Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Appunti Casa Provvidenza
Lettura del testo

Appunti sulla storia della Casa di Provvidenza. Bozzetti (1910-1911)

BREVI CENNI STORICI INTORNO ALL’ISTITUTO ED ALLE OPERE DEI SERVI DELLA CARITÀ

Bozzetto 14. Dei confratelli che dall’esiglio furono chiamati alla patria

«»

[- 632 -]
Bozzetto 14.
Dei confratelli che dallesiglio
furono chiamati alla patria
 72
La congregazione dei Servi della Carità è nascente, ma già conta le sue vittime. Giorgio Steinhauser era come uno dei nostri. Missionario per tanti anni nel Michigan, ci edificava col racconto delle avventure incontrate, dei pericoli subiti. Ci ricreava colla dolcezza del suo carattere anche nel momento più grave d’infermità, ci incoraggiava colla fortezza del suo animo nelle traversie della vita. Vecchio di 70 anni, ebbe una forza d’animo nel rassicurare la sua salute pericolante mercé le cure Kneipp, che egli sapeva così bene da se stesso applicarsi. Era caro a tutti come un fanciullo innocente. Se ne scrisse, come si è detto 73, cenni di vita. [52] A lui tenne dietro il collega Agostino 74 Rossi, che vecchio morì poetando come il cigno che quando è più prossimo a morte più canta armoniosamente. Ci salutarono in Domino alla volta del paradiso i sacerdoti ospitati Giovanni Boschetti e Lucio Bonardi, i quali venuti da Rovigo ci lasciarono esempi specchiati in virtù di fede e di rassegnazione.
- 633 - Seguirono i nostri cari confratelli don Pietro Moroni, specchiato per esemplarità di vita e zelo nel sacro ministero. Don Arrigoni, veneto, sacerdote di fresco che ben presto fece sacrificio della sua vita al Signore in pro delle opere della Casa. Il chierico Dura, che morì nel seminario di Rovigo lasciando prova di virtù non ordinaria nelle diverse mansioni in cui fu occupato. Il sacerdote Giuseppe Roncoroni, di chiare vedute, di forte iniziativa, giovine di mente e di cuore. Il chierico Casartelli fu il primo che, molto semplice e spesso malorato, sacrificò la vita al Signore. Fra i sacerdoti ospitati si noverano i nomi di Della Volpe, Faccioli, Severino 75.
[53] Monsignor Baroni, di cui si è detto sopra 76, e che nell’ultima malattia esclamava: « Oh che grande grazia mi ha fatto il Signore a chiamarmi qui! Quanto mi di fiducia l’essermi ascritto fra i Servi della Carità! ». Di monsignor Baroni e di altro di cui conserviamo le fotografie ne porgiamo qui la cara effigie 77, perché siano più vivamente ricordati. Ci duole che nella maggior parte non possediamo ritratti di sorta.
Questi sono stati i primi confondatori dell’opera. Dio li ha chiamati perché fossero primizie al cielo. Abbiamo ferma fiducia che presso il Signore ci siano intercessori validi.




p. 632
72
Dall’originale si rileva il precedente titolo cancellato: « I nostri cari morti ».


73
Cfr. >nota 49.


74
Originale: Giuseppe; cfr. p. >621.


p. 633
75
Probabilmente si tratta di don Severino Gioia, già menzionato a p. >621 come pure don Francesco Volpi, cui potrebbe imprecisamente riferirsi il ­cognome Della Volpe. È stato invece identificato don Dario Faccioli (1840-1905); cfr. Necrologio, ne La Divina Provvidenza, Milano, settembre 1905, p. 143.


76
Cfr. p. >607.


77
Lungo il margine sinistro di p. 44 de La Divina Provvidenza, Milano, marzo 1906, a fianco di Luigi Guanella, Necrologio. Mons. Giovanni Battista Baroni, pp. 44-45, si legge: « Nel prossimo numero daremo il ritratto del nostro defunto benefattore ».


«»

IntraText® (VA2) Copyright 2015-2025 EuloTech SRL
Copyright 2015 Nuove Frontiere Editrice - Vicolo Clementi 41 - 00148 Roma