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Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Deposizione C. Guanella
Lettura del testo
Deposizione sulla serva di Dio Caterina Guanella (1910)
Carità verso Dio
«
»
- 545 -
C
arità verso
D
io
LXIX
. Nel mio
soggiorno
colla
Serva
di
Dio
a
Savogno
e di poi, io mi
edificavo
della
sorella
perché
scorgeva
che con
special
lume
di
fede
vedeva
Dio
e ne
predicava
i suoi
santi
attributi
in ogni
discorso
. I suoi
discorsi
non erano mai di
novità
o di
negozii
mondani
: erano sempre
spirituali
colle
persone
spirituali
;
colle
persone
in
genere
accennava
sempre all’
amor
di
Dio
, alla
fuga
dal
peccato
, al
disprezzo
delle
mondanità
. A quell’
epoca
era
in
vigore
la
divozione
al
sacro
Cuore
di
Gesù
. La
Serva
di
Dio
, in
parlare
della
carità
di
Gesù
Cristo
, della
soavità
del
Cuore
divino
, dell’
amore
a
Gesù
sacramentato
, in
parlare
della
santa
Messa
e della
santa
Comunione
,
usava
un’
energia
di
parole
e tale
persuasione
di
discorso
, che in
parrocchia
le
persone
non solamente
nubili
ma anche
maritate
, specialmente
donne
, erano
tratte
a
seguire
i suoi
esempi
, per cui
quotidianamente
una
trentina
di
persone
si
comunicavano
in una
popolazione
inferiore
a
500
persone
. Alla
santa
Messa
erano così
assidui
che taluni
morirono
martiri
della
santa
Mes
sa
, come una
Francesca
Succetti
settuagenaria
e
paralitica
, che si faceva
portare
a
spalle
alla
chiesa
, come un
ottuagenario
Succetti
Zampeder
ed altro
ot
tuagenario
Giovanni
Succetti
Carli
,
pure
paralitici
, che
[XIII-9]
impiegavano
un’
oretta
di
tem
po
a
vestirsi
, un
quarto
a
portarsi
alla
chiesa
, per cui
morirono
di
polmonite
contratta
in con
seguenza
dei
freddi
subiti
.
Rispondevano
i
buoni
: « La
Caterina
del
curato
prega
molto più di noi e sta in
chiesa
molto più di noi, lei che
deve
servire
il
curato
e che fa anche la
scuola
».
Nel suo
Metodo
di
vita
e negli
scritti
che
lasciò
, quali
Riassunto
degli
Esercizi
sentiti
,
Riassunto
di
libri
letti
(che in
avvenire
allegherò
al
processo
), la
Serva
di
Dio
appare
la
nobile
presenza
di un’
anima
che
abborre
non solo il
male
, ma anche la
semplice
apparenza
del
male
. Io la
vedeva
assorta
in
Dio
e quasi
dimentica
delle
cose
circostanti
.
Accadde
che una
compagna
Gadola
,
inferma
di
mal
sottile
, venisse a
Savogno
colla
sorella
Margherita
per qualche
giornata
di
sollievo
. La
Serva
di
Dio
mostrava
l’
abbondanza
del suo
cuore
, ma neppur volendo
trascurare
le
pratiche
solite
, ne
- 546 -
avveniva
che
involontariamente
trascurasse
gli
offici
di
ospitalità
,
riputando
che la
sorella
Margherita
vi avesse
supplito
. Di questo, ch’ella
chiamava
sbadataggine
, se ne
chiamava
rea
e
chiedeva
perdono
e
ripeteva
: «
Scusate
,
scusate
, che io sono una
straul
» (
semideficiente
).
LXX
. Alla
Serva
di
Dio
, perché tanto
buona
, tutti in
famiglia
si
permettevano
di
caricare
come l’
asino
di
casa
. La
Serva
di
Dio
crollava
le
spalle
,
facevasi
turbata
, ma
era
però un
moto
primo
primo
.
Tosto
[XIII-10]
soggiungeva
: « Io sono proprio come l’
asino
di
casa
, ma
pazienza
» e
tosto
si
affrettava
all’
ubbidienza
ciecamente
. Talvolta
mostrava
ostinazione
ed
era
quando
sentivasi
vivamente
ispirata
nel
cuore
di
dover
obbedire
prima a
Dio
e poi agli
uomini
16
.
p. 546
16
Cfr.
At 5, 6.
«
»
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