Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Deposizione C. Guanella
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Deposizione sulla serva di Dio Caterina Guanella (1910)

Povertà

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Povertà
CXIV. Mi consta che la Serva di Dio in qualche anno di carestia diceva: « Noi non possiamo [XVII-7] proprio lamentarci, perché la polenta non ci manca mai. Io farei peccato a lamentarmi del mio stato, ma ben mi dolgo per tanti e tanti che sono veramente poveri ed io non li posso soccorrere; per esempio, non solo in Fraciscio ma specialmente a Savogno quanta miseria! ». Il fratello Tomaso, la sorella Margherita vagheggiavano miglioramenti, ma la Serva di Dio continuava a dire: « Che fate voi con tante vostre ansie? Contentatevi, che non avete proprio ragione di lamentarvi. Il Signore provvederà ». In modo speciale diceva: « Tu, Margherita, sei tutta per il tuo Lorenzo, ed il Luigi non lo ricordi mai: perché queste parzialità? ». Ciò avveniva nei nostri anni di studio.
CXV. So che la Serva di Dio in casa non mancava del necessario per il vitto ed il vestito, ma so anche che per sé sceglieva il rifiuto dei vestiti, e nel mangiare i cibi più ordinarii e scarsi, talmente che si può dire che per sua elezione pativa freddo, fame e disagi non pochi. Stando sola, negli ultimi anni - 566 -soffriva in una vera indigenza. I due fratelli sacerdoti o non vi pensavano o non ne avevano, i parenti credevano che fosse da noi soccorsa. La Serva di Dio occultava tutto; pensava a darne ai più poveri di lei ed era contenta di stentare per sé, per amore di Dio. Viveva del poco raccolto dei campi, una metà dei quali coltivava essa stessa e l’altra metà affittava per circa un centinaio di lire ed anche meno.
[XVII-8] Il vestito della Serva di Dio era di cotone nei tempi della giovinezza, di buona lana oscura nella mezza età, negli ultimi anni di lana meno oscura, per non apparire donna di virtù oltre la comune. Il cibo suo consisteva in polenta, latte, caffè e latte al mattino, minestra comune, rara volta vi aggiungeva un bicchiere di vino, patate; uso di carne rarissimo.
CXVI. So che in tanta povertà della Serva di Dio, essa dava ai più poveri di sé lenzuola, coperte, una sedia, un arnese di cucina e diceva: « Di questo valetevene e me li ritornerete se io sarò in bisogno di doverli domandare ». Si sa poi che non li ridomandava mai. In fare questa elemosina diceva: « Vi raccomando l’anima; avvisate il fratello e qui accennava a qualche difetto Io sono sempre sola in casa, venite a trovarmi, che diremo qualche Pater insieme; mandate le figlie, specialmente le tali e tali più bisognose di correzione che a me la gioventù piace tanto: darò loro una bella immagine od un libretto di quelli che mi manda il mio don Luigi ».
I nostri vicini di casa, Battista Levi fu Valentino, Battista Levi fu Angelo, ora sindaco, nella decorsa festa di san Rocco (1910) mi discorrevano a vivi colori l’attenzione della Serva di Dio per istruire nella dottrina cristiana e nella pietà i loro figli e figlie, e come eglino accorrevano con trasporto per sentirla. Aggiungevano pure come, assente il cappellano, [XVII-9] giungeva la Serva di Dio dalle sue divozioni a Campodolcino anche nel crudo verno ad alta ora della mattinata in ogni giorno.
CXVII. So che a Campodolcino, e per il costume di poco lavorare e poco industriarsi e per mancanze di industrie, il vivere stentato è comune a molte famiglie. La Serva di Dio ne faceva ad una ad una l’enumerazione e vagheggiava modi di sopperirvi. In fine di vita aveva a metà concluso un ricovero, come si è detto. La Serva di Dio diceva poi a ciascuno: « Il - 567 -­Signore provvede alle formiche, provvederà anche a noi tutti; dopo tutto, quando si è poveri si hanno minori pericoli per l’anima. Sia benedetta la povertà di nostro Signore ». Diceva pure alle figlie che miravano a sposarsi per evitare disagi della povertà e della vecchiaia: « Voi credete di scansare una croce e ne potete incontrare cento più pesanti. Non potete poi restar vedove e sole con figli? E soli tutti a combattere colla miseria? Oh se conosceste meglio il pregio della verginità! Andate pure al matrimonio se Dio vi chiama, ma se vi chiama a stare così, per amore di Dio state così, o diversamente chissà come il Signore ci potrebbe castigare ». E qui faceva notare che alla donna poco ci vuole per vivere, che più facilmente la donna, benché debole, si provvede da sola meglio che non faccia l’uomo pure da solo.

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