supererogazione per ­seguir meglio la Regola, questo 229 praticavano con grande affet­to quelle fervorose anime. Son di poca salute eppure, sostenute da tal spirito interiore, osservano con gran contento. Quelle che facessero scader questa Regola, oh come demeri­terebbero!
Dell’una di queste figlie diceva Teresa: « Veggo in essa un ­serafino » 230. Altra morendo, vide Teresa che non rimase in purgatorio che 4 ore. [II-45] Di Maria di San Giuseppe diceva: « È del numero di quelle che seguono l’Agnello » 231. E di Maria della Croce: « È la consolazione e la provvidenza di tutte le compagne, e la diletta di Dio e delle sorelle ». Teresa vide pu­re moltitu­dini di angeli accorrer festosi per portare in alto ­l’anime di sue sorelle e 232 una voce che diceva: « Così vuole ­Iddio che si veg­ga quanto egli onori i corpi in cui albergano anime giuste ».
Di altre sue sorelle Teresa porge queste testimonianze. Eleonora, sua nipote 233, in salir all’alto le gridava: « Per te so­no io salva » 234. Di Isabella di San Paolo dice che era anima ­candidissima adorna della battesimale innocenza 235. Di Ines de - 62 -Tapia, che aveva paralizzate mani e piedi 236, preconizzava: « Essa non morrà: a più grandi cose la riserva Iddio ».
Di Anna de Tapia 237 diceva: « Dio vi ricompenserà, mia cara figlia, del formar che fateperfette religiose ». E ag­giungeva: [II-46] « Nessuna priora non mi allevia altrettanto il peso della mia carica quanto la madre Anna; mai non mi scrive nulla di penoso, soffre sola, fra se stessa e Dio, le afflizioni che egli le manda ».
San Pietro d’Alcantara da due anni pareva vivere sol per aiutar Teresa nella prima fondazione. Pur nondimeno Teresa incontrò gravissime difficoltà in se stessa e negli altri. Suggerivale il demonio: « Le religiose del nuovo convento saran poi contente?... Non mancheranno del necessario?... Perché impelagarmi in quest’impresa, io che poteva servir Diobene nel mio monastero?... Ed io stessa, io reggerò in casapiccola e 238 con tante austerità? 239... Stando così mi era impossibile il pregare. Volsi gli occhi al tabernacolo e pensai che piaceri o dispiaceri non sono punto a considerare ». [II-47] Si tolse dunque a parlarne e di subito se ne sparse la fama come di gran pazzia. Fra quelle dell’Incarnazione erano cotali che susurravano: « Dunque noi siamo sì gran peccatrici che queste se ne vogliono appartare ».
I superiori di Teresa la garrivano, ma instando ella con gran prieghi finalmente le accondiscesero. Or si doveva stender la scrittura d’acquisto 240 della casa del nuovo convento, quando il provinciale disse: « Or non consento oltre », e il confessore a lei: « Non vi pensate oltre ». E risapendosi che Teresa aveva avuto ordine da Dio di fondar il nuovo monastero fu minacciata della prigionia e 241 del rigore dell’uffizio d’Inquisizione. Quando ­Teresa incontratasi nel venerabile padre Alvarez della Compagnia di Gesù fu incoraggiata ad 242 entrar nel nuovo con-
vento. - 63 -Santa Chiara le era apparsa incoraggiandola, ché Dio e san Giuseppe sarebbero con lei. Vi s’accinse adunque, [II-48] ma la priora e il provinciale se ne lagnarono altamente. Teresa fu richiamata ed ella si dispose per passare alla carcere e godea in soffrire per amor di Gesù Cristo. Venne con animo di non dir parola in sua discolpa, ma di 243 chieder perdono.
In Avila si ridestò gran commozione. Pareva che stando 12 monache senza reddito avrebbero potuto impoverire tutta la città. E infiammandosi gli animi vennero per bruciare il nuo­vo monastero. Pregò allora Teresa: « Divin Signore, questa casa non è mia, per voi è stata fatta; dacché non v’è più chi la difenda, a voi tocca il farlo ». E il Signore, che comanda 244 ai venti e al­le procelle 245, impose agli uomini ed ai demoni che tacessero omai; onde Teresa ricominciò con gran pro l’opera sua, che quanto fu contrastata tanto più 246 piantò solide le fondamenta sue.
[II-49]San Luigi Bertrando scrivendo predisse che il nuovo ordine di Teresa entro cinquanta anni sarebbe divenuto un dei più illustri della Chiesa. E così Dio e i servi del Signore con­fermarono anche in questo avvenimento che le imprese del cielo sono contrastate dagli uomini della terra, che l’opera di Dio è impugnata dalla malizia del demonio sempre.




p. 59
223
Originale: gente /da fuori/.


p. 60
224
Cfr. Gv 15, 20; 16, 2; 8, 19; 15, 26.


225
Originale: /Ritorn.../.


226
Originale: della /sua/.


227
Originale: religioni; /dover assai più travagli/.


p. 61
228
Nell’originale la parola è ripetuta e la prima occorrenza cancellata.


229
Originale: questo /bramavano/.


230
In Opere, ii, Istoria della propria vita, p. 562, questo giudizio è pro­nunciato da san Giovanni della Croce su suor Anna di Gesù.


231
Cfr. Ap 14, 4. In Opere, ii, Istoria della propria vita, p. 567, queste parole sono rivelate dal Signore a suor Isabella di San Domenico.


232
Originale: e /Dio/.


233
Originale: nipote /morendo/.


234
In Opere, ii, Istoria della propria vita, p. 464, questo frase è pronunciata da suor Giovanna Suárez.


235
In Opere, ii, Istoria della propria vita, p. 467, questo giudizio è riferito da uno scritto di Isabella di San Domenico.


p. 62
236
Originale: piedi /diceva/.


237
Originale: Di /Madre/ Anna de Tapia /aggiungeva/; per l’integrazione cfr. Opere, ii, Istoria della propria vita, p. 470.


238
Originale: e /contenente/.


239
Originale: austerità?... /Volsi gli occhi/.


240
Originale: d’acquisto /del nuovo/.


241
Originale: e /di venir tradotta/.


242
Originale: ad /inco.../.


p. 63
243
Originale: di /chiederne/.


244
Originale: comanda /alle/.


245
Cfr. Mt 8, 27.


246
Originale: più /radicò/.


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