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Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Deposizione Bosatta
Lettura del testo
Deposizione sulla serva di Dio suor Chiara Bosatta (1912)
‹Vita religiosa›
«
»
[- 648 -]
‹
V
ita
religiosa
›
XVI.
So
, per aver
visto
e
sentito
, che
Dina
era
desiderata
dalle
superiore
e
consorelle
dell’
Ospizio
del
sacro
Cuore
di
Pianello
, ma che essa invece ebbe a
dichiarare
di
sentirsi
chiamata
- 649 -
al
monastero
delle
canossiane
come quello che
rispondeva
di più alle sue
aspirazioni
ed
era
per lei più
indicato
per
[100v]
crescere
nella
perfezione
.
So
che
Dina
ebbe
fatto
domanda
di
essere
accettata
tra le
suore
canossiane
di
Gravedona
secondo
che
desiderava
ardentemente
.
Accettata
dalle medesime, fu
mandata
per il
noviziato
alla
Casa
madre
di
Como
,
dove
le
superiore
, in
particolare
la
maestra
delle
novizie
, non
riscontrando
in lei (a
causa
della
peritanza
della
figliuola
in
prodursi
e della poca
penetrazione
che esse ebbero a fare dell’
animo
di lei e sue
disposizioni
) ciò che a
parer
loro
corrispondeva
allo
spirito
del loro
istituto
, la
rimandarono
con
vero
rincrescimento
delle
sorelle
di
Gravedona
, le quali invece avevano
riscontrato
in lei uno
spirito
conveniente
alla loro
vita
religiosa
non solo, ma un
tesoro
di
edificazione
per il
convento
. Laonde non
cessarono
mai quelle
suore
dal
deplorare
la
perdita
di tanto
soggetto
.
XVII.
So
che l’
Ospizio
del
sacro
Cuore
di
Pianello
fu
fondato
dal
parroco
Carlo
Coppini
in quel
paese
per
raccogliere
ed
educare
le
figlie
povere
del
popolo
e
ricoverare
le
vecchie
persone
del
paese
.
XVIII.
a
)
[101r]
So
che la
Serva
di
Dio
nei
servizii
della
famiglia
come nei
servigi
esteriori
in
generale
, ella
era
quasi
pesce
fuori
acqua
,
atteso
la sua
inclinazione
alla
solitudine
ed alla
vita
spirituale
, ma ciò non
ostante
era
diligentissima
in
adempiere
agli
incombenti
assegnatigli
in
casa
e fuori, financo nel
lavoro
tessile
al quale per qualche
tempo
fu
applicata
sotto la
direzione
e
proprietà
del proprio
padre
9
.
b
)
So
ancora che
Dina
entrò
nell’
Ospizio
del
sacro
Cuore
solamente in
ispirito
di
obbedienza
al
confessore
e alla
sorella
maggiore
Marcellina
, che già
considerava
più come
superiora
che come
sorella
, e che vi
restò
per sempre
meglio
studiare
quale
fosse
la
divina
volontà
a suo
riguardo
.
c
) Per circa un
anno
ella
rimase
sempre in
angoscioso
dubbio
sulla
strada
da
seguire
,
massime
perché
era
stata
cercata
- 650 -
per certi
lavori
dalle
suore
canossiane
di
Gravedona
verso le quali si
sentiva
attratta
; ma quando
sentì
dirsi
da me, suo
direttore
di
spirito
, che
vedevo
chiarissima
la sua
[101v]
vocazione
per l’
Ospizio
del
sacro
Cuore
—
« L’
Ospizio
del
sacro
Cuore
è il vostro
posto
, e qui
resterete
»
—
ella
riconobbe
tosto
in ciò la
voce
di
Dio
ed
alacremente
si
applicò
alla
nuova
vita
tracciatale
,
raccogliendone
immenso
gaudio
di
spirito
in
corrispondenza
all’
immensità
del
sacrificio
che ella
disse
d’aver
sostenuto
in fare questa
obbedienza
.
XIX.
So
che
Dina
Bosatta
prese
in
religione
il
nome
di
Chiara
, che
ritengo
anzi d’
averglielo
io stesso
imposto
. Il suo
direttore
di
spirito
ordinariamente
lo facevo io stesso,
straordinariamente
un
religioso
dei
riformati
di
Dongo
e forse il
sacerdote
don
Leone
Ostinelli
,
vicario
di
Cremia
,
sacerdote
distinto
per
pietà
e
studio
. Una
volta
all’
anno
io stesso
dettavo
gli
Esercizii
spirituali
a
suor
Chiara
e
consorelle
,
metodo
al quale prima poco o nulla si
era
atteso
. L’
obbedienza
di
restar
nell’
ospizio
senza più
pensare
alle
canossiane
, io non gliela
imposi
durante gli
Esercizii
spirituali
, e se altre
obbedienze
io ebbi ad
imporle
, ella tutte quante sempre
virtuosamente
obbedì
. Fra le
[102r]
altre le
imposi
di
recarsi
per circa un
anno
, d’
accordo
colla
superiora
Marcellina
, al
paese
di
Dongo
,
lontano
da
Pianello
per oltre
mezz’
ora
, a
disimpegnare
l’
ufficio
di
maestra
delle
fanciulle
del
popolo
, in
compagnia
di altra
insegnante
ivi
residente
e di
carattere
difficile
, ogni
giorno
facendo e
rifacendo
da
sola
la
strada
da
Pianello
a
Dongo
.
So
che a questo
riguardo
ella ebbe a
confessare
che questa
obbedienza
e l’altra di aver
abbandonato
le
canossiane
le
costarono
più di qualunque altro
sacrificio
. E mi
consta
per
dichiarazione
della stessa
Serva
di
Dio
che tutto ciò le
fruttò
una
grande
tranquillità
di
spirito
ed una
perfetta
indifferenza
verso qualunque
incarico
.
XX
.
So
che nell’
ospizio
e nelle sue
mansioni
non fu giammai
rimproverata
né
schernita
. Quanto a
calunnie
,
riferisco
che la
Serva
di
Dio
insieme
alla
consorella
Rosa
Minatta
fu
calunniosamente
denunziata
alla
regia
pretura
di
Dongo
come se
maltrattasse
od
infliggesse
pene
corporali
fino
al
sangue
alle
orfanelle
operaie
per
spirito
di
penitenza
,
[102v]
e tale
denunzia
era
stata
presentata
al
pretore
dal
sacerdote
Rizzola
,
prevosto
- 651 -
di
Musso
, forse per
malintese
gelosie
.
Avvenne
che la
Serva
di
Dio
e la sua
compagna
fossero
chiamate
davanti al
pretore
per tale
denunzia
. Io stesso le volli
accompagnare
fino
al
pretore
, per quanto questi mi
escludesse
dall’
aula
delle
udienze
. Io però
rimasi
nella
camera
attigua
ed ho
udito
tutto l’
interrogatorio
svoltosi
. Alla
domanda
del
pretore
come mai si
permettessero
di
infliggere
tali
pene
alle loro
dipendenti
orfanelle
, io
sentii
la
timida
verginella
, che lungo il
tragitto
non aveva mai
fiatato
, a
rispondere
con
meravigliosa
franchezza
e
speditezza
al
pretore
così: « Ma
signor
pretore
, noi non abbiamo mai
fatto
di tali
cose
; invece di farle le
piaghe
noi
prendiamo
a
curare
e
guarire
quelle che possono avere ». E al
pretore
che le
soggiungeva
che insomma esse erano state
accusate
di ciò, sempre lei la
Serva
di
Dio
francamente
rispose
: « Ma
signor
pretore
, chi mai può
averle
detto
tali
cose
di noi? ».
« È
stato
—
soggiunse
il
magistrato
—
[103r]
il
prevosto
di
Musso
». Alla qual
dichiarazione
entrambe
confermarono
la loro
assoluta
innocenza
con tali
dichiarazioni
che il
pretore
, come io stesso
sentii
,
esclamò
: « Allora il
colpevole
sono io! ».
p. 649
9
Alessandro
Bosatta
morì
il 23
ottobre
1861
, mentre
Dina
lavorò
per qualche
tempo
nella
filanda
di
famiglia
nel
periodo
1869-1871
;
cfr.
P
iero
P
ellegrini
-
M.
L
uisa
O
liva
,
La
storia
di
Chiara
,
Roma
1991
,
p.
74,
p.
101.
«
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