Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Cenni biografici C. Bosatta
Lettura del testo

Cenni biografici di suor Chiara Bosatta (1907-1908)

XVI. Suor Chiara in Ardenno

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XVI.
Suor Chiara in Ardenno
[III-17] In Ardenno era paroco prevosto vicario foraneo il sacerdote Lorenzo Guanella, fratello di don Luigi 107. A servizio del prevosto stava pure la sorella Margherita. Ora il signor - 476 -prevosto suddetto fece al fratello, e per esso all’ospizio, la seguente proposta: « Se due o tre suore vogliono entrare in parochia per farvi un po’ di bene, io fornirò loro alloggio e per il vitto speriamo nella buona providenza del Signore ». La pro­posta fu tosto accettata ed ecco in Ardenno suor Marcellina con suor Chiara, con suor Buzzetti da Morbegno, pur essa del medesimo spirito delle suddette.
Or eccole : diedero tosto mano a raccogliere i fanciulli dalle strade per radunarli in un luogo di custodia e insegnar loro i rudimenti della fede, ed alla festa eccole assidue alla istruzione del catechismo alle figlie adulte della parochia. Insegnavano pure il cucito, la maglia, e si occupavano delle lingerie della chiesa, in luogo e circonvicini, e di confezionar le ostie pel santo Sacrificio in uso nelle parochie del vicariato; il resto di tempo impiegavano negli esercizii di pietà, invocando sempre l’aiuto e la protezione del Signore.
La suor Chiara non era sempre in Ardenno 108, dovendo discendere di tempo in tempo a Pianello, ma vi dimorava quanto le era possibile. [III-19] Le tre congregate vi dimoravano sotto le ali della Providenza: avevano niente di che vivere e possedevano tutto, non avevano dinanzi un avvenire per la fondazione stabile di una casa, ma erano contente di farvi un po’ di bene giorno per giorno; erano e non erano in casa propria, perché la casa parochiale voleva le sue ingerenze e loro ad obbedire in tutto e come meglio, dicendo sempre: « Dio provvederà! ».
Non mai manifestavano le privazioni economiche perché temevano dare incomodo altrui, e gli altri alla loro volta 109 la ragionavano così: « Interrogate non rispondono, segno è che la Providenza loro viene da Pianello o da altrove », e intanto si tirava innanzi. Or confessò qui suor Chiara, e con lei la sorella Marcellina: « Non mai in vita nostra abbiamo goduto tanto, non mai abbiamo avute soddisfazioni pari »; erano tre persone ed un cuor solo. Per vivere pochi soldi di pane e di polenta ed un mezzo soldo di latte scremato, che comperavano alla - 477 -­publica latteria. Pure godevano salute di corpo, prosperità di mente e di cuore.
Facevano un po’ di bene, messaggere 110 presso il trono di Dio, esultavano in poter passare delle buone ore davanti al Santissimo Sacramento. Pareva loro che, in pregare ed in offerirsi, il Signore dovesse avere pietà di loro e sospendere anche per un poco il flagello de’ suoi castighi ai peccatori.
[III-21] Suor Chiara non dimorò a lungo ad Ardenno, ma la sua presenza traeva delle anime buone a sé anche dai paesi circonvicini e da Morbegno: taluna si rese anche suora nella Casa della divina Providenza. Se non che l’influenza della casa parochiale entrava molto addentro, avrebbe per poco 111 cagionato il pericolo di perdere l’autonomia propria, e allora suor Chiara colle consorelle si ritrassero con eguale indifferenza a Pianello Lario, sicure di fare in questo pure non altro volere che quello del Signore. Ripeteva suor Chiara: « Lo sa il Signore il perché di questo avvenimento ».
E lo mostrarono i fatti: le buone relazioni dell’ospizio con la casa parochiale di Ardenno non vennero meno giammai: una suora della casa assisté l’ultima malattia e ricevette gli estremi aneliti di Margherita, sorella del prevosto pur tanto zelante 112 e pieno di carità sacerdotale. Persona della Casa della Providenza assisté in più riprese e per il periodo di qualche anno la persona del signor prevosto. Desso medesimo fu chiamato a passare gli ultimi periodi di una malattia travagliosa nella Casa della divina Providenza a Como, dove la suora che assisté la sorella poté pure assistere sino all’ultimo giorno il fratello prevosto.
Ma ancora prima di questo il Signore dispose che, mercé anche il concorso del sullodato paroco, in Ardenno si inaugurasse non una, ma ben due [III-23] case di ricovero 113 per gli scarsi di mente, per il sesso femminile l’una, per il sesso ­maschile l’altra. Ora più anime dilette, non eccettuata la suor ­Maria Buzzetti che sì rapida e fedele correva dietro ai passi di - 478 -suor Chiara, sono passate dalla terra al cielo. Ci par di vederle dal seggio di molta gloria ad incoraggiare le combattenti quaggiù e dire: « Coraggio, che la mano del Signore non si è ab­breviata 114. Il Signore è sempre 115 providenza nel mondo e nelle anime, e Gesù Cristo è sempre il principe della miseri­cordia ». Mettete il Cuor di Gesù Cristo e le miserie nostre e si fa il nome di misericordia: è la misericordia infinita del Salvatore che ha pietà delle creature sue e le soccorre.
Suor Chiara, restituitasi in modo stabile nel suo ospizio di Pianello, riprese gli uffici dei propri ministeri e riempì di gioia tutti e singoli i ricoverati. Suor Chiara, sensibilissima di cuore e riconoscente, ricordava le cure che aveva ricevute in Ardenno. Ricordava alle sorelle e alle ricoverate il debito di preghiera per tutti quelli che in qualsiasi modo avessero beneficato l’ospizio. Ricordava le sontuosità della famiglia Manzi di Don­go; si compiaceva di far ben comprendere la virtù semplice e la carità ardente del sacerdote don Leone Ostinelli, coadiutore a Cremia, che era cresciuto al fianco di don Carlo Coppini e quindi dell’ospizio, sacerdote di purissime intenzioni, di scienza non comune, nelle virtù sacerdotali eminente. Oh come ben sapeva apprezzare le virtù di quel degno sacerdote!
E non meno apprezzava la semplicità di quei cuori [III-25] che sono meno grandi agli occhi del mondo, ma lo sono tanto più agli occhi di Dio. Con sentimento di gioia 116 parlava dello spirito semplice e virtuoso 117 della vecchia donna di casa del compianto don Carlo Coppini, la 118 Martina Galperti che continuava il suo servizio pure al paroco attuale. La buona donna, che sparagnava di sua bocca per regalare ai fanciulli e tirarseli intorno per dir loro una buona parola, la buona donna che era tutta per gli ammalati ed era tutta a tutti 119, questa era argomento di compiacenza e di spirituale amicizia a suor Chiara.
- 479 - A brevi passi dalla casa parochiale un pio vecchio Raimon­do Masanti, ottantenne, da sette anni infermo di paralisi, era come un Giobbe piagato, come un Giobbe dimenticato, ed era come un Giobbe virtuoso e paziente. Morendo se ne scrisse la vita 120. Suor Chiara proponevalo ad esempio nelle avversità, ne prendeva notizie per ammirarne l’alta virtù, per venirgli in soccorso quanto a lei fosse stato possibile.
Inutile riferire che intorno a suor Chiara crescevano le numerose Figlie di Maria in Pianello Lario. Queste erano legate da proposito di castità sotto gli auspici di sant’Angela Merici ed erano quasi monache in casa: operavano molto bene presso le fanciulle a raccoglierle, [III-27] nelle famiglie per rassodarvi la concordia, al letto degli infermi per animarli alla rassegnazione. Suor Chiara le aveva carissime come sorelle, ne parlava di loro con molto favore; le aiutava a salire il monte della perfezione, a superare gli umani riguardi e le persecuzioncelle che pur loro non mancavano. Quanti affetti aveva suor Chiara!
Pianello per lei era bello, ma al di sopra dell’amore pur ­spirituale e santo delle umane creature suor Chiara amava gli angeli e le creature celesti, e al di sopra degli angeli e dei beati amava Dio. E quando parlava di Dio pareva un serafino ­d’amore. « Il Signore diceva ella come non amarlo, mentre essendo egli e creator nostro e redentor nostro e nostro maestro e cibo e compagno nostro nel Sacramento augustissimo, ha tut­to tutto il diritto di essere amato sopra ogni cosa. Come non amare Gesù Cristo, mentre egli ce lo comanda e che per farsi amare è venuto tra noi nella Incarnazione e si è fatto in tutto simile a noi fuori che nel peccato 121 e cura tutte le nostre miserie e ci vuole accanto a sé dinanzi ai santi altari? Come non amare Gesù Cristo, mentre noi ne abbiamo sì gran bisogno per non cadere nelle branche del demonio? Siamo al mondo per fare un po’ di bene, e il bene viene dal bene, amore produce amore. Siamo poi poveretti cotanto e il nostro cuore ha [III-29]gran ­bisogno di conforto, ma dunque chi non ama Gesù Cristo non è - 480 -degno di vivere, non conosce il bene suo; ben a ragione san Paolo scrive che chi non ama Gesù Cristo è scomunicato 122 e ­bisognerebbe confinarlo a stare con le bestie del deserto ».
Questi i discorsi e gli affetti di suor Chiara e intanto, come si disse, nel suo Pianello bello, ricco per lei di tanti pietosi ricordi, luogo di tante benedizioni, era come il luogo suo. Ma il Signo­re ne la volle distaccare anche da Pianello, ed eccone il come 123.




p. 475
107
Originale: Luigi. /Con/.


p. 476
108
Originale: Ardenno, /ma/.


109
Originale: volta /pensavano/.


p. 477
110
Originale: messaggere /di grazia/.


111
Originale: poco /minacciata/.


112
Originale: zelante /di/.


113
Originale: ricovero /l’una/.


p. 478
114
Cfr. Is 59, 1.


115
Originale: sempre /la/.


116
Originale: gioia /esponeva/.


117
Originale: virtuosa.


118
Originale: la /servente/.


119
Cfr. 1 Cor 9, 22.


p. 479
120
Per una biografia di Raimondo Masanti (1891-1901), pubblicato nel presente volume, pp. +383-437.


121
Cfr. Eb 4, 15.


p. 480
122
Cfr. 1 Cor 16, 22.


123
Originale: Como.


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