Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Opere santa Teresa
Lettura del testo

Le opere di Santa Teresa. Studio - Riassunto (1883-1884)

27. Le vie del cuore

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27.
Le vie del cuore
[II-66] Il cuore del cristiano giusto è sede del trono di Dio e il santuario del tempio dello Spirito santo. Oh come conviene accostarsi con studio di fervore a tempio cosiffatto! Ivi il Signore opera i suoi prodigi di grazia, lo Spirito santo con voce di gemito inenarrabile 271 l’educa a santità di mente e di opere.
« Io donniciatta scrive santa Teresa di sé mi sentiva di dover intraprendere la riforma dell’ordine carmelitano; poteva - 71 -nulla, ma Dio mi confortava. Avuto il permesso dai superiori, non aveva poi né prete secolare o regolare che mi volesse aiutare, ma il Signore fece risplendere la sua potenza su me ­formichetta. [II-67] Il padre Giambattista Rossi di Ravenna, superior generale, quando 272 nell’Andalusia adunò un capitolo di 200 religiosi, tolse pure a confortar me. Il vescovo d’Avila, cessato il disparer nell’ordine 273, si mostrò pur favorevole. Il ­padre Antonio de Heredia seppi che attendeva per farsi certosino, ed io provandogli che la vita 274 contemplativa unita con l’attiva è sopramodo a Dio gradita, l’ottenni per la riforma. Il domenicano Bañez, celebratissimo teologo 275, fu per me. Poi Elena de Quiroga, emula delle Paole e delle Fabiole, e sua figlia che fu suor Gerolama dell’Incarnazione, che stando inferma pur diceva che Dio non le mandava già quei dolori per esimerla dalle sue obbligazioni, ma sì solamente per mettere alla prova la sua pazienza e il suo amore ».
Eppoi, colonna e sostegno del nuovo ordine, Dio mandò Giovan della Croce che, a 20 anni scrittore formato 276, versò poi nelle immortali [II-68] sue opere, senz’ombra di cattivo gusto, i tesori letterari raccolti nei suoi libri Salita del monte Carmelo, La notte oscura dell’anima, Le spine dello spirito, La fiamma viva d’amore, Il cantico spirituale.
Con l’aiuto di questi personaggi illustri, Teresa studiava le vie del cuor proprio e d’altrui, e porgeva poi alle superiore nei diversi monasteri questi buoni avvertimenti: « Dirigete non secondo il vostro gusto, ma secondo il profitto spirituale delle vostre dipendenti. I favori straordinari del cielo non devono mettervi timore, ma confermare nell’obbedienza. L’orazione e - 72 -le cose di spirito son cadute oggi tanto basse, ma Dio non vi abbandonerà. Il vero distacco è nella cura di non offender Dio. Dicono che fondatori di religioni ebbero speciali doni per mettere fondamento di virtù; ma è necessario che le virtù sieno tuttodì praticate, affinché altri vedendo le imitino. [II-69] Or la perfezione dell’orazione non consiste già in pensar molto, ma in amar molto. Non disse già il Signore: Terrò come fatto a me medesimo checché avrete fatto per uno di questi miei piccoletti? 277. Convien poi sovrattutto imitar Gesù Cristo, che fu obbediente fino alla morte 278... Il disgusto che si sente quando non si può starsene appartati, è certo amor proprio sottile che fa preferire il contentamento proprio a quello di Dio. Stando in solitudine con Dio si prova che soave è il Signore, ma si può star quando un’anima pericola? O si può star quando l’obbedienza ci chiama altrove? La purità di coscienza ottiene la perfetta libertà di spirito. Entrate coraggiose in battaglia quando Dio vi chiama. E se anche cadeste ferite, oh come sarà vantaggioso conoscer la grandezza della vostra miseria! Un giorno di umiliazione e di conoscenza di noi val più che 100 d’orazione. [II-70] Gesù Cristo non discese dal cielo per farsi nostro 279 servo? Le buone opere infiammano lo spirito ad amar Dio... Può avvenire che persone di pietà si abbandonino a cotai svenimenti che tolgono energia ai sensi. Questo è da evitare con occuparle in uffici di casa. Fin nel bene bisogna usar misura. Oh qual non restasti mai pel peccato, disavventurata miseria dell’uomo! Si trovano anime che se non corrono alla santa Comunione par loro di morire. Non credetetosto, ché sono illusioni. Ed altre che vogliono comunicarsi ancor quando la Regola non prescrive, e queste ricordino che a Dio più gli aggrada l’obbedienza che il sacrificio. Altra tentazione è la malinconia. Ell’è un umor tanto sottile che sa far del morto finché gli comoda, e lo scopriamo poi sì, [II-71] ma quando non c’è più rimedio. Le umili e di carattere dolce presto si correggono. La malinconia è mezzano ad ingannar le anime, le quali però - 73 -restano nelle tenebre... Spesso una religiosa malinconica basta per mettere in iscompiglio tutto un monastero. La malinconia alcune volte sopraffà la ragione, benché lasci sempre un po’ di luce. Sembrano talvolta a un pelo di perdere il cervello. Povere anime, come soffrono! 280. Fanno il loro purgatorio quaggiù e avranno gloria in cielo, ma intanto quale disturbo in una co­munità! I modi di cura son due, cioè commoverle con riprensioni e obbligarle ai lavori di casa o, che è meglio, guadagnarle colla mitezza e colla autorità. Altre anime possono vantare ri­velazioni. In tal caso s’affidino a confessor prudente, e a ben distinguere se le visioni son da Dio, veggasi come sono obbedienti ed umili. Intanto non se ne parli perché son doni straordinari che noi non possiamo meritare [II-72] in modo veruno. Poniamo assai opere buone e lasciamo che il nostro cuore lo guidi intieramente il Signore. Son tante le vie del cuore. Qual cura e quanto studio per conoscere le vie del cuore e ben dirigerle! Siamo umili. Le persone umili Dio le illumina e non permette punto che si ingannino sul gravissimo negozio del condurre le anime a perfezione di virtù ».




p. 70
271
Cfr. Rm 8, 26.


p. 71
272
Originale: quando /venne/.


273
Originale: disparer degli ordini; cfr. Opere, iii, Libro delle fondazioni, pp. 46-47. L’A. si riferisce alle opposizioni avanzate al superiore generale dal padre provinciale relativamente all’apertura, già richiesta da santa Teresa, di conventi di carmelitani scalzi in Avila; tale « contraddizione nell’ordine » fu poi superata anche « grazie a’ valevoli uffici di monsignor vescovo » (ivi).


274
Originale: vita /attiva/.


275
Originale: teologo /del suo/.


276
In Opere, iii, Libro delle fondazioni, p. 85: « Può finalmente far ottimi studi presso i gesuiti di Salamanca, e, su’ vent’anni, entra fra’ carmelitani ».


p. 72
277
Mt 25, 40.


278
Fil 2, 8.


279
Originale: nostro /schiavo/.


p. 73
280
La frase è scritta nell’interlinea. Il periodo successivo è aggiunto nel margine superiore ed inserito a questo punto del testo con un richiamo.


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