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Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Cenni biografici C. Bosatta
Lettura del testo
Cenni biografici di suor Chiara Bosatta (1907-1908)
XIII. Spirito di mortificazione
«
»
- 468 -
XIII.
S
pirito di
mortificazione
[II-53]
Si è
detto
che
fanciulletta
ancora
era
animata
da
spirito
di
patimento
in ogni
circostanza
della
vita
. Qui
notiamo
la sua
esemplarissima
esattezza
all’
orario
della
comunità
. Questa
diligenza
aveva in
suor
Chiara
dell’
eroico
, perché
gracile
come si è
detto
e
spesso
infermiccia
,
pure
era
sempre la prima alla
levata
, alla
preghiera
, al
lavoro
, prima e
accorta
in
accorrere
agli
uffici
di
vigilanza
e di
carità
.
Al
pasto
era
sobria
quanto si può
dire
e fuori il
pasto
ordinario
non si
vedeva
accostar
le
labbra
a qualsiasi
bevanda
, anche di
semplice
acqua
ancor negli
ardori
estivi
.
Diceva
che il
corpo
più se gliene
dà
e più ne
pretende
.
[II-55]
Teneva
custoditi
i
sensi
dell’
anima
, perché non
trascorressero
a
pensare
, a
ricordare
, a
volere
cosa che non
fosse
affatto
conforme
a
virtù
ed a
perfezione
cristiana
.
Custodiva
i
sensi
corporali
: non fu mai
notato
in lei verun
segno
di
leggerezza
in
vedere
, in
ascoltare
ovvero in
assaporare
e
toccar
cosa che non le
appartenesse
;
era
come una
creatura
superiore
alle
comuni
. Le
consorelle
in
casa
dicevano
: « Che
farebbe
o che
direbbe
suor
Chiara
in questa
circostanza
? Che in quest’altra?... » e
sapevano
regolare
la propria
condotta
sul
modello
di
condotta
di
suor
Chiara
.
Suor
Chiara
si sarebbe
detta
perfetta
in tutte e nelle
singole
azioni
della
vita
propria. Ma questo non
bastava
allo
ardore
di quell’
anima
generosa
.
[II-57]
Sentiva
gran
sete
di
patimenti
e nelle
acque
amare
del
patire
si
tuffava
e in quelle
trovava
refrigerio
al suo
spirito
. Quindi
era
desiderosa
di
raccorciare
le
ore
del
riposo
,
desiderosa
di
munire
il suo
corpicciuolo
colla
armatura
di qualche
strumento
di
penitenza
.
Prometteva
di
usare
discrezione
, ma si veniva poi a
sapere
che la
discrezione
la
misurava
non altrimenti che dal
fervore
di sua
intensa
carità
.
Fortunata
lei quando
trovava
qualche
consorella
che le avesse fatta la
carità
di una
fortissima
disciplina
. Pochi vi avrebbero
creduto
.
Suor
Chiara
quando poteva
mettersi
in
atteggiamento
di
essere
aiutata
- 469 -
dalla
pietà
di una
consorella
,
rimaneva
immobile
come una
vittima
e
pregava
e
supplicava
a non
risparmiarla
.
Piangeva
lei
[II-59]
dicendo
89
: « Più
forte
, più
forte
. Ancora, ancora! », e
singhiozzava
la
consorella
stupita
di tanta
fortezza
d’
animo
. Di poi
suor
Chiara
porgeva
vive
azioni
di
grazie
e
supplicava
a
conservare
il
silenzio
sempre in
eterno
, e
conchiudeva
: « Voi mi avete
fatto
una
grande
carità
a questo
misero
corpo
». Più di una
persona
, e di tal
persona
che è
superiore
ad ogni
eccezione
,
attesta
che non poche
volte
suor
Chiara
voleva per sé
90
cotali
carnificine
e
beata
ne
andava
di
potervisi
sottoporre
.
Il
frutto
di tanto
spirito
di
mortificazione
venivale
compensato
abbondantemente
da
interne
soddisfazioni
dello
spirito
. La
mente
di
suor
Chiara
si
apriva
alla
visione
delle
celesti
cose
. Il suo
cuore
si
chiudeva
allo
affetto
delle
terrene
creature
e si
innalzava
[II-61]
al
paradiso
beato
: la
conversazione
di
suor
Chiara
era
con
Dio
, con la
Vergine
, con gli
angeli
, con i
santi
del
cielo
, come
vedremo
ben
tosto
.
p. 469
89
Originale
: lei
e
dicendo
.
90
Originale
: sé /qualche/.
«
»
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