Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Deposizione C. Guanella
Lettura del testo

Deposizione sulla serva di Dio Caterina Guanella (1910)

Carità verso il prossimo

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Carità verso il prossimo
LXXVII. La Serva di Dio nel prossimo vedeva viva l’immagine del Signore. Udendo qualche orrenda cosa, diceva: « Quale sciagura! Salvo il Battesimo, è proprio un cattivo soggetto. Oh come bisogna pregare per la sua conversione! ». Toccare il prossimo era come toccare la pupilla dell’occhio proprio. Leggeva gli Annali dell’Opera della Santa Infanzia e gli Annali della Propagazione della fede e se ne mostrava ­angustiata. Indefessa soprattutto per la Santa Infanzia, rac­coglieva ogni anno somma discreta, usando anche industria di lavoro, fabbricando, per esempio, merletti da vendere od ­altro, per destinare il ricavo all’opera pia. Mi ricordo che ­fanciulla recitava, spiegava, adduceva esempi, impiegava ope­re di servizio corporale e spirituale, parendole proprio di ­servire sensibilmente Gesù Cristo nelle opere di misericordia. Soprattutto si distingueva nel consolare gli afflitti, come dirò.
- 551 -LXXVIII. La Serva di Dio nella sua semplicità diceva: « Il Signore parla al cuore di tutti: nei vostri dubbi ed ansietà, guardate col vostro cuore. Io, per me, nel caso presente e accennava ad una figlia dubbiosa da maritarsi mi pare che possiate consolare [XIV-9] quel povero vedovo: lo guadagnerete a Dio, perché è buono. L’unico figlio che ha, vedrete che morrà presto » e fu vero. Alla nipote Maria Buzzetti consigliò il celibato, che osserva fedelmente ed è molto contenta. So che in cose dell’anima era molte volte domandata di consiglio e che si diceva comunemente: « La Caterina mi ha detto così, e così io ho fatto, com’ella mi ha detto, ed in ­questo ho trovato la ­contentezza del cuore ». Molti, spe­cialmente donne, avevano fiducia nelle sue preghiere e le si raccomandavano assai frequentemente. Nel consolare diceva: « Ma questo mondo è niente; ma che importa a noi degli uomini, ma che importa a noi della roba del mondo: vivere si vive ad ogni modo. Il Signore ci una croce e ci solleva da un’altra. Come si trova conforto a fare un po’ meglio la volontà di Dio! Tutti lo sappiamo che il Signore tutto può e tutto vede e sempre vuole il bene nostro. Salviamo l’anima, che il tutto è salvo ». Con simili discorsi, esposti con vigore di carità e colla luce semplice di verità, operava senz’avvedersene un gran bene.
LXXIX. La Serva di Dio abborriva dalle visite di complimento. Faceva con animo di mortificazione le visite di convenienza. Pascevasi nelle visite ai poveri. Agli ammalati appariva come un angelo consolatore, regalando anche qualche cibo di opportunità. In questo curava il tempo e il modo di essere utile sempre, di [XIV-10] aggravio non mai. Usava molto colla famiglia del fratello Tomaso, della sorella Rosa, in caso di malattia o di bisogno qualsiasi. Levavasi per tempissimo, provvedeva alla pulitezza della casa, forniva la cucina di acqua, cuciva o rattoppava qualche abito necessario, ed al suono dell’avemaria si affrettava alla chiesa.
Domandavano poi i capi di casa: « Chi ha fatto questi servigi? Forse la Caterina? Ma se nessuno di noi si è accorto quando si è levata? ». Interrogata poi la Serva di Dio, ella se ne scusava per bel modo, non osando dire né sì né no.

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