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Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Deposizione C. Guanella
Lettura del testo
Deposizione sulla serva di Dio Caterina Guanella (1910)
Prudenza
«
»
[- 553 -]
P
rudenza
LXXXV
. La
Serva
di
Dio
osservava
una
prudenza
non
comune
circa il
carattere
forte
del
padre
, circa le
piccole
discordie
di
famiglia
e di
parentela
, circa gli
ardimenti
di me,
teste
, quando
lasciato
Savogno
mi
recai
a
Torino
, circa
malintesi
intorno
ai
sacerdoti
,
[XV-5]
verbigrazia
il
prevosto
Piccinelli
, il
- 554 -
cappellano
di
Fraciscio
Mascioni
Francesco
, circa il
chierico
Giacomo
Guanella
, che molto
lasciò
dire
di sé
smettendo
l’
abito
al
terzo
anno
di
teologia
. La
Serva
di
Dio
,
dove
sapeva
di
difendere
e di
scusare
,
facevalo
con
grand’
animo
;
dove
no,
chinava
la
testa
e
arrossiva
, quasi
dolendosi
di non poter far
meglio
. Nel
Metodo
di
vita
, che
allegherò
nelle
posizioni
, si
scorge
lo
spirito
di
prudenza
della
Serva
di
Dio
in
ordine
fisico
,
morale
e
religioso
.
Riguardo
all’
osservanza
del
metodo
, posso
dire
che non solo l’
osservava
, ma
aggiungeva
una
maggior
perfezione
.
LXXXVI
. La
Serva
di
Dio
mi
appariva
come una
luce
sempre
crescente
di
splendore
nella
luce
della
fede
, nel
fervore
di
carità
, perché ne
moltiplicava
ogni
giorno
i
mezzi
colle
preghiere
,
meditazioni
,
Esercizi
,
solitudini
.
Riguardo
agli
Esercizi
,
allegherò
il
sunto
degli
Esercizi
spirituali
scritto
di
mano
dalla
Serva
di
Dio
.
Dopo
i 30
anni
circa
ripugnava
d’
intervenire
alle
grandi
feste
dicendo
: « A me non
piace
trovarmi
in
mezzo
a tanta
gente
: mi
disturbano
tanti
clamori
. Io sto molto
meglio
sola
e così
passo
le mie
ore
in
chiesa
,
dove
mi
trovo
meglio
e
prego
per me e per tutti ». Mi
pare
di
vedere
ancora la
Serva
di
Dio
quasi
persona
cauta
che
viaggia
sul
ghiaccio
per
guardarsi
non solo da
cadute
, ma anche da ogni
pericolo
di
caduta
.
[XV-6]
Per quanto io
diligentemente
osservassi
le sue
intenzioni
, i suoi
passi
, non potrei
dire
di avere in lei
osservato
per una
volta
sola
una
caduta
che si potesse
dire
peccato
veniale
deliberato
.
LXXXVII
. La
Serva
di
Dio
,
rigorosa
per sé,
era
indulgente
cogli
altri. La
sentiva
ripetere
: «
Colla
gioventù
non si può
pretendere
tanto: tra le
Figlie
di
Maria
ci sono anche delle
vispe
, ma
pazienza
. Qualcuna si
sa
che ha
ballato
e
dovrebbe
essere
cancellata
, ma come si fa? Non è proprio
cattiva
,
pazienza
. Anche il
signor
prevosto
mi
dice
di
chiudere
un
occhio
».
Notava
io che la
Serva
di
Dio
aveva
cura
speciale
che avrebbe potuto
condurre
a
perfezione
di
vita
verbigrazia
la
nipote
Maria
, le
Sterlocchi
, certa
Maddalena
Cerfoglia
, certa
giovine
figlia
della
cosidetta
Zoppa
che
infermiccia
era
tanto
soccorsa
dalla
Serva
di
Dio
, facendo anche
pratiche
perché
fosse
collocata
alla
Casa
della
divina
Provvidenza
in
Como
,
- 555 -
dove
aveva già
cooperato
che
fosse
ricoverata
la
vecchia
Lucia
Guanella
, e certo
figlio
deficiente
di
Agostino
Levi
cieco
, per cui la
Serva
di
Dio
mostrava
tanto
viva
la
compassione
, non meno che al
figlio
di certa
Domenica
,
detta
Dumensa
.
LXXXVIII
.
Noto
che la
Serva
di
Dio
richiesta
di
consiglio
diceva
a me,
teste
: « Vengono da me per
consiglio
: cosa può
dire
questa
straul
(
semideficiente
)? Mi
sforzano
, io
tiro
in lungo anche per molti
giorni
e
[XV-7]
intanto
prego
, e se proprio mi
seccano
rispondo
poi quello che il
cuor
mi
dice
».
LXXXIX
. La
Serva
di
Dio
mi
diceva
delle sue
Figlie
di
Maria
: « Io non voleva proprio
essere
direttrice
, ma il
prevosto
mi ha
sforzata
. Vuol
dire
che io
guardo
in qua e in
là
, e lungo la
settimana
, si
sa
, si
prega
un poco e poi io
penso
e mi
preparo
quello che
dovrò
dire
la
domenica
.
Toccare
i
difetti
delle
consorelle
mi fa
gran
pena
e non vorrei mai, ma bisogna
pure
che
‹
lo
›
faccia
, e allora
cerco
di
parlare
col
miele
alla
bocca
; quelle che poco mi
ascoltano
,
parlo
loro in
privato
e qualche
volta
le
invito
a venir qui e allora
parliamo
un po’ a lungo e se ne
vanno
poi
via
contente
. Si
vede
che
propriamente
non sono
cattive
».
XC
.
So
che i
compaesani
di
Fraciscio
, non
esclusi
i
parenti
, del
modo
di
vedere
e di
pensare
della
Serva
di
Dio
mostravano
rispetto
religioso
. In
Savogno
poi ne avevano
perfino
venerazione
e più
volte
io
sentiva
dall’uno o dall’altro,
verbigrazia
i
fabbricieri
Pasquale
Succetti
,
Giovanni
Fedeli
,
Battista
Succetti
,
assennati
i
seguenti
discorsi
: « La
Caterina
,
sorella
del
prete
, è proprio una
santa
:
parla
poco, ma con qual
senno
! Lei non si è
espressa
chiaramente
, perché non
osava
, ma abbiamo
capito
il suo
sentimento
. E lei
dice
la cosa come è e come la
sente
, e bisogna
cercare
di
darle
ascolto
». Le
donne
poi, anche
madri
,
pendevano
[XV-8]
dal suo
labbro
, e le
giovani
, che le erano come
scolare
e quasi
figlie
spirituali
, quando la
videro
partire
da
Savogno
deploravano
come se
fosse
loro
morta
in
casa
persona
diletta
e, come si è
detto
, taluna
volta
fra l’
anno
facevano circa quaranta
chilometri
di
strada
(fra
andata
e
ritorno
) a
piedi
,
magari
in
tempo
di
neve
, per
visitare
la
Serva
di
Dio
e
sentire
da lei
buone
parole
. La
Serva
di
Dio
in
riferirmene
diceva
: « Che
buona
gente
! Io non
so
come facciano
- 556 -
a
ricordarsi
di me. Io
resto
mortificata
, perché mi
portano
anche qualche
regalo
in
castagne
e
noci
od
uva
. Io non
so
cosa
farei
per quella
povera
gente
. Mi
dicono
sempre anche di
salutar
te, e che
preghi
per loro ».
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