Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Appunti Casa Provvidenza
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Appunti sulla storia della Casa di Provvidenza. Bozzetti (1910-1911)

Bozzetto 13. Sant’Ambrogio ad Nemus

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Bozzetto 13.
SantAmbrogio ad Nemus
I sacerdoti vecchi in cura e riposo nella Casa ecclesiastica di Sant’Ambrogio ad Nemus erano passati in via San Celso. La chiesa ed il locale furono esibiti al padre Beccaro per una fondazione dei padri carmelitani in Milano, ma non si accordarono nel prezzo; incontratosi il don Guanella sulla piazza del Duomo con monsignor Ambrogio Belgeri 26, sentì dirsi: « Compri lei il locale di Sant’Ambrogio ad Nemus... ».
« Per quanto?... Io crederei che si potrebbe darmelo per lire 90 mila ».
« Poco... poco... Tuttavia si trovi per domani venerdì alla conferenza di noi canonici amministratori ». E al postdomani fu concluso il contratto per lire 110 mila.
Erano vicine le feste natalizie e le suore in casa Lanzani crederono di poter trasferirsi tosto nei locali acquistati. « Come va? disse il prevosto di San Gioacchino don Biraghi Come va che siete entrate senza ancora aver pagato niente? ». Rispose - 604 -la suor Tognoni Maria colla sua abituale semplicità: [17] « Sia­mo figlie della Provvidenza e la Provvidenza ci penserà, signor prevosto ». Il caro personaggio, che troppo presto ci ha lasciato, sorrise e si accontentò di aspettar la Provvidenza, la quale venne invero.
La chiesa di sant’Ambrogio, ampliata per venerare la memoria del grande dottore e per venire in aiuto ai numerosi fedeli, fu la prima ad aprire le feste inaugurali del xv centenario della morte di quel santo. Allora si fece, e dai Servi della Carità, già istituiti nell’Istituto San Gaetano, e dalle suore della Pia Casa dei Poveri, il seguente proposito: « Ci aiuti il vero padre dei poveri, sant’Ambrogio benedetto, e noi estenderemo l’asilo a più altri poverelli figli suoi del secolo ventesimo ». La Provvidenza mandò certo Antonio Annoni, capomastro che dal lavoro e dalla fortuna si trovò innalzato ad un relativo cospicuo stato di vita. Questi, che villeggiava a Musso e conosceva già don Guanella a Pianello Lario ed era pure già entrato in confidenza nostra a ­Milano, inteso il nostro divisamento disse: « Lasciatemi fare da me, ma io non voglio essere contradetto. Lasciatemi fare che ho intenzione di farvi del bene ». La proposta fu ricevuta con gratitudine ed ecco il signor Antonio Annoni che come buon papà e patriarca ristaura l’antico convento di sant’Ambrogio e aggiunge il vasto fabbricato nuovo che accoglie oltre quattrocento ricoverate, figlie vecchie e povere del popolo. Né contento a ciò, porse il favore suo perché a favore dei Servi della Carità fosse compiuto lo stabilimento già Lanzani.
Fu grande sventura che il buon papà Antonio Annoni morisse troppo presto e troppo improvisamente, [18] ma la memoria di lui vive nella mente e nel cuore delle Figlie di santa Maria della Provvidenza e dei Servi della Carità. Fu pure per consiglio e incoraggiamento suo l’acquisto del locale detto la Binda, la costruzione della stazione cattolica a Splügen, l’acquisto di altro gran locale a Fratta Polesine per la Casa ivi della Sacra Famiglia. Il suo consiglio pratico, le sue vedute certe, la sua onestà proverbiale lasciano viva impressione di rammarico per la scomparsa di quel vero ambrosiano, figura della schiettezza serena e insieme di una ruvidità buona. Tutto per fare bene ad ognuno e male a nessuno.




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Diversamente in Luigi Guanella, Necrologio. Don Paolo Biraghi, ne La Divina Provvidenza, Como, ottobre 1900, p. 79, dove l’episodio che segue è riferito al defunto.


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