Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Fiore di virtù
Lettura del testo

Un fiore di virtù da terra trapiantato nel paradiso (1887-1888)

46. Pene spirituali

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46.
Pene spirituali 107
[II-3] Le pene di spirito sono sottili come il fuoco. Cuociono 108 la mente, cuociono il cuore, cuociono il corpo medesimo, che il riducono a debolezze, a sfinimenti, a 109 con­su­ma-
zione. Ma è una debolezza che insieme ristora l’anima, è un cocimento al cuore che insieme lascia un contento vivo dell’animo; è
110 un cocimento salutare che tutto irrora il corpo umano. Suor Chia­ra sosteneva vivissimi questi affetti di dolore e di amore.
Sovrattutto struggevala un non so che di melanconia ch’ella non sapeva bene se fosse da Dio o dal demonio. Era un senso cupo e insieme dilettevole, una melanconia fitta ma che da lungi facea ricrear l’animo, era un mistero per cui l’animo sentivasi voglia di piangere continuo. Oh se avesse trovato luogo in cui seppellirsi e deplorare i mali da cui era oppres­sa 111! Trovarsi sola e piangere era una specie di conforto finché - 179 -il pianto indebolivale gli occhi: gli occhi suoi erano sempre innondati da lagrime.
Piangeva, e in piangere pensava tra sé e sé 112: [II-4] « Piaccio io al Signore... o non forse io piango vanamente per la mia imaginazione? Questo pianto è da Dio od è dal demonio od è dalla fantasia mia? ». In pensare dolevasi profondamente, come il viandante che in camminando ignora se la strada il conduca a buon termine. Essere in mezzo a notte burrascosa, camminar per giungere alla patria dove attendono per conforto i diletti della casa, eppoi ignorare ove conduca la strada, ahi crudo tormento!
E poi pensava: « Con questo mio piangere che diranno i presenti, o come verrà desso interpretato? Posso io dar scandalo, e se fosse, ahi misera di me! ». Ma confortavala il dono delle lagrime e il sapere che beati son quelli che piangono per amore della giustizia, in risaper che il pianto certo poteva esser da Dio perché il conduceva a staccarsi più vivamente dalle misere cose di quaggiù, ad unirsi più strettamente a Dio: il dono delle lagrime le rischiarava l’intelletto, le movea il cuore a più salutari eccitamenti, e così godeane altamente [II-5] in risaper che quello che in lei era, veniva da buon influsso della divina grazia. Non è dubbio: il Signore prova gli spiriti e li dirige a seconda della sua santa legge; è scritto che questa presente è vita di pianto, che il paradiso è terra di gaudio: attendiamo finché tutti possiamo giugnere al luogo di beatitudine. Con questo pensiero suor Chiara volgeva lo spirito suo all’alto e con questo confortavasi nelle misere calamità della vita.
Scriveva suor Chiara: *** 113.




p. 178
107
Nell’originale il titolo è cancellato.


108
Originale: Cocciono, ripetuto nel periodo.


109
Originale: a /febbri persino/.


110
Originale: è /una febbre/.


111
Originale: oppresso.


p. 179
112
Dopo l’ultima riga, lungo il margine inferiore della pagina, è apposto il toponimo « Blevio ».


113
Dopo un segno di fine capitolo fatto con due tratti di penna centrati sulla riga successiva, nell’originale la metà inferiore della pagina è lasciata in bianco.


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