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Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Deposizione C. Guanella
Lettura del testo
Deposizione sulla serva di Dio Caterina Guanella (1910)
Fortezza
«
»
- 563 -
F
ortezza
CV
.
So
che la
Serva
di
Dio
era
di
carattere
mitissimo
ma di
eguale
fortezza
.
Osservava
al
padre
, benché tanto
autoritario
, che non si
lasciasse
trasportare
dalla
furia
, non
trascorresse
a veruna
parola
lombarda
(
alludo
a
parola
di
strapazzo
), avesse
pazienza
,
perdonasse
le
inciviltà
e si
guardasse
dal
toccare
i
preti
, che sono la
pupilla
degli
occhi
di
Dio
. Ai
fratelli
ed alle
sorelle
non avrebbe
perdonato
un
neo
qualsiasi e si faceva
aiutare
dalla
madre
per
evitare
qualunque
minima
offesa
di
Dio
. In far questo
era
sempre senza
amarezza
di
sorta
.
CVI
.
So
che la
Serva
di
Dio
mi
scriveva
a
Como
e mi faceva
scrivere
: « Non averne a
male
se io non vengo con te o col
fratello
Lorenzo
. Sarei d’
incommodo
più che altro. Non sono più
persona
da stare
colla
gente
del
mondo
: io mi
sento
chiamata
a
passare
sola
i pochi
giorni
di
vita
che mi
rimangono
. Sono anche sempre
[XVII-4]
malorata
. Se
dovessi
uscire
dalle mie
abitudini
di
mangiare
alla
casalinga
(
polenta
,
minestra
e
latte
) io non potrei
andare
avanti.
Scrivilo
anche tu a
don
Lorenzo
e alla
Margherita
, che io
ringrazio
e mi
scusino
». Noi, come si è
detto
, eravamo
convinti
che il
Signore
la
chiamasse
così ad una
vita
di
contemplazione
e che ella vi si
applicasse
con tanto
utile
dell’
anima
sua. In questo
sentimento
rimase
sino alla
fine
e non
so
che neanche per un
momento
siasene
pentita
.
CVII
.
So
che la
Serva
di
Dio
, come ho già
detto
,
sostenne
tentazioni
di
vario
genere
. La
tormentavano
anche assai. Se ne
doleva
colle
amiche
e
persone
confidenti
.
Dominavano
resti
di
rigorismo
: ella
tremava
per la sua
eterna
salvezza
. In
tempo
di
missioni
a
Campodolcino
,
scrisse
supplichevole
ai
missionari
che
pregassero
per lei. Ma
diceva
poi anche a me,
soggiornante
a
Savogno
: « Le
pene
di questo
mondo
sono niente; mi
du
rassero
anche per tutta la
vita
, sarebbe niente.
Spero
che queste
pene
mi
aiuteranno
a
salvarmi
, forse mi
abbrevieranno
anche le
pene
del
purgatorio
». A tutto mio
parere
, tutto ciò non
era
che
effetto
di
delicatezza
di
coscienza
e
veri
segni
e
pegni
di
alta
perfezione
cristiana
. Queste
pene
spirituali
erano in
- 564 -
lei
continue
:
crescevano
col
crescere
degli
anni
e della
virtù
in lei e
durarono
sino alla
morte
.
CVIII
.
[XVII-5]
So
che le
pene
di
spirito
della
Serva
di
Dio
la
incoraggiavano
di più anziché
avvilirla
. Stando a
Savogno
,
notava
in lei
segno
di
sollievo
spirituale
molto
sensibile
quando
tornava
dall’essersi
confessata
a
Prosto
, da quell’
arciprete
consumato
in
esperienza
e
virtù
, come si è
detto
.
CIX
.
So
che la
Serva
di
Dio
,
discorrendo
di
capitaletti
, di
sommette
della
Cassa
dei
morti
e della
Chiesa
che si
levavano
a
prestito
e che a
stento
si
retrocedevano
, se ne
contristava
dicendo
: «
Pare
impossibile
che si possa
recar
danno
alla
Chiesa
ed ai
morti
». A
Savogno
diceva
: «
Aiutate
tutti con la
preghiera
i
passi
del
fratello
per
difendere
i
beni
della
Chiesa
.
Poveretti
anche voi se non si potessero
ricuperare
le vostre
locazioni
(
livelli
) ». E quando fu
vinta
la
causa
da me
sostenuta
,
diceva
: «
Ringraziamo
il
Signore
senza
misura
, che i
beni
della
Chiesa
e dei
poveri
sono
ritornati
».
CX
. Oltre al già
detto
,
so
che nei
dolori
e nei
lavori
della
vita
la
Serva
di
Dio
la
durò
continuamente
in una
specie
di
lento
martirio
, per quanto anche già si è
detto
, senza
pregare
di esserne
liberata
, perché
diceva
: « Nelle
cose
temporali
bisogna
rimettersi
interamente
a
Dio
».
CXI
.
So
che la
Serva
di
Dio
in
casi
sinistri
(
casa
paterna
bruciata
,
disastri
nel
bestiame
,
malattie
[XVII-6]
e
morti
in
famiglia
,
calamità
pubbliche
di
piogge
, di
siccità
),
diceva
: « Che fare?
Lasciamo
fare al
Signore
. Lui
sa
meglio
di noi ». E
soggiungeva
: « Non è che anch’io
‹
non
›
senta
profondamente
il
peso
della
calamità
, ma siamo
cristiani
».
«
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