Luigi Guanella, Opere edite e inedite - Fiore di virtù: testo

Un fiore di virtù da terra trapiantato nel paradiso (1887-1888)

44. Il distacco

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44.

[I-58] La suor Chiara omai non aveva più chi la rattenesse. Era la pellegrinella che finalmente ha raggiunto la meta sua. Si vedeva al limitare della patria e voleva entrare.

In passando di frequente dinanzi allo ingresso della casa paterna appena vi dava un guardo, il più delle volte passava ritta ritta senza commuoversi menomamente. Viveva staccata da tutto e da tutti nella casa dell’ospizio a Pianello ed in Como. Il suo cuore batteva per Iddio e per il prossimo suo con più vivo affetto, ma il suo era affetto tutto spirituale, qual di persona che vorrebbe vivere ed amare fuori del corpo. Non era attrattiva di sorta che la potesse anche per un momento allietare o trattenere quaggiù. E così tutto e sempre disponevala per la sua dipartita da questo mondo.

In vedendola, quel suo volto spiritualizzato, quel suo andamento composto, quell’affanno di cuore, tutto provava che in lei non era più attacco: era nel mondo ma non partecipava punto del mondo. Era come l’uccello che rivestito di piume omai è in procinto di lasciare il nido e di affidarsi all’aere puro.