Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Fiore di virtù
Lettura del testo

Un fiore di virtù da terra trapiantato nel paradiso (1887-1888)

19. Un’obbedienza costosa

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19.
Unobbedienza costosa
[I-29] Si sentiva il bisogno di espandersi: ogni circostanza per far un po’ di bene avevasi carissima. Insomma si voleva progredire: l’opera in discorso era come la comune salvezza. In questa casa conviene lavorare e in questa salvarsi.
In Dongo si offrì occasione per coadiuvare in una scuola di beneficienza. Bisognava andarvi in ogni della settimana. L’occhio si ebbe sopra la suor Chiara; « Accettiamo si disse e intanto da cosa nascerà cosa ».
Si espose il programma a suor Chiara, non disse sì, non proferì no. Si fece ardente nel viso... mostrava quanto le tornava spiacevole, eppure osava tutti i mezzi per nascondersi. Che contrasto, Dio da una parte e l’obbedienza, dall’altra il senso che vi ripugnava... Trarre fuori dal suo 66 elemento un pesce, un augello, un leprotto, un cervo, costringerlo... ah che duolo!... Ella attendeva a Dio, voleva seppellirsi viva, fuggiva, fuggiva. [I-30] Con vezzo tergiversò, volse le spalle, disse no... ma non di cuore... Come la vita apostolica... e il sacrificio di voi e l’esser di vita religiosa... E curar quelle animuccie di bambine... Sì, ma lasciar l’ospizio e andar e venire da Dongo... avuta compagna un’orfanella... insomma...
« Ebbene... si faccia... faccia lei... », e partissi con un dardo nel cuore... come una lepre ferita, come l’augello colpito... si dolse, ma obbedì... Oh qual compassione vederla nella vernata... ne’ piovosi... nelle giornate estive povera mingherlina con un ombrello misero... Sola sola, intenta in Dio.
Or che vi penso, duolmi averle datacruda obbedienza ma mi consola che morendo diceva: « La più dura ob­be­dienza fu andar a Dongo, ma dopo quella Iddio cominciò in me tutti quei favori che sento ».




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Originale: fuori il suo /asilo/.


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