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Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Cenni biografici C. Bosatta
Lettura del testo
Cenni biografici di suor Chiara Bosatta (1907-1908)
X. Prove di obbedienza
«
»
- 461 -
X.
P
rove di
obbedienza
[II-19]
Premetto
qui che il
fondatore
Carlo
Coppini
in
ammettere
una
figlia
ai
voti
religiosi
all’
atto
della
professione
aggiungeva
un
nome
al
nome
di
Battesimo
, e così fu
fatto
con
63
Dina
, la quale alla
professione
acquistò
il
nome
di
suor
Chiara
. Questo
costume
non fu di poi
seguito
con verun altro
esempio
, ma noi per
rispetto
al
venerando
fondatore
e per
rispetto
alla
buona
religiosa
e per
rispetto
alla
comunità
, che la
nuova
religiosa
chiamò
sempre col
nome
di
religione
, per questo ancor noi, da questo
momento
in poi,
chiameremo
Dina
col
nuovo
nome
di
religione
64
. Alla
professione
le fu
dato
il
nome
di
santa
Chiara
e quindi noi la
chiamiamo
suor
Chiara
.
A
suor
Chiara
adunque, quasi
premio
e
prova
della sua
professione
,
[II-21]
due
prove
di
obbedienza
65
, che le
costarono
sacrificio
ma che le
cagionarono
non poco
aumento
di
grazia
66
. La prima
prova
di
obbedienza
fu l’
intimazione
assoluta
decretoria
che dessa non
pensasse
oltre allo
istituto
delle
canossiane
, ma
fosse
tutta per il
nuovo
ospizio
e solo per quello e in quello che
pensasse
a
perfezionarsi
, perché in quello e non altrimenti
Iddio
la voleva.
La
poverina
,
suggestionata
dalle
ricordanze
e dalle
tenerezze
di quello
istituto
e
consolata
più
volte
da quelle
suore
maestre
,
parevale
che in quello
istituto
ella avesse potuto
ritornare
e
trovarvi
intiera
la
quiete
del suo
povero
cuore
. Erano
tentazioni
quelle sue, e le si
scorgevano
evidentemente
per tali e
bisognava
esser
decisi
e
pretendere
formale
promessa
di
obbedienza
e
sforzarsi
a non
pensarvi
più giammai.
[II-23]
Per una
- 462 -
diecina
d’
anni
a
Gravedona
aveva
succhiato
il
latte
della di
vozione
, e
dovervi
staccare
il
gusto
affatto affatto... per una
diecina
d’
anni
aveva
ricevuto
il
pane
salutare
della
divina
parola
, e
doversi
non più
ricordare
...
dimenticar
affatto quelle
madri
spirituali
che l’avevano
educata
e far tutto questo per
dovere
, questo è tal
atto
di
virtù
che più
facile
è
imaginare
che
praticare
.
Pure
suor
Chiara
prese
a
dire
: « Così vuole l’
obbedienza
e così voglio anch’io: io
penso
come la
pensano
i miei
superiori
e voglio solo quello che essi vogliono, perché son
convinta
che
obbedire
ai
superiori
è come
obbedire
a
Dio
stesso ».
Altra
prova
di
obbedienza
fu l’
ufficio
da
maestra
che le fu
presentato
nella
borgata
di
Dongo
.
[II-25]
La
illustre
e
benefica
famiglia
Manzi
doveva
per
legato
far
eseguire
una
scuola
alle
figlie
povere
del
paese
. La
scuola
era
già in
mano
a
cotal
donna
povera
di
natali
e
bisognosa
:
conveniva
continuasse
nell’
ufficio
per
vivere
, ma aveva
bisogno
di
persona
in
aiuto
67
fisico
e
morale
.
Quel
m
‹
olto
›
r
‹
everendo
›
arciprete
d
‹
on
›
Carlo
Dell’
Oro
,
affiancato
dalla
suddetta
nobile
famiglia
,
porse
domanda
ai
superiori
dell’
ospizio
e
desiderò
si
mandasse
suor
Chiara
. Non
era
conveniente
dare
una
negativa
e si
porse
l’
invito
alla
suora
. La quale
invero
dimostrò
68
viva
avversione
, e chi
leggeva
in
cuore
a lei ben
comprendeva
la
forza
di
obbedienza
in tale
circostanza
: lei, come sopra si è
detto
,
timida
di
carattere
,
tratta
all’
amore
di
Maria
più che agli
uffici
di
Marta
, lei
dover
[II-27]
per tutti i
giorni
di un
anno
scolastico
andare
e venire
sola
soletta
da
Pianello
a
Dongo
e da
Dongo
a
Pianello
,
scortata
da un
69
cestello
per la
colazione
, e
colassù
dimorare
nello
insegnamento
, sotto la
dipendenza
e la
direzione
di una
popolana
,
tarda
a
persuadersi
,
facile
allo
scomporsi
, questo
complesso
di
cose
cagionava
in
suor
Chiara
viva
inquietudine
e non
omise
di
esporre
a
suor
Marcellina
le sue
difficoltà
. Ma questa, di
carattere
forte
e
ardente
e nello
scopo
di
vincere
nella
sorella
quella
naturale
timidità
che a suo
parere
la
impediva
nelle
opere
di
bene
,
rimase
costante
, gli altri
superiori
pure
, e
suor
Chiara
come
agnello
mansueto
si
- 463 -
sommise
, non senza
irrigar
di
lagrime
non
rare
volte
la
via
che,
mesta
[II-29]
sempre ma non meno
rassegnata
,
batteva
in ogni
dì
per
compire
l’
ufficio
suo. E il
Signore
ne la
rimeritò
, come ben la
assicuravano
70
i propri
superiori
.
Con queste due
prove
di
obbedienza
suor
Chiara
acquistò
dominio
sopra di sé, sopra le
creature
che la
circondavano
e si
dispose
a
ricevere
dal
Signore
speciali
benedizioni
, come
dire
mo
più sotto
71
. Con questo
mezzo
suor
Chiara
spogliava
il
cuor
proprio di ogni
affetto
terreno
, e con questo
dava
luogo
al
Signore
perché il
riempisse
quel
cuore
di
virtù
e di
carismi
celesti
.
p. 461
63
Originale
: con /
suor
/.
64
Originale
:
religione
/che fu/.
65
Nell’
originale
manca
il
verbo
principale
del
periodo
,
probabilmente
«
toccarono
».
66
Originale
:
grazia
. /Il/.
p. 462
67
Originale
:
aiuto
/di/.
68
Originale
:
dimostrò
/tutto/.
69
Originale
: un /
sem
‹
plice
›
/.
p. 463
70
Originale
:
assicuravano
/il
supe
‹
riore
›
proprio
confessore
/.
71
Originale
:
sopra
.
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