Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Deposizione C. Guanella
Lettura del testo

Deposizione sulla serva di Dio Caterina Guanella (1910)

Speranza

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Speranza
LX. Io ricordo tanto bene come la Serva di Dio nelle ­difficoltà economiche, morali o religiose ripeteva continuamente: « Dio vede, Dio provvede ». Accadde che bruciasse la casa paterna e venissero casi di malattie o di morte nella - 540 -­famiglia: mentre gli altri si conturbavano, ella si mostrava del tutto confidente nella divina provvidenza, tanto che io ed i fratelli ne rimanevamo confusi. Non aveva poi in bocca altro che parole di paradiso, dicendo: « Quaggiù tutto finisce: guardiamo il paradiso », « Il [XII-8] paradiso bisogna guadagnarlo a forza di meriti, benedetta la mano di Dio che castiga in questo mondo per premiarci nell’altro ». Ricordo questi discorsi di speranza nella morte di un uomo di Fraciscio, che morì in suonar le campane, di un tal Corti che rimase sotto le nevi nel valico invernale dal Canton Grigioni a Madesimo.
Ricordo questi sentimenti nelle vicende del 1848, quando il fratello maggiore Tomaso dovette partire per la guerra, e specialmente alla morte improvvisa del minor fratello Gaudenzio, che precipitò da una rupe. La fiducia della Serva di Dio nella divina misericordia era senza limiti. Lei stessa nel corso di sua vita ebbe a soffrire gravissime pene di spirito, ma stando in un vero purgatorio di pene, in tutto e sempre mostrava la sua rassegnazione e la sua confidenza nella divina misericordia. Le sue pene di spirito io ebbi occasione di conoscerle bene, e tante volte soggiornando con me sia nella casa paterna e ­specialmente nella parrocchia di Savogno, pativa per quegli stessi atti di virtù che a lei sembravano difetti e peccati. Io sarei ben lungi dal giudicare che abbia mai perduta la battesimale innocenza.
Pativa in vista dei bisogni ossia temporali ossia spirituali del prossimo, pativa per le persone che si accollava sulle spal­le avendo promesso di pregare per loro. Persone assai si raccomandavano alle sue orazioni: ella se ne assumeva il peso per l’esaudimento ed offriva se stessa vittima al Signore per [XII-9] ottenerlo. Allora andava soggetta a malattie tormentose, strane, misteriose, sulle quali niente potevano né medicimedicine: duravano sino all’esaudimento della grazia che si ­implorava.
La cognata Marianna, pia e tribolata cristiana, ottenne più volte sensibile l’aiuto celeste in caso di malattie corporali che sembravano senza rimedio.
LXI. Non aveva la Serva di Dio attaccamento veruno alle cose di terra. Ricordo benissimo che nella divisione dei pochi - 541 -beni paterni, alla Serva di Dio fu contrastato un terreno di ­discreto valore. Dessa non disse parola di lamento contro il ­fratello contestante e disse: « Per veruna cosa di questo mondo non conviene turbare la pace e la carità ». Era tutta per dare e niente per ricevere. Previde vicina la sua morte e volle spogliarsi anche di quei pochi mobili che ancor le rimanevano. L’esempio del suo perfetto distacco, confortato dai suoi discorsi, persuadeva molti a diffidare affatto dei terreni appoggi per confidare in tutto e sempre nella provvidenza del Signore.

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