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Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Cenni biografici C. Bosatta
Lettura del testo
Cenni biografici di suor Chiara Bosatta (1907-1908)
XXI. Ultima malattia di suor Chiara
«
»
- 498 -
XXI
.
U
ltima
malattia
di
suor
C
hiara
[III-89]
Che faceva dunque
suor
Chiara
nell’
ultima
sua
malattia
? Faceva
197
quello che altri poco
spirituali
non
saprebbero
non che
credere
, nemmeno
imaginare
.
Suor
Chiara
sapeva
di
dover
morire
, e di
morire
di quella
malattia
in
corso
, ed
era
persuasa
di
morir
presto e non ne faceva
mistero
, ma lo
diceva
candidamente
: « Sono
tisica
omai... Oh che
umiliazione
per me!... Che
carità
per
suor
Agnese
e per quanti mi
assistono
in questa
malattia
di tanto
avvilimento
ed anche di tanto
pericolo
per i
buoni
che mi
circondano
... Ma si
faccia
il voler di
Dio
... e il
Signore
saprà
lui
compensare
le
carità
che mi si
usano
, e sarà per un
tempo
non lungo ».
Intanto che faceva ella? Si
raccoglieva
come a
discorso
famigliare
e quasi a
conferenza
con tre
eccellenti
compagnie
:
Gesù
nel
Santissimo
Sacramento
,
Gesù
benedetto
crocefisso
, la
Madonna
santissima
addolorata
. La sua
cameretta
era
quasi nella
anticamera
della
gran
casa
di
Dio
, la
chiesa
: ne
ascoltava
il
suono
delle
campane
e poteva
perfino
penetrare
il
suono
del
campanello
della
santa
Messa
, per cui ella
viveva
in
cameretta
sua e nel suo
lettic
‹
c
›
iuolo
come in
atto
di
perpetua
adorazione
al
Santissimo
Sacramento
.
[III-91]
Entrava
in
soliloquio
con
Dio
così: « Quanto
buono
il
Signore
Iddio
mio! Ci ha
amati
fino
a
dare
se stesso nel
198
corpo
, nel
sangue
, nell’
anima
, nella
divinità
di
Gesù
Cristo
benedetto
. E si
dà
ancora a me! A me che sono un
impasto
di
miserie
... a me... » e qui
singhiozzava
di
dolore
e di
tenerezza
...
Sostava
lentamente
e poi
ripigliava
: « Oh venga... verrà ancor
domattina
Gesù
Cristo
nella
santa
Comunione
...
entre
rà
in questa
cameretta
, io
sporgerò
il
labbro
mio e
spalancherò
le
porte
del mio
cuore
.
Gesù
sarà tutto mio! O
Gesù
,
fate
che io
pure
sia tutta vostra... vostra a qualsiasi
tormentoso
- 499 -
costo
,
rinnovate
pure
nel mio
cuore
le
agonie
vostre, ma
fate
che il mio
cuore
sia tutto e solo per voi. In
paradiso
non
entra
polvere
di
mondo
ed io voglio
godervi
lassù
! ». Di poi
volgeva
un
guardo
pietoso
all’
imagine
del
Crocefisso
che
ave
va
ricevuto
all’
atto
della
professione
e che
teneva
sempre
puntato
al suo
capezzale
, quasi
dolce
compagno
e
caro
conforto
all’
anima
sua
199
.
[IV-1]
Confidava
pur molto nella
Vergine
addolorata
: « Eccolo
—
diceva
—
in
Maria
abbiamo l’
ultima
parte
del
testamento
di
Gesù
Cristo
. Quanto
‹
è
›
buono
il
Signore
in
darci
tanta
Madre
! E quanto
buona
Maria
in
riceverci
tutti per suoi
cari
figli
! ». In
dire
supplicava
: «
Vergine
addolorata
, gli
affanni
miei son pochi e tanto
imperfetti
, ma se voi li
unite
alle
agonie
vostre saranno
impreziositi
pure
gli
affanni
miei. E se per vostro
mezzo
io
otterrò
che gli
affanni
miei sieno
imporporati
dal
sangue
di
Gesù
nel
supplizio
della sua
passione
, allora i
poveri
dolori
miei
acquisteranno
un
valore
immenso
e saran
degni
di
essere
da
Dio
compatiti
e
premiati
».
Questi i
sentimenti
di
suor
Chiara
:
affetti
e
sentimenti
che ella
accalorava
in sé al
momento
della
santa
Comunione
,
affetti
e
sentimenti
che in
occasione
di
festività
si
vivificavano
e si
intensificavano
sempre più. Con tali
affetti
e
sentimenti
si
disponeva
al
prossimo
sacrificio
della
vita
sua e non si
curava
oltre del
corpo
proprio o del
piccolo
mondo
delle
persone
che la
[IV-3]
circondavano
.
Non si
curava
del proprio
corpo
. Le
persone
affette
da
malattia
sottile
generalmente
sono
sensibili
e
schifiltose
:
suor
Chiara
la
era
sensibile
, ma
sapeva
frenarsi
. Per
cibo
tutto le
gustava
, per
bevanda
ne faceva
uso
moderato
di
checches
‹
s
›
ia
. Non voleva presso di sé
cibi
,
bevande
,
medicine
che non fossero al tutto nell’
ordinario
della
casa
e
protestava
che ogni
soverchio
le faceva
fastidio
e
dovessero
non
curarsene
;
diceva
: « Se mi volete
sollevata
, in questo
argomento
lasciatemi
in
pace
, perché il
primo
medico
dell’
ammalato
è lui stesso
ammalato
».
Dicasi
lo stesso dei
medici
: «
Inutile
,
inutile
—
diceva
—
ormai
- 500 -
parlato
chiaro
anche i
medici
e hanno
fatto
tutto quello che
dovevano
...
ringrazio
tutti ».
Quanto al
riposo
era
pure
sobria
e
diceva
alla sua
infermiera
suor
Agnese
: « Io sono
dormigliona
, non
devo
solo
dormire
. Bisogna pur anche che
preghi
o
faccia
qualche nonnulla benché
riesca
a nulla... ma è che tutti mi
compatiscono
ed hanno
pazienza
con me ».
Poco a poco e qualche nonnulla tutti i
giorni
,
[IV-5]
sottraevasi
di quei
confortini
sensibili
che
onestamente
si
prendono
anche gli
ammalati
più
timorati
di
Dio
. Così
giorno
a
giorno
più
prendeva
ad
amare
la sua
stanzuccia
, a
volgere
il
guardo
al
cielo
, a
tollerare
come
abituale
il suo
malore
benché
giorno
a
giorno
crescesse
sempre più. Talvolta
soggiungeva
: « Nella
notte
non ho potuto quasi
riposarmi
, ma vi sono
abituata
omai ». E
sorrideva
dolcemente
. « Non mai
—
diceva
suor
Agnese
—
io ho
assistita
ammalata
più
facile
e più
edificante
».
Dicasi
pure
che
grado
a
grado
la sua
conversazione
si faceva coi
celesti
: le
persone
più
care
200
, queste stesse le
ritornavano
quasi
indifferenti
:
grata
era
alle loro
visite
; le
visite
poi di
suor
Marcellina
guarita
omai si facevano
rare
e
brevi
,
brevissime
quelle del
sacerdote
direttore
ed erano
visite
quasi a
modo
di
apparizione
, perché si
conosceva
lo
spirito
di
suor
Chiara
e si aveva
paura
di
disturbare
la sua
quiete
e la sua
unione
con
Dio
.
Suor
Chiara
posava
gli
occhi
al
volto
dei
visitanti
con un
sorriso
grato
e,
partiti
, li
abbassava
al suo
Crocefisso
od alle
imagini
devote
di
Maria
e di qualche
santa
che erano
[IV-7]
là
appese
.
Riceveva
con
piacere
, ma senza
mostrarne
ansia
201
, una
visitina
di qualche
Figlia
di
Maria
con la quale aveva avuta qualche
intimità
, e in
accomiatarle
diceva
: « Siate
buone
,
pregate
e siate
perseveranti
».
Di questo
modo
suor
Chiara
era
come una
bambina
innocente
che si
riposa
in
seno
alla
madre
e che
dà
luogo
al
sonno
man
mano
e si
addormenta
poi
placidamente
.
- 501 -
Il
brano
di
lettere
che qui
‹
si
›
aggiungono
mostrano
come stando ancor
sana
, ell’
era
nauseata
del
mondo
e
bramava
morire
per
essere
con
Dio
.
Scriveva
...
202
Verso il
principio
di
marzo
, proprio allo
avvicinarsi
della
primavera
che ella
intuì
che non avrebbe più
veduta
cogli
occhi
del
corpo
,
cominciarono
nella sua
persona
affievolita
affanni
più
frequenti
e più
prolungati
e
difficoltà
di
respiro
, per cui non
rare
volte
cadeva
in un
sopore
che
pareva
agonia
omai; le si
aggiungevano
deliqui
non
infrequenti
,
svegliandosi
dai quali
scherzava
dicendo
: « Mi
pareva
[IV-9]
di esser
passata
omai, ma non è l’
ora
mia e il
Signore
mi ha
ributtata
indietro
. Poco ancora e poi questo
corpicino
se ne
rimarrà
203
secco
secco
e allora la mia
anima
si
troverà
al di
là
». E qui
traeva
un
sospirone
e
diceva
: «
Vedrò
il mio
Signore
»
204
.
In
paese
si
parlava
di
suor
Chiara
con
senso
di
pietà
e di certa
venerazione
, i
parenti
la
visitarono
per un’
ultima
volta
: la
buona
mamma
Rosa
pregava
,
pregava
e
soggiungeva
al
solito
suo: « Quel che
Dio
vuole... La mia
Dina
è sempre stata
buona
».
Che
edificazione
un’
anima
che si
dispone
‹
a
›
comparire
davanti a
Dio
con tale
fiducia
! Le
pene
intense
di
spirito
erano
diminuite
assai, il
fisico
indebolito
non sarebbe
stato
atto
a
tollerare
più
fieri
combattimenti
. Si facevano
preghiere
nella
chiesa
e all’
ospizio
, molte
Figlie
di
Maria
non meno che le
suore
consorelle
applicavano
novene
di
sante
Comunioni
.
Pareva
loro che in
breve
sarebbe
scomparso
da loro un
bell’
astro
di
virtù
e
attendevano
con
ansia
e
speravano
.
p. 498
197
Originale
: Faceva /
ch
‹
e
›
/.
198
Originale
: nel /suo/.
p. 499
199
Qui
termina
il
terzo
fascicolo
.
p. 500
200
Originale
:
care
/alle/ queste stesse le
ritornavano
/di/.
201
Originale
:
ansia
/le
visite
/.
p. 501
202
Nell’
originale
segue
uno
spazio
bianco
corrispondente
a circa una
riga
; per le
lettere
di
suor
Chiara
Bosatta
cfr.
>
nota
166
.
203
Originale
:
rimarrà
/
immobile
stecchito
/.
204
Cfr.
Gb
19, 26.
«
»
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