Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Deposizione Bosatta
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Deposizione sulla serva di Dio suor Chiara Bosatta (1912)

Giustizia

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Giustizia
LVII. Credo di avere già esaurientemente risposto a quanto qui mi si domanda 36: al mio giudizio la Serva di Dio si appalesava quale un’ape alpina che succhia il nettare dai fiori più aromatici ricolmandosi di virtù per piacere a Dio, e in divozione della Vergine e dei santi.
LVIII.
a) Per tutto quanto ho già deposto 37; riassumo [153r] quel che posso dichiarare della Serva di Dio a questo riguardo, che essa fu sempre un modello distintissimo di ossequio e di pietà filiale verso entrambi i suoi genitori, i quali osservavano: « La Dina non è come gli altri figliuoli, essa è più delicata di riguardi ed obbediente ». Per questo, rimasta la madre vedova, riconoscendosi improporzionata a una più fina educazione della figliuola, la volle confidata alle cure speciali della diligentissima e saggia figliuola maggiore, la Marcellina.
b) Mi pare d’aver già ampiamente risposto a questa domanda e confermo il già detto 38.
c) Oltre il già detto, non credo di qui ricordare altro di più saliente che il suo impegno a non prodursi anch’essa come degna di encomio, nell’atto che tutto compiva per far emergere il decoro dell’istituto e delle consorelle.
- 686 - d) A quanto ho già detto, non so aggiungere altro che questo: suor Chiara era la gioia e il tesoro di tutta quanta la casa, che in lei riconoscevano [153v] il modello della giustizia e della carità cristiana. Si sa che anche i malevoli della casa, posando gli occhi sopra di suor Chiara, rinvenivano dal loro mal animo e la ammiravano con vero stupore.
e) Mi risulta che la Serva di Dio dava ampi segni della sua gratitudine verso i benefattori della casa, ricordando in modo particolare i coniugi Calvi di Dongo che avevano prestato e poi regalato alla casa L. 15.000, la famiglia Manzi che a quando a quando mandava alla casa varie elemosine; e mentre tutta la casa di ciò si rallegrava, la Serva di Dio aggiungeva il riflesso: « Sì, ma dobbiamo anche ricordarci in tutto, con le preghiere e le opere, dei nostri benefattori ».




p. 685
36
« Interrogetur: an sciat Servam Dei debitum suum, quantum creaturae possibile est, solvisse erga Deum amore, obedientia eius mandatis, cultu promovendo ut et alii id facerent atque obligationibus suis erga Deum satisfacerent, tabescendo de peccatis, laetitia cordis sui propter gloriam Deo datam, oculos tenendo ad Deum, ipsi omnia bona tribuendo et gratias agendo; munera quoque sua [...] verbo, corde et opere persolvisse erga beatam Virginem, angelos et sanctos » (f. 947v).


37
« Interrogetur: an sciat Servam Dei: a) honorasse parentes et sororem Marcellinam, eidem paruisse, juxta Dei voluntatem, nec amore naturali vel timore id fecisse » (f. 947v).


38
« [...] b) amore prosequutam esse Ecclesiam, summum pontificem, superiores omnes, universisque illis diligentissime propter conscientiam paruisse, in Regula vero observanda, nisi obedientia aliud ab ea postulasset, fidelissimam, illis quoque in casibus in quibus dispensationem aut licentias petere potuisset » (ff. 947v-948r).


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