Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Cenni biografici C. Bosatta
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Cenni biografici di suor Chiara Bosatta (1907-1908)

XV. Influenza di suor Chiara nell’ospizio

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XV.
Influenza di suor Chiara nellospizio
[III-7] Se la terra di una istituzione religiosa la paragonassimo ad un buon prato smaltato di fiori, suor Chiara in quel prato pascolava non come giumento strapazzando più erba 101 - 473 -che mangiandone, nemmeno era come pecora meno ingorda che più poco mangia e meno strapazza. Suor Chiara era come ape che sorvolava sui fiori e si pasce per sé e si provvede per altri, e non segno e non fa danno veruno.
Tale era quest’ape industriosa. Sorvolava nell’ospizio come ape, ovvero come un insetto si reputava e solo temeva di far qualche guasto nella casa e però diportavasi con cautela e discrezione massima. Si pasceva in quell’orto di divozione ma senza nulla strapazzare di opere di carità, di devozioni sacre, di discorsi onesti. Intanto si nutriva e si caricava il cuore di un miele che generoso e dolcissimo scaturiva dal suo labbro, da’ suoi occhi, dal volto, da tutto quel comportamento personale esteriore che è indizio dell’ordine interno dell’animo.
Perciò suor Chiara era il buon angelo della casa [III-9] che attutiva appena insorto qualunque segno di malumore, angelo di rassegnazione che alleniva tosto i dolori non mai scompagnabi­li da questa misera vita; era l’angelo di carità che cementava gli animi, che coordinava i cuori, che allietava la casa: il suo semplice apparire commoveva ed edificava. Però è incredibile il bene che faceva nella casa. Faceva il bene senza sapere di farlo e protestava le cento volte che ella era buona a nulla e di impaccio altrui.
Faceva il bene e lo faceva in modo perfetto, perché in ogni sua azione vi poneva con diligenza tutte le potenze dell’animo e del corpo insieme; era divorata da un fuoco di carità per il bene della istituzione e non viveva che per essa, e il Signore che compensa non secondo il frutto che uno raccoglie, ma secondo la fatica usata in coltivare, per questo si vedeva sensibilmente che il cielo benediceva all’opera del compianto don Carlo Coppini.
Suor Chiara in casa era nulla ed era tutto: ella non moveva dito di mano o di piede senza il merito dell’obbedienza, ma intanto, e perché buona e perché istruita ed abile a molti lavori in famiglia, perciò era cercata e voluta da tutte e quando essa mancava pareva aver perduto un dito della mano.
I membri dell’istituto, che certamente vivevano di fede, alla loro volta facevano grande assegno [III-11] sul buon esempio di suor Chiara; il buon esempio della quale facilmente era passato nella famiglia Bosatta e nelle famiglie dei parenti e dei vicini e poi di tutta la parochia e poi anche dei paesi vicini, dacché - 474 -come la forza del mal esempio trascina, così edifica la forza di un esempio santo. Ancora adesso e da persone lontane che ebbero a fare conoscenza con suor Chiara, ancora adesso ripetono: « Certamente suor Chiara sarebbe degna dell’onore degli altari, e presto o tardi vi salirà ».
I buoni parlavano con edificazione della buona suora e i poco divoti alla religione arrossivano e tacevano, e intanto suor Chiara senza volerlo e senza saperlo, in casa e fuori 102, faceva una predica incessante del buon esempio. Alla qual predica, se voi aggiungete il fervore delle sue preghiere incessanti, come si è veduto, chi non apprezzerebbe il tesoro di un’anima veramente buona?
La vita del cristiano è pur paragonata ai frutti dell’albero, l’albero buono produce buoni frutti 103. Ed i frutti di quell’albero eletto di suor Chiara erano frutti gustosi, perché da lei e per lei i membri di quella famigliola avrebbero fatto qualunque sacrificio; erano frutti saporiti, perché lo spirito di suor Chiara era piacevole a somiglianza dello spirito di quel [III-13] Salesio che è il soavissimo tra i santi; i frutti di quell’albero eletto era­no sostanziosi, perché gli esempi di suor Chiara sapevano rinsanguare le anime anche le meno disposte, infondevano vigore e vita sempre rigogliosa.
È pur scritto che « defunctus adhuc loquitur » 104, il morto continua a parlare ancora dal sepolcro, e sel sanno le consorelle e quanti hanno conversato intimamente con lei che il rappresentarsi dinanzi quello specchio di virtù e sentirsi ripetere all’orecchio i suoi cari insegnamenti è la medesima cosa. Niuno dei nostri passa davanti al cimitero di Pianello Lario e guardando entro è impossibile non sentire un palpito di tenerezza e di gioia ed una salutare parola al cuore. Eccola la salutare influenza di un’anima santa! Potrei qui aggiungere che una parola e un guardo di suor Chiara ha pur fatto del gran bene a non poche anime le quali vivevano lontane dalla Chiesa, e si sono riaccostate a Dio e si abbandonarono alle pratiche religiose.
- 475 - In questo modo, senza saperlo, suor Chiara si faceva missionaria delle anime. Non rare volte persone bisognose di qualche grazia offerivano una elemosina 105 ai ricoverati della casa e conchiudevano: « Dite poi alla suor Chiara che preghi colle orfanelle della casa ».
[III-15] Che più? In Napoli verso il 1884 era scoppiato il cholera morbus e suor Chiara tolse a dire: « Che facciamo oltre in questo Pianello, dove non riusciamo a fare un bene di sorta? Andiamo a Napoli, offeriamoci in aiuto ai colerosi e una delle due: o morire o riuscire a fare un po’ di miglior bene in mezzo a quella immensa città ». Suor Chiara insisteva in questo dire con verace convincimento; la fiamma di carità dal cuore suo si sprigionò e, preso pure incendio nel fuoco delle consorelle, il sacerdote paroco ne scrisse al cardinale Sanfelice, ma se ne ebbe risposta che aiuti di personale infermiero non mancavano: si dovesse pregare il Signore e ringraziava il buon animo delle pie donne che avevano offerto la propria opera personale 106. Anche da questo tentativo chiaramente emerge che il cuore di suor Chiara, come delle consorelle, non ne poteva più dallo uscire in campo aperto e intimare battaglia al nemico delle anime e operarvi un po’ di bene. Lo squillo della tromba suonò come vedremo nel paragrafo seguente.




p. 472
101
Originale: erba /di q.../.


p. 474
102
Originale: fuori /era/.


103
Mt 7, 17.


104
Eb 11, 4.


p. 475
105
Originale: elemosina /alle orfanelle/.


106
Originale: personale. /Come ognun vede/.


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