Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Deposizione Bosatta
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Deposizione sulla serva di Dio suor Chiara Bosatta (1912)

Castità

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[- 691 -]
Castità
LXVIII.
a) Per quello che mi risulta, essendo stata la Serva di Dio fino all’età di 17 anni sotto la direzione di santi sacerdoti, quali Coppini, padre Gaetano, Borghini e qualche altro, e da - 692 -quell’epoca sotto la mia direzione, posso dichiarare per parte loro e mia che la Serva di Dio custodiva gelosamente come un tesoro la castità negli atti, nelle parole e nei sentimenti. Nell’incesso e nel contegno in generale era così pudica da non permettersi mai, e da volere che anche le altre così si diportassero, di fare la scala a due gradini, di lasciar vedere la punta dei piedi e da curare, nottetempo, d’estate, girando per le camere ove dormivano le orfanelle, che fossero rimboccate le coltri e che non si [160r] prendessero per mano nel giuoco le fanciulle, volendo che si valessero del fazzoletto; insomma che fosse osservata scrupolosamente la più santa modestia e castità, e ciò senza superfetazioni od esagerazioni ma unicamente per conformarsi alla cristiana castigatezza. Ho già deposto che convinzione mia e dei sacerdoti che ho sopra nominato fu sempre che la Serva di Dio abbia conservata la stola dell’innocenza battesimale. Era poi così attaccata alla verginale purezza, che per quanto ella andasse provvista di fattezze esteriori speciali da dirsi una madonnina, e per questo non le potessero mancare le solite mondane proposte, la Serva di Dio di tutto ciò non fece mai nessun conto, sempre maggiormente legandosi al disprezzo del mondo e delle sue concupiscenze. Assicuro che queste proposte non solo le avrebbe rifiutate, ma l’avrebbero fatta arrossire ed umiliare, temendo di non poter servire a Dio in virginitatis decore.
b) Certamente 48; la Serva di Dio ebbe sempre tutte le cure di cansare qualunque pericolo [160v] anche remoto che offuscasse il suo candore, e le sue preghiere, l’uso frequente dei Sacramenti, la divozione alla beata Vergine e la mortificazione dei sensi, non che la sua speciale tensione nella vita d’unione con Dio e nel lavoro, la preservarono efficacemente dal cadere nei lacci del maligno nemico, il quale la inseguiva ma non poteva mai raggiungerla.
c) Oltre quanto già deposto, nella predilezione per questa virtù la Serva di Dio era per se medesima un angelo ed un - 693 -esempio efficace per le altre; parlava soventi volte della bella virtù non tanto con le consorelle che stimava, quanto colle orfanelle, ma non mai parlava di vizii contrarii. Parmi di poter dire che ella era come un giglio che spandeva intorno i suoi grati olezzi a richiamare gli altri in questa professione di vita pura e santa.




p. 692
48
« Interrogetur: an sciat Servam Dei: [...] b) enituisse in utendo mediis opportunis ad servandam castitatem atque in fugiendis periculis licet remotis, in quantum potuit » (f. 950r).


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