Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Deposizione C. Guanella
Lettura del testo

Deposizione sulla serva di Dio Caterina Guanella (1910)

Doni soprannaturali e miracoli in vita

Sessione XIX - 19 dicembre 1910

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Sessione XIX - 19 dicembre 1910
CXXXIV. [XIX-2]So che la Serva di Dio nelle imprese di me, teste, nella costruzione della chiesa di Savogno, in difficoltà che insorgevano, in qualche processo contro di me intentato per libri a stampa, per brighe scolastiche, e specialmente per vocazioni religiose e nell’atto del mio ritiro dalla parrocchia per recarmi a stare provvisoriamente con don Bosco (per 3 anni), nel ritorno e nell’inizio a Traona per le opere della Casa della divina Provvidenza, la Serva di Dio mi incoraggiava sempre dicendo: « Quando si fa una cosa con buona intenzione, Iddio la benedice sempre. Anche nei casi gravi bisogna sempre confidare ». Io non dava a queste parole senso profetico ma mi aiutavano nello spirito, ne sentiva con soddisfazione il consiglio, e scorgendolo favorevole nelle parole ed efficace nel fatto parevami che la Serva di Dio parlasse per certa quale ispirazione divina.
- 575 - De auditu poi riferisco quanto segue.
La cognata Marianna ed in parte la cognata Margherita mi riferiscono tali circostanze di parole, di fatti, di allusioni, che manifestamente inducono a credere fosse alla Serva di Dio nota da un anno prima l’epoca della sua morte.
[XIX-3] Il mio nipote Luigi, di Antonio Guanella, nel di san Rocco 1910 mi riferiva: « La zia Caterina, partendo per l’ultima volta da Fraciscio, mi salutò dicendo: Sii buono, prega che tu sarai esaudito ». Nello scorso anno 1909 il Luigi scrivevami dalla colonia di San Salvatore (Colico): « Sono gravemente ammalato, ma mi raccomando alla zia Caterina: mi ha detto di pregare e spero essere esaudito. Non chiamai medici, non usai medicine: invocai la zia e sono guarito perfettamente (da malattia alle reni) ».
Nel medesimo giorno di san Rocco 1910, Battista Levi mi riferiva: « Da qualche anno io era ammalato di sciatica. Alcuni giorni prima della sua morte, la Serva di Dio, ancora sana, mi disse: Tu guarirai ed io morrò. Fu veramente così ». Il Levi, tosto dopo la morte della Serva di Dio, andò al cimitero a ringraziare la Serva di Dio per l’ottenuta guarigione.
CXXXV. So che la Serva di Dio nei suoi consigli, come ho detto, era ponderata e si verificava poi che quanto diceva in parole avveniva nei fatti. La cognata Marianna, mi pare, ed altra persona seria, che ora non ricordo, mi dissero: « La sorella Rosa parlava con la Caterina di più cose buone ». La Rosa, che della sorella aveva molta stima, la interrogò improvvisamente così: « La nostra cugina, la Monica Maria Trussoni, zia dell’attuale vicario generale di Como che era tanto buona, sarà in paradiso? ».
[XIX-4] « Sì rispose la Serva di Dio ma ha dovuto stare un mese in purgatorio ».
Soggiunse la Rosa: « E il Tolla (Battista Trussoni)? ».
« Quello rispose la Serva di Dio ha dovuto stare in purgatorio due mesi ».
« E il nostro padre e la nostra mamma, allora? » ripigliò la Rosa. E la Serva di Dio: « Oh tu mi hai già scavate troppe cose: tu vuoi saper tutto! ».
- 576 - Fama di santità in vita
CXXXVI. Non ho nulla da aggiungere a quello che ho risposto in antecedenza 36.
CXXXVII. So che stando parroci in Campodolcino i sacerdoti Bianchi Gaudenzio, il fratello uterino Lorenzo Buzzetti, il sacerdote Della Cagnoletta Giuseppe e più tardi il nipote don Lorenzo Sterlocchi, molto si frequentava la pietà, e so che la Serva di Dio era sempre additata come modello e per quanto io mi sappia senza che alcuno opponesse in contrario. A Savogno altrettanto.
CXXXVIII. Non ho nulla da aggiungere al già detto 37.
CXXXIX. Non mi consta di opposizione alcuna 38.




p. 576
36
« Interrogetur: an sciat quod Serva Dei adhuc viva famam sanctitatis apud incolas Fracisci, Campidulcini et Savoniis habuerit, et an apud omnes qui eam cognoscebant » (sessione xcvii, p. 28).


37
« Interrogetur: an sciat quod incolae externis quoque signis particularem aestimationem erga Servam Dei demonstraverint, quibus modis et quibus in locis » (sessione xcvii, p. 29).


38
« Interrogetur: an aliqui inficiati sint famam Serva Dei, et quibus rationibus » (sessione xcvii, p. 29).


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