Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Cenni biografici C. Bosatta
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Cenni biografici di suor Chiara Bosatta (1907-1908)

XII. Prove di patimento

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XII.
Prove di patimento
[II-43] Il paziente Giobbe fu provato nella fama, nella roba, nei figli e doveva esser provato anche nel corpo, e lo fu con una piaga universale che gli lasciò libere non altro che le labbra. Ma anche allora non cessava di lodar Dio e dire: « Dal Signore ho ricevutograndi beni in vita mia, ed or perché non riceverò anche il patimento dalle mani sue? » 82.
Suor Chiara fu sofferente sempre. Ma alle consuete sofferenze le si aggiunse una malattia di granulosa agli occhi che la pungevano giorno e notte. Si decise di condurla a Menaggio per farla esaminare da uno specialista, e questi tolse a riversarle le pupille e poi a tagliuzzare le pustolette entro: il sangue pioveva giù [II-45] giù dalle guance. Il 83 paroco che ­l’aveva accompagnata pregava il medico ad averle un po’ di riguardo, ma suor Chiara ripeteva: « Tagli pure ». E non emetteva un sospiro, non faceva una contrazione di capo; restava immobile come una vittima, onde il medesimo dottore ne rimaneva stupefatto e diceva: « Questa è agnella 84 che ha la for­za del leone ».
L’operazione si ebbe a ripetere più volte e sempre con la medesima forza di spirito. Tosto dopo l’operazione, ella avrebbe voluto ritornare al suo ospizio, e ripeteva: « Io non mi sento 85 male di sorta; il battello è omai vicino, ritorniamo tosto, ché io quando sono nel mio ospizio sono come in paradiso ». Ed era giocoforza contentarla.
[II-47]Suor Chiara, che era così tanto sensibile per i mali del suo prossimo, non sentiva i mali propri e come vittima si ­offriva al Signore piena di giubilo in cuore. Ripeteva: « Questo è sì poca cosa per guadagnarsi un po’ di paradiso. Il nostro divin - 467 -­Salvatore ci insegna a patire maggiori cose ». E le maggiori cose, quasi presaga, vennero a suo tempo, come diremo a suo tempo.
Le prove presenti di patimenti esterni non erano che un saggio di quei maggiori patimenti interni ed esterni che il Signore le teneva preparati, perché divenisse imagine più con­forme a Gesù Cristo benedetto. [II-49] Nel cuore di suor Chiara si ribadivano le sofferenze delle orfane povere e talvolta inferme, le noie dei vecchi abbandonati; nel suo cuore le tribulazioni dell’ospizio, nel suo cuore i fastidi della vecchia madre, la buona mamma Rosa, e quelli dei fratelli e delle sorelle ai quali teneva dietro per raccomandarli al Signore, benché facesse le apparenze di viverne affatto staccata.
Le pene interne poi dell’animo suo erano continue. Si vedeva piangere spesse volte; talvolta sorrideva pure soavemente, ma era un ridere eccitato piuttosto da sentimento di carità per non contristare gli animi altrui e porger loro l’aiuto di un in­coraggiamento pietoso.
[II-51]Giovinetta tuttavia, era quasi agnello che 86 trascinava un carro pesante. La dicevano la piccola addolorata, ed ella a sorridere e quasi a chiedere compatimento, perché mal 87 sapeva nascondere l’interno affanno che la opprimeva 88. E pure mai che se ne fosse lamentata con veruno, o comecchessia che si trovasse pentita del passaggio a farsi religiosa. Anzi quanto più pativa e più si acuiva in lei l’amore a Dio, il desiderio di patire per Gesù Cristo.
Oh il mistero del patimento, che mistero benedetto al cuore di chi sa comprenderlo ed apprezzarlo!




p. 466
82
Cfr. Gb 2, 10.


83
Originale: Il /sacerdote Guanella/.


84
Originale: agnella /più coraggiosa/.


85
Originale: sono.


p. 467
86
Originale: che /conduceva/.


87
Originale: mal /nascondeva/.


88
Originale: opprimevano.


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