Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Deposizione Bosatta
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Deposizione sulla serva di Dio suor Chiara Bosatta (1912)

Prudenza

Sessione XIII - 21 agosto 1912

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Sessione XIII - 21 agosto 1912
LVI. Continuazione
b) [151r] Depongo, oltre al già esposto, che la Serva di Dio era cotanto schiva di attaccarsi comecchessia alla sensibilità o a quanto la potesse distaccare da Dio, che pur occupandosi con tanta premura ed affetto delle orfanelle come anche delle consorelle, non faceva [151v] mai con esse parole di più, né permetteva la toccassero colle mani ed era solita dire: « Sono cuori giovanili quei delle orfanelle ma sono cuori umani, come anche quelli delle suore ».
c) Aggiungo al già detto che la Serva di Dio era tutta attenzione a curare il benessere materiale e morale delle orfanelle e in genere della casa; pareva che a questo proposito, sia per ciò che riguardasse l’economia sia massimamente per ciò che importava al bene spirituale, all’ordine dell’istituto, che volesse interpretare nei fatti il detto dello Spirito Santo: « Particula boni doni ne me praetereat » 33.
d) A riguardo di queste speciali attenzioni ed informazioni ai superiori perché si curassero da qualche persona poco bene intenzionata o poco confacente allo spirito della casa, so che la Serva di Dio ebbe a dare qualche avvertimento al quale certamente i superiori davano molto peso, attesa la venerazione in - 684 -cui la tenevano; così per esempio, in occasione che alcuni crottisti 34 poco favorevoli alla religione, nelle loro combriccole scongiuravano e sparlavano con minaccie ai danni dell’istituto, [152r] in particolar modo essendovi nella casa una giovane di Morbegno, certa Galbusera, la quale si manifestava non molto provvista dello spirito religioso ed amava conversare a lungo con un suo fratello Giuseppe il quale veniva troppo spesso a trovarla, la Serva di Dio non mancò di far avvertiti i superiori dicendo che se ne guardassero, parendole che fosse buona sì ma non dello spirito confacente all’istituto. Parimenti ricordo d’aver sentito dalla suor Marcellina di una certa schioppettata tirata, come ben mi sovvengo, a sera inoltrata dai prati contigui alla casa.
e) Nel suo tratto e conversazioni cogli altri, in modo speciale nel fare le dovute correzioni alle orfanelle, essa si produceva sempre con tutta dolcezza, era breve nelle parole ed efficace, usava una speciale cautela per non offendere veruno, e mentre non le sfuggiva per la correzione neppure un piccolo neo, la sua correzione faceva con tanto garbo e carità che gli altri anziché averne a male, la seguivano con tutta docilità e con diletto.
f) [152v]Riferendomi anche a quanto accennai in passato, depongo che dall’osservazione e studio che ebbi a fare tanto spesso del carattere, delle attitudini e doti della Serva di Dio, ella appariva veramente fornita della prudenza del serpente e semplicità della colomba 35: aveva acume penetrativo e negli indirizzi che dava lasciava trasparire tutta la sua oculatezza; senza veruna tortuosità essa andava al segno, tantoché le sue consorelle quando dovevano decidere qualche cosa, guardavano a suor Chiara quasi aspettandosi da lei il da fare e il da dire. Io stesso ed anche le consorelle abbiamo certa convinzione che la Serva di Dio fosse favorita di speciali doni.




p. 683
33
Sir 14, 14.


p. 684
34
Frequentatori di osterie; da crotto, grotta scavata nella roccia per la conservazione del vino, cantina.


35
Cfr. Mt 10, 16.


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