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Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Le vie della Provvidenza
Lettura del testo
Le vie della provvidenza (1913-1914)
Articolo VI. Reminiscenze
«
»
[- 714 -]
Articolo
VI.
R
eminiscenze
[19]
Del
Collegio
Gallio
vengono innanzi
figure
soavi
di
compagni
di
scuola
, di
professori
, di
rettori
, di qualche
padre
provinciale
che molto
amavamo
. Questi
ultimi
il
Guanella
avrebbero
ascritto
fra i loro
novizi
, ma questi non si
sentiva
abbastanza
chiamato
. Il
nome
dei
padri
Arisio
,
Crepazzi
11
,
profondo
- 715 -
in
lingue
classiche
,
‹
dei
›
fratelli
Sandrini
, di
don
Andrea
‹
Porro
›
e di
don
Agostino
‹
Fasola
›
,
rimangono
profondamente
fissi
in
cuore
. Il
padre
‹
Lodovico
Alfonso
›
Sandrini
,
professore
in
i
grammatica
,
inventava
una
carrozza-bicicletta
a due
cavalli
capace
a
divertire
nei
cortili
almeno sei
alunni
per
volta
. Nei
primi
il
don
Eugenio
Bonoli
,
fondatore
delle
Zitelle
povere
pericolanti
in
Como
,
era
guida
zelante
per i
santi
Sacramenti
.
Prefetto
il
giovane
Guanella
nei
dormitori
di
ii
ginnasiale
,
litigava
coi
gatti
chiudendoli
nel
locale
separato
e si
studiava
di
spaventarli
colla
scopa
, e fu
grazia
che ne avesse
[20]
salva
la
vita
. Per
tempissimo
di
primavera
teneva
socchiuse
le
vetrate
per
istudiare
al
fresco
dell’
aria
mattiniera
e
risicò
12
una
polmonite
ed una
tisi
irreparabile
. Nella sua
testa
non
passava
entro
la
scienza
dei
numeri
, ma agli
esami
finali
il
professor
Luzzani
concludeva
: « Il
Guanella
è
diligente
, non
riesce
nella
matematica
ma
passi
con un
vix
, che tanto sarà un
pretaccio
».
Nel
1859
il
fuoco
dell’
insurrezione
scottava
le
teste
. Un
professore
di
tedesco
,
Telfy
Zima
, in
odio
agli
austriaci
trascurava
l’
insegnamento
del
tedesco
, e così il
Luzzani
passava
l’
ora
di
scuola
inebbriandosi
nei
racconti
dei
trionfi
nella
Guerra
di
indipendenza
. Due
giovani
,
Lombardi
e
Squassi
, ai 16
anni
, si
arruolavano
garibaldini
sino a
campagna
finita
non
badando
alle
lagrime
dei
genitori
.
Durando
minacciava
la
battaglia
di
San
Fermo
13
: i
cannoni
erano
appuntati
sulle
porte
del
collegio
. I
padri
somaschi
erano
[21]
in
grande
agitazione
, ma gli
alunni
ad
inneggiare
al
prossimo
ingresso
di
Garibaldi
contro le
truppe
del
generale
Urban
,
ingresso
che
avvenne
dopo
tre
ore
alle 9 di
sera
da
Porta
Sala
che fu poi
detta
Barriera
Garibaldi
.
Questi ed altri
avvenimenti
non
commovevano
punto
l’
animo
del
giovine
Guanella
, perché all’
insaputa
di altri e di se stesso
ruminava
altri
desideri
nel
cuore
.
- 716 -
Fanciullo
a
sette
anni
pascolava
le
mucche
con due
compagni
che si
dilettavano
troppo
spesso
di
sconcezze
, ma
occultavano
il tutto al
giovinetto
Guanella
perché
dicevano
: «
Luigi
di queste
cose
è
meglio
che non
sappia
». E così
accadde
più e più
volte
nel
corso
degli
studi
, ovvero in
viaggi
diurni
o
notturni
in più
circostanze
della
vita
che si
scansarono
pericoli
senza
sapere
che erano
pericoli
. L’
attende
tibi
14
,
guardare
a se stesso, e non
implicarsi
in
amicizie
ed in
compagnie
non
necessarie
, questo è
consiglio
che si è
trovato
opportuno
.
Il
giovine
Guanella
[22]
ardeva
di
desiderio
di
passare
al
seminario
per gli
studi
filosofici
nel
seminario
di
Sant’
Abbondio
, e la
famiglia
vedeva
volentieri
senza fare
pressione
di
sorta
.
Probabilmente
rincresceva
di
spendere
. Nel
seminario
sperava
godere
maggior
raccoglimento
, ma i
bollori
della
rivoluzione
bollivano
anche nel
cuore
di quegli
allievi
del
Santuario
. In
viii
classe
, di 22
chierici
solamente la
metà
passò
al
seminario
teologico
.
Il
Guanella
si
creò
prefetto
della
camerata
di
vii
‹
classe
,
dedicata
›
alla
Madonna
, e poi di
viii
, nella
15
camerata
del
santo
Crocifisso
. Ma
era
troppo
semplice
e
buono
. Il
piissimo
rettore
Angelo
Bolzani
gli
dava
delle
buone
lavate
di
testa
, ma il
gran
prefettone
se ne
scusava
col
dire
: « Io di
usare
rigore
non sono
capace
, e poi sono anche
persuaso
che ciò che non potrei
ottenere
colle
buone
maniere
tantomeno
si
otterrebbe
colle
cattive
».
Si
era
iniziato
un
giornale
credendo
di
occupare
le
menti
e
calmare
i
cuori
[23]
di quei
leviti
ardenti
di
amor
patrio
, ma il
giornale
dopo
non molto
tralignò
; venne per la
soppressione
il
vescovo
monsignor
Marzorati
. Il
buon
rettore
Bolzani
scusò
la cosa
dicendo
: « Gli
articoli
del
Guanella
sono
istruttivi
ed
ascetici
e a lui
bisognerà
perdonare
perché,
visto
l’
abuso
dei
compagni
, ne
riferì
con
prudenza
ai
superiori
».
Nelle
reminiscenze
nostre si
avanza
la
figura
veneranda
,
austera
,
pia
del
sacerdote
Gaudenzio
Bianchi
, che di
tempo
in
tempo
mi
visitava
nel
Collegio
Gallio
. In una di queste
visite
:
- 717 -
« Per
regalo
del
Natale
vuoi il
panettone
solito
o il
Quaresimale
del
Segneri
? ».
Scelsi
il
Quaresimale
che poi mi
feci
familiare
. Il medesimo negli
anni
di
liceo
mi
iniziò
nello
studio
della
musica
, ma poi
mancando
l’
esercizio
fu
tempo
perduto
, come nello
studio
del
tedesco
ed anche del
francese
. Se
cresciuti
[24]
adulti
si
ripassassero
le
materie
studiate
se ne avrebbe
profitto
e
soddisfazione
non poca. Ma «
quis est hic et
laudabimus
eum?
»
16
.
Il
venerando
direttore
ci
teneva
d’
occhio
nelle
vacanze
, mentre ancor egli
soggiornava
nei
locali
del così
detto
Palazzo
alle
Corti
e ci
forniva
il
pranzetto
con sé nei
giorni
festivi
e ci
accompagnava
col
cugino
chierico
Luigi
Trussoni
a
visitare
per
essere
edificati
il
suddiacono
Antonio
Guanella
,
figlio
unico
di
Pietro
Antonio
, tanto
dotto
che
pio
,
vero
modello
dei
seminaristi
, il quale
poveretto
dopo
24
mesi
di
malattia
ad un
piede
saliva
al
cielo
nel medesimo
giorno
in cui i
compagni
suoi
salivano
per la prima
volta
l’
altare
santo
. La
mamma
Angiolina
domandava
sconsolata
: « Se io posso
andare
in
paradiso
vedrò
faccia
a
faccia
il mio
Tognino
? ». E
assicurata
che sì,
soggiungeva
: « Allora io vorrei
morire
anche subito subito ».
Ritornando
dal
collegio
alla
[25]
vacanza
,
raccomandava
don
Gaudenzio
Bianchi
di non
dormire
attraversando
il
Pian
di
Spagna
per non
pigliarsi
la
febbre
e
soggiungeva
: «
Peccato
che questi
stagni
non si
pensi
a
ridurli
a
prato
». Allora né il
giovinetto
Luigi
e nemmeno il
direttore
Gaudenzio
Bianchi
pensavano
che nel
1900
sarebbe
sorta
la
chiesa
e la
colonia-villaggio
di
Olonio
San
Salvatore
.
Soavissima
viene la
figura
del
compagno
di
studio
Luigi
Trussoni
,
compaesano
e
cugino
al
Guanella
, il
cuore
del quale col
cuore
del
parente
era
come una
mela
partita
per
mezzo
. I due
amici
vivevano
l’uno per l’altro e quando il
Trussoni
,
ordinato
sacerdote
un
anno
prima, per
causa
di
malattia
di
esaurimento
nervoso
non
conosciuto
ai
Bagni
del
Masino
ed
era
trasportato
morto
a
Campodolcino
, il
chierico
Guanella
per il molto
piangere
e
desolarsi
fu
grazia
che in
[26]
quello stesso
dì
dell’
Assunzione
di
Maria
potesse
recitare
il
discorso
- 718 -
della
Madonna
nella così
detta
Selva
,
dove
il
popolo
si
convocava
venendo
processionalmente
dall’
augusta
chiesa
arcipretale
di
Prosto
.
Sia
pace
all’
anima
dei nostri
venerandi
Antonio
Guanella
suddiacono
, ed ai
sacerdoti
Luigi
Trussoni
e
Gaudenzio
Bianchi
.
Pace
a loro, come ai
sepolcri
benedetti
dei nostri
antenati
e
fratelli
ivi, ed alla nostra
serva
di
Dio
Caterina
Guanella
, che il
Signore
glorifichi
all’
onore
degli
altari
.
Viene poi innanzi la
figura
veneranda
del
celebre
nostro
Serafino
Balestra
di
Bioggio
luganese
, un
fenomeno
di
attività
e di
ingegno
, un
monte
di
granito
contro del quale si
infransero
le onde
infuriate
della
contraddizione
.
Ristorò
e
ridusse
all’
antico
il
tempio
di
sant’
Abbondio
.
Scoperte
sotto il
pavimento
dello stesso delle
[27]
arche
romane
, ci faceva
assistere
al
discoprimento
delle stesse, ci faceva
osservare
il
leggero
polverio
che s’
innalzava
e pochi
avanzi
di
timo
selvatico
,
segno
della
potenza
e della
gloria
di chi un
giorno
fu.
Il
don
Balestra
non
sognava
che il suo
tempio
di
sant’
Abbondio
.
Trovò
fra gli altri il
signor
Valli
,
negoziante
di
pietre
, che poi gli fu
compagno
fedelissimo
e
cooperatore
nei
lavori
del
rinomato
tempio
di
sant’
Abbondio
,
oggetto
sempre di
ammirazione
anche ai
dotti
delle
nazioni
lontane
. Gli fu
equalmente
compagno
nei
restauri
nell’altra
chiesa
monumentale
di
san
Fedele
e di più altre nella
diocesi
e fuori.
Il
professore
Serafino
Balestra
consumava
anche le
notti
in
studio
della
fisica
e
prevedeva
non
lontano
il
tempo
in cui
[28]
si sarebbero
illuminate
le
città
per
mezzo
del
gas
e più specialmente per
mezzo
di
luce
elettrica
, che sarebbe
perfino
entrata
negli
usi
domestici
. Si
applicava
allo
studio
di
meccanica
e ci
conduceva
nella
fabbrica
vicina
del
Pantaleone
17
per
studiare
le
forze
motrici
dei
vapori
e delle
ferrovie
. Agli
ingegneri
che
studiavano
il
traforo
di
Monte
Olimpino
diceva
: «
Attenetevi
alla
- 719 -
sponda
destra
e non a questa
sinistra
dove
troverete
impedimento
di
acque
», e fu
indovino
benché non
ascoltato
.
Il
maestro
si
dava
poi allo
studio
dei
viaggi
onde
perfezionarsi
nelle
lingue
classiche
, e specialmente nell’
italiano
, alle quali
sapeva
entusiasmare
gli
scolari
. E quasi tutto
fosse
poco, si
mise
in
mente
:
la
parola
ai
sordomuti
, come a tutti è
noto
.
Anni
di poi si
trovarono
alla
villa
del
vescovo
,
[29]
allora
Carsana
, in
Dongo
e il
maestro
interrogò
: « Che fai tu qui? Perché non
posi
come gli altri? ».
Rispose
il
don
Guanella
: « Mi
sento
‹
di
›
seguire
i
passi
del
maestro
, e lei quando
poserà
? ».
« Io
—
soggiunse
—
quando avrò tanto di
terra
sopra il mio
corpo
».
Mesi
di poi
attraversò
l’
oceano
sino a
Buenos
Aires
,
dove
in
tempo
purtroppo
breve
fu
ucciso
dalla
cruda
passione
che si
dice
invidia
.
Il
don
Guanella
tante
volte
lo
chiamò
dal
sepolcro
e tante
volte
invitò
amici
ed
ammiratori
per far
risorgere
fino
all’
ultima
le
lotte
ed i
trionfi
di quell’
eroico
, ma non l’
ottenne
. Un
comitato
eresse
un
modesto
monumento
nel
tempio
di
sant’
Abbondio
e di
là
il
cavalier
don
Serafino
Balestra
parla
ai
posteri
suoi.
Amicissimo
di
Balestra
era
pure
il
professore
sacerdote
ticinese
Castelli
, per 30
anni
docente
in
filosofia
[30]
e
teologia
nei
seminari
di
Como
e
provicario
per la
parte
della
diocesi
ticinese
;
dopo
la
divisione
,
vicario
generale
sotto l’
arcivescovo
monsignor
Lachat
e
delegato
apostolico
nell’
anno
di
vacanza
dopo
la
morte
di
monsignor
Lachat
, poi
arciprete
della
cattedrale
di
Lugano
e
protonotario
con
insegne
vescovili
. Come tale
chiuse
con
gran
pompa
le
feste
quattro
18
volte
centenarie
dell’
apparizione
della
Madonna
di
Gallivaggio
e più non si
vide
dal suo
antico
discepolo
. Così
passano
gli
uomini
nelle
vicende
umane
finché tutti
navigando
ci
troviamo
nel
vasto
mare
della
eternità
.
Chiarissimo
professore
negli
anni
liceali
fu
pure
il
sacerdote
Luigi
Albonico
, che
passò
poi
prevosto
a
Tirano
. Anche questa
nobile
[31]
figura
ci è
presente
come in questo
dì
colle
sue
sapientissime
lezioni
e
colle
sue
spiegazioni
botaniche
quando ci
- 720 -
conduceva
ai
passeggi
di
Camerlata
, di
Cernobbio
, di
San
Donato
e di
Lora
. Nemmeno allora si
pensava
che
Lora
diventasse
la
Santa
Maria
di
oggi
giorno
, eppure le
vie
della
divina
provvidenza
vi ci
condussero
.
p. 714
11
Originale
:
Crepazi
; anche per le
successive
integrazioni
cfr.
P
iero
P
ellegrini
,
Luigi
Guanella
. Gli
anni
della
formazione
,
sub
indice
.
p. 715
12
Originale
:
resegò
.
13
Il 27
maggio
1859
presso
San
Fermo
, alle
porte
di
Como
, i
Cacciatori
delle
Alpi
sconfissero
le
truppe
austriache
comandate
da
Karl
von
Urban
, che
lasciarono
la
città
. Alla
battaglia
non
prese
parte
Giovanni
Durando
,
generale
dell’
esercito
piemontese
che durante la
Seconda
guerra
di
indipendenza
combatté
invece a
San
Martino
.
p. 716
14
Tb
4, 13 (
Vulgata
).
15
Originale
:
alla
.
p. 717
16
Sir
31, 9.
p. 718
17
Originale
:
Pantalini
.
Si
tratta
dello
stabilimento
di
Onofrio
Pantaleone
Regazzoni
,
posto
nei
pressi
della
chiesa
di
sant’
Abbondio
;
impiegava
energia
idraulica
e a
vapore
per
produrre
manufatti
meccanici
all’
avanguardia
;
cfr.
P
iero
P
ellegrini
,
Luigi
Guanella
. Gli
anni
della
formazione
,
pp.
333-334
.
p. 719
18
Originale
:
tre
; la
Vergine
apparve
a
Gallivaggio
il 10
ottobre
1492
.
«
»
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