Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Deposizione C. Guanella
Lettura del testo

Deposizione sulla serva di Dio Caterina Guanella (1910)

Doni soprannaturali e miracoli in vita

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Doni soprannaturali e miracoli in vita
CXXXII. Premetto che per quanto si è detto del meditare in casa e in chiesa per ore intiere in posizioni disagiatissime di corpo, massime in camera, inginocchiata su uno sgabellino barcollante da lei fatto ed appoggiato al muro, in ore rigidissime d’inverno, bagnata e gelata nelle vesti, io [XVIII-8] era profondamente convinto che la Serva di Dio fosse supernamente aiutata - 573 -da spirito di contemplazione se non anzi di vera estasi, perché rimaneva immobile ed inavvertita per quanto succedeva intorno a lei. Anzi interrogata rispondeva ingenuamente: « Io quando sono in chiesa mi pare quasi di addormentarmi e non mi accorgo più di quello che gli altri fanno ». Anche per la salute corporale non avrebbe potuto durarla se non erano questi aiuti soprannaturali abbondanti e straordinarii.
CXXXIII. Premetto che la Serva di Dio, stando con me a Savogno, diceva a me come diceva ad altri: « Io sono creatura inutile: se potessi almeno prendermi sulle mie spalle la malattia di quella Maddalena (Anna Maria?) Succetti! », tisica, povera e con tanti figli. Alla sorella nubile Motalli soggiungeva: « Non abbandoniamo la tua sorella, preghiamo: oh se potessimo noi prenderci un po’ di quel male e sollevarla! Tu poi continua nelle tue cure: anche tu sei zoppa per male di sciatica lo vedo, ma coraggio, la sorella presto andrà in paradiso e tu guarirai ». L’inferma tisica, spesso da me visitata, mi diceva: « So che la Caterina prega per me e fa pregare: questo molto mi solleva ». Sono poi sicuro che nel dei funerali la sorella zoppa fece un viaggio di mezz’ora in discesa faticosa. La mia cognata Marianna poi mi accennò casi particolari riguardanti se stessa e qualche altra persona, di cui ora non ricordo il nome; la  34 Serva di Dio assumeva sopra di sé i patimenti del prossimo: per uno, due, tre giorni era presa da patimenti gravi, misteriosi, [XVIII-9] indecifrabili, che dopo un periodo cessavano interamente, cessavano cioè quando anche nel prossimo per cui soffriva erano cessate le pene. La cognata Marianna, donna di spirito, mi diceva: « Certamente la Serva di Dio era da Dio ascoltata nel prendere sopra di sé le pene degli altri ». Io stesso, teste, una volta all’anno per due o tre giorni andava soggetto a gravissimo male di angina tonsillare: io mi avvedeva delle pene che per me soffriva la Serva di Dio internamente, delle preghiere che faceva; qualche volta poi giunsi a mal termine di vita, assistito per tutta notte dai fabbricieri Fedeli Giovanni, Pasquale Succetti, Battista Succetti. La Serva di Dio si - 574 -­mostrava appassionata e confidente. Io non son lungi dal credere che la Serva di Dio nel desiderio suo certamente, nelle sue pene interne parimenti, si facesse vittima per me, onde io al terzo giorno, in poco d’ora, mi trovavo guarito e nel medesimo giorno ritornavo alle mie occupazioni di ministero e di scrivere pagine parecchie di certi lavori che poi videro la stampa: Ammonimenti al popolo di campagna 35, che per vent’anni mi diedero poi noie non poche da parte del liberalismo dominante.
La mia opinione (riguardo all’assumersi dolori fisici da parte della Serva di Dio per il prossimo) è che da Dio ella fosse ispirata ed aiutata sotto forma di pene interne. Io porto pure opinione che altrettanto abbia fatto nella diuturna assistenza della madre, appoggiando questa mia opinione allo stato continuo straordinariamente rassegnato, lieto e perfino ameno della madre [XVIII-10] quando io la veniva visitando al suo letto, dove paralitica se ne giacque per circa venti mesi.




p. 573
34
Originale: nome, che la.


p. 574
35
Cfr. >nota 5.


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